Brazzi seduttore italiano a Hollywood

l'attore, 77 anni, è morto la notte di Natale: era affetto da una malattia virale che colpisce i centri nervosi l'attore, 77 anni, è morto la notte di Natale: era affetto da una malattia virale che colpisce i centri nervosi Brani, seduttore italiano a Hollywood Sposato due volte, ha amato le donne più belle ROMA. Si è sponto durante la notte di Natale, tra il 24 e il 25, uno degli attori italiani più noti oltreoceano, Rossano Brazzi, bolognese, classe 1917 (ma qualcuno dice '16), interprete di cinema, di teatro e di televisione, ma soprattutto latin lover, secondo il significato più tradizionale del termine. Collezionista di flirt con le dive più famose del grande schermo, Brazzi, in linea con il tipico modello dell'amante mediterraneo, non aveva mai messo in discussione i ménage con le uniche due donne ufficiali della sua vita, due mogli affettuose e fedelissime da cui non si ò allontanato neanche al culmine delle sue passioni extraconiugali. Affetto da una malattia di origine virale che aveva colpito alcuni centri nervosi, Rossano Brazzi è morto in una clinica romana in seguito a complicazioni polmonari che, nelle ultime settimane, avevano fatto precipitare le sue condizioni di salute. Al capezzale c'era Use Fischer, divenuta sua moglie nel 1984, tre anni dopo la scomparsa della prima consorte, Lydia Bartolini. Era desiderio dell'attore che la sua morte fosse resa nota solo dopo lo svolgimento delle esequie, ma la voce si è ugualmente diffusa o adesso si sa che i funerali si svolgeranno domani nella capitale. Proprio alla fine delle feste Rossano Brazzi avrebbe dovuto riprendere in Molise la lavorazione del film a episodi «Il volo del sagittario» in cui doveva interpretare il ruolo di un magistrato, il giudice Ciro. Nel cast anche Teri Ann Lynn, la notissima Brooke di «Beautiful». Atletico, lineamenti regolari, occhi blu, Rossano Brazzi, che aveva debuttato nel 1939 come Giannetto ne «La cena delle beffe», aveva confessato in varie occasioni una certa insofferenza per quei ruoli di inguaribile rubacuori che lo avevano reso divo: «Per conto mio, se fosse stato oggi, mi sarei fatto una faccia come volevo io, con tutto quello che sentivo dentro, perché io il ruolo del latin lover non l'ho mai sentito». Forse il teatro, che ha segnato in modo importante la prima parte della sua carne ra, dopo l'abbandono della prò Cessione di avvocato, è stato il luogo in cui Brazzi ha potuto esprimere al meglio le sue doti più intime. Non a caso il giovane attore ebbe occasione di lavorare in compagnie famose come quella della Gramatica, di Nin chi, della Pagnani. Solo il cinema, però, avrebbe valorizzato al massimo quel suo profilo irresistibile: a partire da gli Anni 40 Brazzi cominciò a in terpretare un ruolo dopo l'altro in film come «Il ponte di vetro» con Isa Pola, «Kean» con Mariel la Lotti, e poi «Addio Kira» con Alida Valli e Fosco Giachetti, ko lossal del cinema italiano sono ro che commosse intere platee di spettatori. Il primo incontro con Hollywood avvenne nel '49, quando Brazzi interpretò in «Piccole donne» di Mervin Le Roy il ruolo del professore romantico e serioso. Fu su quel set che l'attore conobbe Liz Taylor appena sedicenne: «Un giorno raccontò molti anni dopo - Liz mi comparve dinanzi con una camicetta così scollata da lasciare ben poco all'immaginazione. Per di più mi guardava così allusiva che per un attimo fui sul punto di perdere il controllo». Ma per Brazzi Liz fu solo una delle tante: nei suoi ricordi, insieme con i titoli dei tantissimi film, scivolavano via tanti volti di donne famose. Da Anna Magnani incontrata per la prima volta sul set di «Vulcano» di William Dieterle quando aveva da poco rotto con Rossellini a Ava Gardner compagna di lavoro durante le riprese di «La contessa scalza» di Joseph Mankiewicz. Da Joan Crawford a Katharine Hepburn «l'attrice più intelligente che io abbia mai conosciuto». Ma su tutte campeggia l'immagine indelebile di Marilyn Monroe: «Come facevi - ha raccontato una volta Brazzi - a dire no a una Marylin Monroe mezza nuda che ti aspettava con un caffè all'italiana e ti diceva "Ho imparato a fare il caffè per amor tuo Roxano?"». Impossibile negarsi. D'altra parte, faceva notare Brazzi, «erano loro stesse, le donne, quasi sempre, a offrirsi nel mio camerino. Io entravo e le trovavo già lì». Rare volte quegli incontri fugaci sul set rischiavano di debordare invadendo la vita familiare dell'attore: successe con la messicana Maria Felix che propose alla moglie di Brazzi, Lydia Bartolini, un risarcimento a base di gioielli per poterle soffiare il marito. La signora non si scompose, proprio come quando Louella Parson, la giornalista più pettegola di Hollywood, le chiese come facesse a sopportare le infedeltà del consorte. «Sa- peva che la tradivo - spiegava l'attore - ma era sempre pronta a perdonarmi». Proprio come la dolce Use, compagna degli ultimi anni che di Brazzi si era innamorata ventenne e solo dopo la morte di Lydia aveva potuto sposarlo: «Rossano ha avuto tante donne - ha detto una volta la signora - perché era un timido, aveva paura di offenderle rifiutandole». Fulvia Caprera Debuttò con «La cena delle beffe». Fu incantato da Liz Taylor sedicenne, da Anna Magnani, da Ava Gardner. Di Marilyn diceva: «Come si fa a dirle di no?» Alcune immagini di Rossano Brazzi, il «latin lover» del cinema italiano. Nella foto grande è ai tempi d'oro, con l'attrice Vivi Gioì. Qui accanto è con la prima moglie, Lydia Bartolini

Luoghi citati: Hollywood, Molise, Roma