Forza Italia torna in piazza

Sfilano in 7000 a Torino. Manifestano in 50 a Milano e in 100 a Genova. Niente slogan Sfilano in 7000 a Torino. Manifestano in 50 a Milano e in 100 a Genova. Niente slogan Forza Italia torna in piazza contro Bossi il «traditur » Tanti a Torino, circa settemila secondo la Digos. Pochi, anzi pochissimi a Milano (una cinquantina) e a Genova (un centinaio). Dopo il video-appello di Berlusconi - «Se il tradimento delle elezioni vorrà consumato, questa forza morale sfilerà... a Milano, a Roma e nelle altre città italiano» - Forza Italia ritorna in piazza. E oggi si continua. L'appuntamento e a Roma. Sotto il tendone del circo Nando Orfei ci sarà anche il coordinatore nazionale Cesare Previti e con lui anche numerosi parlamentari di quel che resta della maggioranza governativa: An, Ccd e liberali. Sembrano le prove generali della grande manifestazione che il centro-destra sta organizzando por dopo l'Epifania. «Sarà dicono i deputati-tribuni Savarese e Moluzzi - come quella di Parigi per De Gaulle». Era il '68, quella manifestazione segnò la fine del maggio francese. Adesso, c'è il 15 gennaio azzurro. La speranza? La sconfitta del ribaltone. E così i «gollisti» italiani fanno le prove. Scenario comune: bandiere, cartelli - i più anti-Bossi - e, in sottofondo, l'inno di Forza Italia. Ma a Torino è stato messo a tacere dopo le proteste di quelli di Alleanza nazionale. Dissidi? Macché, semplicemente gli ex missini han chiesto il rispetto del silenzio altrimenti avrebbero attaccato anche loro. Insomma, un invito a rispettare la «par condicio» tra alleati. Detto, fatto. Slogan? Nessuno, come da ordine presidenziale impartito via tv: «Questa forza morale sfilerà in silenzio per ore e ore». Ma le varianti sono ammesse. E' successo a Genova. Una delegazione composta da rappresentanti di 12 clubs cittadini di Forza Italia - dopo essersi mischiata all'elegante pubblico della prima mondiale del balletto di Antonio Gades «Fuente Ovejuna» al teatro Carlo Felice - ha poi proseguito in corteo fino alla sede genovese della Lega. Qui gli azzurri hanno depositato una corona di fiori gialli e viola. Sul nastro la scritta: «In memoria della Lega, Forza Italia dolente 19-2-94», data di nascita del Polo della Libertà. Da Genova a Milano. Qui c'è un po' di delusione: hanno sfilato solo in una cinquantina. Già, ma l'altro ieri c'era stata l'assemblea al Manzoni e così Angelo Codignoni, responsabile nazionale dei club di Forza Italia, spiega: «Le nostre sono sempre manifestazioni spontanee, anche per questo, perché non sono organizzate dall'alto, non sono oceaniche. Avevamo anche pensato di rinviare tutto visto il tempo, ma chi voleva partecipare non ha sentito ragioni. In più hanno telefonato in tanti per esprimere il loro sdegno contro Bossi». E così sfidando la pioggia si sono riuniti dietro la sede della Lega in via Bellerio. Cinquanta bandiere tricolori sotto i grandi murales con gli ormai odiati simboli di Alberto da Giussano. Gelido il commento di Luigi Negri, segretario della Lega Lombarda, ma anche uno della «componente dei dissidenti», l'ala pololiberista della Lega: «E' una manifestazione puerile». Al mattino c'era stata la prima uscita: un «presidio» in centro di alcune decine di azzurri. Qui, rotto l'ordine del silenzio, la rabbia è diventata slogan: «Leghisti sì, comunisti no». Arrabbiati ma soddisfati invece a Torino. Organizzati da An, Forza Italia e Ccd hanno sfilato in oltre cinquemila. Una fiaccolata - oltre mille quelle vendute dagli organizzatori - silenziosa da Porta Susa a piazza Castello con breve sosta sotto la sede della Lega Nord, protetta da un cordone di forze dell'ordine. Anche qui, come da copione, nessuno slogan ma tanti cartelli. Il più diffuso quello con la scritta in piemontese: «Senatur, traditur». Ma c'era anche un «Bossi, compagno» e l'immancabile «Bossi, Giuda». Poi un'interminabile serie di cartelli-invito: «Berlusconi, non mollare. Siamo con te». Corona di fiori in memoria del Polo Cesare Previti. Al centro: una manifestazione di Forza Italia