Privatizzare ha «reso» 12 mila miliardi

Il 1994 è stato l'anno della vendita di alcuni «colossi di Stato» e il 1995 sarà la volta di Stet ed Enel Il 1994 è stato l'anno della vendita di alcuni «colossi di Stato» e il 1995 sarà la volta di Stet ed Enel Privatizzare ha «reso» 12 mila miliardi Tesoro, Iti ed Eni tra i principali beneficiari delle cessioni LO STATO ALL'ASTA IROMA L 1994 ha segnato il decollo del processo di dismissioni delle ex partecipazioni statali. E il 1995 dovrebbe portare sul mercato i «colossi di Stato», come Stet, Enel ed alcune delle principali attività dell'Eni. Il giro d'affari derivato dalle privatizzazioni delle maggiori imprese e banche pubbliche è stato di quasi 12 mila miliardi di lire. Il Tesoro, Tiri e l'Eni sono stati i principali beneficiari dell'operazione di ritiro dello Stato dall'economia. L'operazione di maggiori dimensioni assorbita dal mercato è stata quella dell'Ina (oltre 4500 miliardi), che l'anno prossimo verrà completata con la cessione della consistente quota ancora nelle mani del Tesoro. Ecco l'elenco delle principali operazioni effettuate nel '94. Ministero del Tesoro. Il dicastero di via XX settembre ha incassato circa 7 mila miliardi dalle dismissioni parziali di Ina e Imi. Dalla cessione del 50,35% dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni (al prezzo di 2400 lire per azione) sono arrivati 4512 miliardi di lire. Circa 2400 miliardi sono arrivati dal collocamento dell'Imi. Al Tesoro rimane da privatizzare - sempre nel '95 - una restante quota vicina al 28%. Iri. L'Istituto presieduto da Michele Tedeschi è stato tra i più attivi nel processo di privatizzazioni, incassando dalle principali operazioni del '94 oltre 4300 miliardi di lire. Il «fiore all'occhiello» è rappresentato dal collocamento del 54% della Banca Commerciale Italiana effettuato con Prodi ancora alla guida dell'Ili - il cui ricavo ha raggiunto i 2600 miliardi. L'attività dell'Iri è proseguita con la scissione della caposettore siderurgica Uva - posta in liquidazione - e la nascita di due nuove società: l'Uva Laminati Piani e la Acciai Speciali Terni. Quest'ultima è stata interamente ceduta ad una cordata composta dai tedeschi della Krupp, da Agarini, Riva e Falck per 600 miliardi. La cessione dell'Uva Laminati Piani è in dirittura d'arrivo e sarà completata agli inizi del '95. Nel 1994 l'Iri ha poi concluso la privatizzazione della Sme: sono state cedute la partecipazione (62%) nella Cirio Bertolli De Rica (ora Finanziaria Cirio) al gruppo Cragnotti per 310 miliardi, e il 32% di Gs-Autogrill ad una cordata guidata da Benetton e Del Vecchio per 704 miliardi. Ultima in ordine di tempo la cessione della Sidermar (partecipata da Finmare e Uva) per circa 120 miliardi. Eni. Il piano di privatizzazioni dell'ente energetico avviato nel settembre 1992 ha portato finora ad introiti per 4100 miliardi. La principale operazione effettuata quest'anno è la ces¬ sione del pacchetto di maggioranza del Nuovo Pignone alla General Electric per 700 miliardi (più 400 di debito trasferito). Meno attivo, invece, l'Efim l'ente in liquidazione affidato alle «cure» di Alberto Predieri che nel 1993 aveva concluso la cessione della Siv. Quest'anno sono state trasferite alla Fin- meccanica i complessi aziendali delle sette società operanti nel settore difesa: Oto Melara, Breda Meccanica Bresciana, Galileo, Sma, Agusta, Agusta Sistemi e Agusta Orni. L'operazione non ha però comportato introiti per l'Efim: per conoscere il prezzo che pagherà Finmeccanica si dovrà aspettare la definitiva valutazione delle sette società, ancora non formalmente trasferite. L'Efim ha intanto avviato anche le procedure di cessione per la Breda Costruzioni Ferroviarie (con la Finmeccanica) e per l'Alumix (con due gruppi americani). La conclusione è attesa per i primi mesi del 1995. [a. vig.] Da sinistra Michele Tedeschi e Romano Prodi Sopra Alberto Predieri