Martini, dai Vangeli a «Capital»

Martini, dai Vangeli a «Capital» «Sarebbe importante se in Italia ci fossero partiti cristiani» Martini, dai Vangeli a «Capital» // mensile dedica la copertina al cardinale IAVOLO d'un Cardinale. Prima firma la prefazione ai Vangeli regalati dalYUnità, raggelando chi vede nella Chiesa l'insostituibile funzione di baluardo contro i «rossi». Adesso deluderà, chi, al contrario, la vorrebbe baluardo contro il capitalismo: si fa fotografare sulla copertina di Capital in edicola domani, tonaca rossa, anello con l'ametista-simbolo della fede e croce cardinalizia bene in vista, braccio alzato e sguardo deciso. Carlo Maria Martini, gesuita, dal 1980 Arcivescovo di Milano, è il primo prelato per la rivista di Isa Antonelli Mazzoleni. Un segno di apertura verso «il mondo»: quell'apertura che tanti integralisti gli rimproverano, ma che altrettanti cattolici vedono come segno di speranza nel futuro «sociale» della Chiesa. «Io ho sempre professato il distacco dalla politica - dice Martini, in una lunga intervista allo scrittore Alain Elkann -. Prima di tutto vengono la Chiesa e i fedeli. Se partecipo alla politica, lo faccio come qualsiasi cittadino. Certo, sarebbe importante che in Italia ci fossero partiti ispirati in modo serio e approfondito ai valori cristiani, perché il Vangelo ha una grande forza sociale: i valori cristiani non sono valori vaghi, cui si può far riferimento in maniera generica e superficiale. Richiedono una visione profonda. E' utile e significativo che ci siano forze politiche che si assumono questo compito». Martini non risparmia le critiche al governo. E' anche sceso in campo contro la riforma previdenziale, poco tempo fa. «Non è stata una presa di posizione così rigida - precisa adesso -. Certo la Chiesa, come sempre, è preoccupata che non vengano lesi i diritti delle persone più deboli». Un giudizio su An? «Mi preoccupa la ripresa dell'estrema destra in Europa, anche in Austria e Germania. Non è vero che siamo Profiscagionati dal pericolo che si ripetano fatti del passato: bisogna essere attenti a tutte le derive». E Berlusconi? «Penso che la concentrazione nelle mani di pochi di tante tv sia un fatto rischioso. Sia ben chiaro. Non dico che le tv vengano sempre usate male, dico che le concentrazioni sono oggettivamente un rischio». Il Cardinale in tv preferisce andarci poco. «Il messaggio cristiano va comunicato anzitutto da persona a persona, nell'ambito di una comunità». Critico anche il giudizio complessivo sulla situazione italiana, anche se mitigato da «molta pazienza. Vedo un Paese molto litigioso, in cui tutti sono sospettosi di tutti. Bisogna invece co- tto struire sulle cose positive». Infine, il capitalismo. «E' chiaro - dice Martini - che il Regno dei Cieli propone un distacco del cuore molto importante per l'apertura a Dio, ma anche per la salvezza umana. I beni materiali non devono essere ricercati per se stessi, ma per il bene di tutti». Il ruolo dell'imprenditore, spiega Martini «è quello della parabola dei Talenti. Chi ha più possibilità, le deve far fruttare per gli altri. Un ruolo molto importante e molto nobile. Il vero rischio è che sia accecato dal proprio potere». Lui, personalmente, non si considera «potente». «Ho molte responsabilità - si schermisce ma mi sento soprattutto cristiano», [r. sii.] Capital .... «u^'*: Profitto Il card. Carlo Maria Martini sul mensile «Capital»

Persone citate: Alain Elkann, Berlusconi, Carlo Maria Martini, Isa Antonelli Mazzoleni

Luoghi citati: Austria, Europa, Germania, Italia, Milano