«Tutti a Roma saremo un milione»

U «Tutti a Roma, saremo un milione» Gli azzurri: Maroni stai tranquillo, nessun tumulto U ROMA N milione di persone in piazza, il 15 gennaio. Il numero è quello canonico, dai posti di lavoro in poi, e nel pronunciarlo Enzo Savarese si liscia soddisfatto la barba. «Berlusconi come De Gaulle. Faremo sfilare per le strade di Roma la maggioranza silenziosa». Il deputato-prototipo del Polo Destro (sta con Forza Italia e va a cena con Fini) scuote il cellulare e lo sopracciglia: «Niente, non si prende la linea. La ragazzina scema e montata ha fatto schermare l'aula». Chi, scusi? «La Pivetti». Senza telefonino, Savarese è un uomo giustamente avvilito: gli serve per coordinare, organizzare e soprattutto «raffreddare», come dice lui, gli entusiasmi a volte un po' birichini della base italofbrzutà. Con Tajani, Meluzzi e Gianni Pilo, Savarese è uno dei quattro tribuni della «plebe borghese» chiamati da un destino neogollista a guidare nelle prossime settimane la piazza moderata. Si è gettato nell'impresa come su un whisky: tutto d'un fiato, e con molto ghiaccio. «L'importante è raffreddare. La manifestazione davanti al Parlamento durante il discorso di Berlusconi l'ho raffreddata io. Non ci sarà. E stiamo raffreddando anche il Nord, perché nessuno scenda coi pullman a Roma in questi giorni. Direbbero che vogliamo condizionare il voto con la piazza. E allora, raffreddare». Fino a quel week-end di metà gennaio che nell'immaginario dei «tribuni» è già un palpito di Storia. «Arriveranno da tutta Italia. Un milione. Sfileremo dietro a un solo, enorme cartello: "Ladri di Voti". In silenzio. Perché solo il silenzio dà la misura della drammaticità della situazione». «Eeehi» «Ooohi». Scambio di urlacci e di saluti romani scherzosi (si spera): è arrivato un altro «tribuno», Alessandro Meluzzi da Torino. Canticchia su cadenze sessantottine uno slogan per la piazza appena ideato alla buvette di Montecitorio: «L'unica - vera - provocazione - è - il governo - del ribaltone». I due mettono a punto il carnet delle prossime 48 ore. «Dunque: fiaccolata a Torino, poi domani (oggi, ndr) operazione-shopping...» Alt, che roba è? Meluzzi ha il baffo che brilla: «Mentre alla Camera parla Berlusconi, i no- stri militanti, belle ragazze incluse, gireranno fra via del Corso e via Condotti, distribuendo un foglio di controin¬ formazione, "Forza Italia News". Titolone: "No al golpe bianco"». «E' un samizdat. Per far sentire la nostra voce non abbiamo che questo giornaletto ed Emilio Fede. Altro che sei tv!», dice - sul serio Roberto Rosso, l'italoforzuto vercellese che lavora in tandem con Meluzzi. Completano l'elenco degli slogan per le prossime manifestazioni. Alcuni già usati, come «Buttigliene continua così - che ti si affloscia tutto il ppi», altri inediti: «Giuda ce l'ha insegnato - E' finito impiccato». Un po' macabro: Savarese ne annuncia l'esordio per la kermesse di stasera al circo Nando Orfei sotto il cui tendone Cesare Previti arringherà gli italoforzuti di Roma alle 18. Nelle grandi città e nei collegi del Nord leghista la marcia è incominciata. Si alimenta con pochi soldi, se è vero che Savarese ha appena stac- | cato un assegno di 375.000 lire per coprire la sua parte di spese. Pochi soldi c un po' di paura. C'è il timore di infiltrati. Savarese: «La nostra è gente tranquilla, nessun problema, a meno che Maroni non faccia come i ministri dell'Interno de...». Intanto l'unico che si lamenta è Peraboni, il leghista di Cologno rimasto fedele a Bossi. Come promesso, il presidente del locale club di Forza Italia, Edoardo Teruzzi, si è installato nottetempo sotto casa sua col dichiarato scopo di non farlo dormire: «Però io adesso sono a Roma e chi si becca gli insulti sono i miei genitori, poverini. Io quello lo querelo». Massimo Gramellini MODELLO DE GAULLE

Luoghi citati: Berlusconi, Italia, Roma, Torino