I sospetti corrono sul telefono

I sospetti corrono sul telefono I sospetti corrono sul telefono «Soldi al pei da sponsorizzazioni sportive» I NUOVI FILONI DELL'INCHIESTA VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Occorre un vertice fra i magistrati che indagano sui finanziamenti illeciti delle coop «rosse». Urgentemente. Forse già venerdì, nonostante sia l'antivigilia di Natale. L'appuntamento non può slittare perché le inchieste che si sviluppano fra Piemonte e Veneto, Roma e l'Emilia debbono essere coordinate per evitare doppioni d'indagine. I filoni si stanno moltiplicando. A Ravenna c'è il sospetto che un finanziamento occulto al partito comunista sia avvenuto attraverso la sponsorizzazione di alcune squadre sportive. Riprende quota l'indagine sulle mazzette pagate per la metropolitana di Milano divise in percentuale fra socialisti, repubblicani e comunisti. E aumentano le telefonate del- la gente che vuole farsi sentire, denunciare, accusare. Come nei giorni scorsi alla Procura di Ravenna, si surriscalda il centralino del pubblico ministero Carlo Nordio di Venezia che ha messo sotto inchiesta la gestione delle cooperative venete. Segnalazioni, dubbi, sospetti, vere e proprie denunce. Chiamano da tutta Italia, mandano lettere, invitano a indagare su aspetti apparentemente banali. L'ultimo appello al magistrato viene da Gubbio dove gli stessi dirigenti della coop «La Bastula» (che, per la verità, sono da tempo ex diri¬ genti) invocano che la magistratura si occupi della loro questione essendo stati costretti a fallire dai responsabili regionali della coop. «Finora nessuno ci ha ascoltati. Intervenite voi e fate giustizia». Completando la richiesta con nomi, cognomi, date, fotocopie di verbali. . La crisi di un'azienda - secondo le ipotesi dell'accusa doveva consentire in un primo tempo di accedere a finanziamenti pubblici e poi chiudendola subito dopo - di destinare quei fondi altrove. Forse per finanziare illegalmente i bilanci del pci-pds. E' accaduto questo per la cantina «La Rinascita» di Noventa? Certo i verbali dell'ispezione sono stati falsifica¬ ti, tre persone sono in carcere e i magistrati stanno tentando di ricostruire l'intreccio di complicità che ha consentito di realizzare la truffa. Secondo gli inquirenti la manipolazione di un verbale d'ispezione non può avvenire senza una solida copertura da parte dei dirigenti importanti della cooperativa. E quel dirigente lo stanno cercando. Per arrivarci, i finanzieri hanno setacciato la sede delle coop venete di Porto Marghera a caccia della macchina per scrivere usata per falsificare il verbale che ha condannato al fallimento la cantina sociale. E per individuare la segretaria che è stata incaricata di eseguire materialmente le modifiche «incriminate». Clima di omertà. Le impiegate «esecutive» sono cinque ma nessuna si ricorda di avere scritto quel testo sotto dettatura. Restano da rintracciare due altre ragazze che, nel 1992, lavoravano alla coop e che poi si sono licenziate. Per la macchina è stata sequestrata una Olivetti elettrica ma per essere certi che sia il corpo del reato occorre attendere la perizia di un esperto. Una circostanza evidente e apparentemente indiscutibile fa perdere la memoria e cuce le bocche. Nessuno sapeva: nessuno sa. Il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Zen ha rifatto ieri il giro delle carceri che sabato aveva fatto il pubblico ministero Carlo Nordio per interrogare i tre arrestati. Sempre in lacrime le due donne Maria Grazia Povoledo e Gabriella Semenzato. Il loro verbale del febbraio 1992 è stato modificato e le conclusioni ottimiste circa le possibilità di salvare l'azienda sono diventate una sentenza inappellabile di fallimento. Ammettono le manipolazioni e ammettono la truffa. Sostengono che non sarebbe stato plausibile eseguire quell'operazione senza un ordine superiore ma la loro amnesia non aiuta e non sanno indicare chi si è assunto la responsabilità di quella decisione. Giuseppe Faggin, il commercialista di Padova, presidente del collegio sindacale della coop che, via fax, ha suggerito le modifiche, attraverso il suo avvocato Riccardo Gallese, fa sapere di aver chiarito la sua posizione e di essersi dichiarato estraneo alle accuse in modo così esauriente «da porre in serio dubbio l'ipotesi accusatoria». Lorenzo Del Boca tornii*;* li pubblico ministero di Venezia Carlo Nordio

Persone citate: Carlo Nordio, Gabriella Semenzato, Giuseppe Faggin, Lorenzo Del Boca, Lorenzo Zen, Maria Grazia Povoledo, Noventa, Riccardo Gallese