«Vigliacco il soldato linciato dagli arabi» di Aldo Baquis

La destra d'Israele: non ha voluto sparare GERUSALEMME La destra d'Israele: non ha voluto sparare «Vigliacco il soldato lincialo dagli arabi» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Da alcuni giorni gli israeliani sono impegnati ad analizzare, con grande fervore, dieci minuti nella vita del signor Shmuel Meir, il quarantaduenne riservista trovatosi bloccato da un ingorgo stradale nel centro della città palestinese di Ramallah (Cisgiordania) e quasi linciato dalla folla: il suo volto macchiato di sangue è apparso sui giornali e sulle reti televisive in tutto il mondo. Come talvolta succede quando un grande calciatore manca un gol sicuro, gli «esperti» israeliani analizzano adesso alla moviola i grossi gesti del malcapitato riservista mentre scansa le botte dei palestinesi e cercano di stabilire se egli abbia infangato l'onore dell'esercito. Il Paese si è diviso in due fazioni: quelli che gli rimproverano di non aver aperto il fuoco sulla folla e quelli che comprendono che la sua preoccupazione principale fosse quella di tornare a casa, malconcio ma vivo. «Eroe o codardo?» ha cercato ieri di stabilire il quotidiano «Maariv» in una grande inchiesta pubblicata su tre pagine. All'origine della disavventura del riservista Meir vi è un cartello stradale poco chiaro all'ingresso di Ramallah: gli israeliani devono piegare a sinistra e (seguendo una striscia gialla segnata per terra apposta per loro) usare la circonvallazione, mentre i palestinesi possono procedere diritti ed entrare nel centro della città. L'israeliano che sbaglia a quell'incrocio entra in una trappola da cui è difficile sfuggire: il traffico lo «aspira» inevitabilmente verso piazza Manara, dove lo attende un ingorgo. Lì - fermo tra un camion e un taxi - Meir è stato bloccato da decine di attivisti di Al Fatah e ha visto la morte negli occhi. «A quel punto avrebbe do¬ vuto balzare fuori dall'automobile, usare il fucile automatico che aveva con sé e falciare la folla: sono sicuro che i palestinesi sarebbero allora fuggiti come topi» ha risposto al sondaggio di «Maariv» il ministro dell'Edilizia (laburista) Benyamin Ben Eliezer, un generale della riserva. «Conosco dei padri che se i loro figli si fossero comportati come Meir non li avrebbero più voluti vedere». Anche un anonimo ascoltatore della radio militare avrebbe preferito vedere un Rambo morto piuttosto che un grigio padre di famiglia vivo: «Io, al suo posto - ha detto - mi sarei subito messo l'elmetto in testa, avrei steso una decina di palestinesi e, cambiando di continuo i caricatori, avrei cercato un riparo in attesa che arrivassero i rinforzi». . «Meir si è comportato come una persona normale» ritiene invece Meir Pail, un altro generale della riserva, docente di storia militare. «Se avesse aperto il fuoco, la folla lo avrebbe sommerso e linciato». Anche fra i rabbini i pareri sono discordi: «Chi viene a ucciderti, dev'essere ucciso preventivamente» ha ricordato il rabbino capo Israel Meir Lau. Il rabbino Yehuda Amital, d'altra parte, ritiene che «l'onore dell'esercito» non fosse comunque in gioco nella piazza Manara. «Ma quale onore militare? L'importante è che questa cara persona sia tornata a casa». Da destra il linciaggio di Meir (prima da parte dei palestinesi, poi da parte dei massmedia israeliani) ha prestato l'occasione per sferrare una nuova bordata al governo laburista: «Se i nostri soldati sono demoralizzati - ha affermato l'ex ministro della Difesa Ariel Sharon - è colpa di Rabin che, con le sue mani, ha consentito che le città della Cisgiordania e di Gaza diventassero dei paradisi per i terroristi palestinesi». Aldo Baquis

Luoghi citati: Cisgiordania, Gaza, Israele, Tel Aviv