Come nasce uno stragista di Luigi Grassia

Come nasce uno stragista Come nasce uno stragista Dal licenziamento la scintilla di un «giorno d'ordinaria follia» Quanti potenziali stragisti come quello di New York incontriamo ogni giorno sull'autobus, in treno o in metropolitana? Quante anonime persone fra la folla hanno in testa un ordigno a orologeria che fa tic-tac pronto a esplodere? Quanti vorrebbero estrarre un mitra e mettersi a sparare come Michael Douglas in «Un giorno di ordinaria follia»? In teoria un'infinità, in pratica pochi, perché quasi tutti soffocano e somatizzano l'impulso. Per far scoccare la scintilla assassina sembra necessaria una somma di fattori: per esempio sul conto del quarantanovenne bombarolo di Manhattan Edward Leary si ipotizza una tendenza piromane (anni fa avrebbe dato fuoco all'appartamento di un vicino con cui aveva litigato) sommata alla frustrazione lungamente covata per aver perso il posto di programmatore di computer presso una società di Wall Street. Scorrendo la cronaca, si direbbe che proprio il licenziamento sia particolarmente idoneo a far scattare la molla. «Tom Macilvane era diventato un pazzo, sembrava una bomba sul punto di scoppiare» testimoniò al processo l'ex compagno di lavoro di un portalettere americano cacciato per assenteismo: dopo aver covato per un po' il suo rancore, in un giorno del '91 l'uomo arrivò nell'uffico postale di Detroit presso il quale aveva lavorato e scaricò un paio di pistole ammazzando tre colleghi e ferendone dieci. Il pluriomicida mostro di Mil- L'attore Michae Douglas waukee è stato ammazzato in carcere da un certo Scarver Christopher, condannato per aver ucciso un paio di persone nel supermercato che lo aveva licenziato: lui però un mostro non è stato definito da nessuno, è vero che ha collezionato tre omicidi ma la sua è stata soltanto «ordinaria follia». Gli esempi non vengono solo dall'America, anche da noi la «nera» racconta fatti del genere. E' di appena un mese fa la storia della ragazza assassinata a Mantova da un Liborio Cammarata frustrato da un licenziamento: la povera Milena Negri non era che la segretaria del principale, ma per questo le toccava il ruolo di filtro fra l'ex dipendente e il boss, era lei a dover dire «mi spiace, il capo non c'è e comunque non la vuole più vedere» e tanto è bastato a scatenare la furia omicida. Ma è ancora la cronaca a dire che fra subire passivamente vere o presunte ingiustizie e sfogarsi uccidendo ci sono vie di mezzo. Sempre negli Stati Uniti c'è chi ha trovato il modo di vendicarsi senza versare una goccia di sangue: cqme quel programmatore (lo stesso lavoro del bombarolo Leary) che introdusse nel computer della ditta l'ordine-virus «se il mio nome compare fra i licenziati, cancella tutta la tua memoria»; quando lo mandarono a spasso, l'elaboratore eseguì e in una frazione di secondo l'azienda perse un indirizzario di 170 mila clienti. Luigi Grassia L'attore Michael Douglas

Persone citate: Leary, Liborio Cammarata, Manhattan Edward Leary, Michael Douglas, Milena Negri

Luoghi citati: America, Detroit, Mantova, New York, Stati Uniti