Intrusi nel ciberspazio di Lorenzo Soria

Intrusi nel ciberspazio Intrusi nel ciberspazio Beffe, razzismo e pornografia I DELITTI VIRTUALI LOS ANGELES UNQUE non e vero, Bill Gates non si è comprato il Vaticano e i suoi occupanti. E nemmeno ìa Casa Bianca. Si è trattato di uno scherzo e se scherzo doveva essere quale veicolo offre più opportunità di diffusione istantanea della Internet, la madre di tutte le reti digitali? Se al fondatore della Microsoft verrà mai l'intenzione di unire per davvero in matrimonio il suo impero digitale con quello millenario della Chiesa, dovrà tuttavia fare i conti con Kibo. Kibo? Se vi domandate chi e, vuol dire che non siete un navigatore troppo frequente della Internet. Sapreste altrimenti che Kibo è il dio più popolare della rete, il creatore di una religione chiamata «kibology». L'ha fondata un paio di anni fa un certo James Sparry. Doveva esse- re uno scherzo, ma adesso ha assunto una vita tutta sua e sul terminale di Sparry arrivano più messaggi che nei bollettini elettronici messi in piedi ufficialmente dalla Chiesa cattolica, che alla ricerca di nuove vie per mantenere il contatto con i fedeli ha deciso di aprirsi al ciberspazio. C'è un culto speciale anche per Spot, il cane (virtuale) di Kibo. Si legge l'ennesimo articolo sulla Internet e apprendiamo che il nostro futuro è qui, che sulle reti digitali confluiranno gran parte dei traffici commerciali e delle transazioni bancarie, che useremo i servizi on-line per acquistare titoli in Borsa e i bollettini elettronici per scambiare informazioni su come aggiustare i freni della macchina piuttosto che per trovare l'anima gemella. Ma assieme con le sue applicazioni pratiche e serie, l'Internet offre ampie occa- i sioni per mettere in piedi scherzi e beffe. E offre rifugio a un sottomondo che approfitta della mancanza di leggi e di regole del ciberspazio per adescare bambini, condurre campagne di odio razziale, trafugare somme di denaro e penetrare archivi segreti. «La comunità elettronica è un riflesso di chi siamo - sostiene Mary Melchior -. Temo porteremo nella rete tutto ciò che abbiamo nel resto del mondo». La signora Melchior osserva il ciberspazio da un punto di osservazione privilegiato, da una stanza della Casa Bianca dove arrivano circa centomila messaggi all'anno indirizzati a Clinton. Il Presidente vuole mantenere il contatto con gli elettori che si avventurano nel ciberspazio ma almeno un quarto dei messaggi chiedono aneddoti sulla vita del gatto Socks, e foto di Hillary nuda. I venti, forse trenta milioni di utenti Internet decantano la sua anarchia, la mancanza di leggi e regolamenti. Ma spesso accadono episodi che renderebbero auspicabile un impossibile corpo di polizia ciberspaziale. Ad esempio per stare dietro alla crescita impetuosa di bollettini elettronici attraverso i quali si diffondono messaggi di odio contro tutti: contro gli ebrei, gli afro-americani, i gay, i «liberals», i difensori dell'ambiente. Ma come si traccia la linea tra diritto alla libertà di espressione e diritto degli individui? E poi, chi dovrebbe istituire un corpo di polizia del ciberspazio? Questioni che sono state affrontate recentemente dal corpo accademico della Carnegie Mellon University. Hanno scoperto che i loro studenti usavano la Internet per entrare in bollettini dai contenuti esplicitamente sessuali e per richiamare sui terminali foto di modelle nude. Dopo un difficile dibattito, l'Università ha deciso di limitare l'accesso al ciberspazio, suscitando ondate di protesta. «Questo è l'equivalente di bandire Henry Miller dalla biblioteca», hanno esclamato gli studenti. Ma molti di loro hanno già trovato il modo per penetrare in un bollettino elettronico chiamato il «ciberbordello»: si possono osservare foto e scambiare sensuali parole con Niki, Trisha, Desirée e anche con Ashley, la danzatrice del vento. Il ciberbordello è stato messo in piedi da un signore di Meza, in Arizona, che riceve ogni giorno 15 mila visitatori. Visitatori virtuali. Lorenzo Soria Bill Gates il padre della Microsoft

Persone citate: Bill Gates, Carnegie, Clinton, Henry Miller, James Sparry, Mary Melchior, Melchior, Mellon

Luoghi citati: Arizona, Los Angeles