«Sorella mia ti devo uccidere»
«Sorella mia ti devo uccidere» LA STORIA «Sorella mia ti devo uccidere» Idettagli non sono sinistri, la scena è bucolica, sebbene sia notte: la ragazza, quindicenne, è stata uccisa nei boschi al fondo di una carrozzabile, relativamente senza dolore. Sono arrivati in cinque. Se ne sono andati in quattro. Nazmiyé è stata lasciata sul luogo del delitto, seminascosta. Il cugino Lutfi l'ha tenuta ferma mentre il fratello Abdullah la strangolava con una mano, la sinistra. Padre e madre guardano, perché questo è un affare di famiglia e non c'è rammarico né ira nell'ucciderc, soltanto il senso che, essendo stato macchiato l'onore della famiglia, si deve procedere. 11 figlio minore, Murac, non prende parte alla spedizione di famiglia perché ha solo 1 2 anni. E' un giorno di vacanza, il Ferragosto '93. Gli llikpinars sono gente semplice, curdi turchi che si sono sistemati a Colmar. Mustafa, il padre, è venuto per primo, ventidue anni fa. In Turchia era contadino e tale è rimasto in questa terra di confine tra la Trancia e la Germania. Tutti lo descrivono come un uomo scrupoloso, solido, gran lavoratore. Grazie alle leggi sull'immigrazione, illuminate e liberali, che permettono alle famiglie di riunirsi, Mustafa nel 1981 viene raggiunto dalla moglie Elife, dal figlio Abdullah e da Nazmiyé, che allora aveva due anni. Sono musulmani ma non fanatici. Mustafa e la moglie frequentano la moschea, più che altro per incontrare la loro gente. Abdullah non è quasi musulmano: beve, ha fatto uso di droghe, è stato coinvolto in piccoli episodi di violenza. Lui e il cugino ammettono di praticare la religione solo saltuariamente. Elife porta il velo. Nazmiyé è la pecora nera (.Iella famiglia. E' quella che apertamente vuole assimilarsi. Una bambina difficile, ribelle, che ha sempre avuto problemi a scuola. Si potrebbe dire che Abdullah e Lutfi sono la generazione di immigrati di transizione. Sono cresciuti in Francia, ma conservano i comportamenti tradizionali della loro classe e della loro razza. Se è quando fanno una stupidaggine - e Abdullah ne ha fatte molte, allergico alla scuola com'è stato, e sempre assente dal suo lavoro ili stuccatore-decoratore - entrambi lo riconoscono perché si sentono eredi della tradizione. Mentre loro si sentono disorientati dalla moderna società francese e spinti ai suoi margini, come nu>lte famiglie di immigrati, Nazmiyé è apertamente refrattaria: non vuole un matrimonio combinato dalle famiglie, detesta le restrizioni alle quali devono sottomettersi le donne musulmane, è una ragazza allegra che ha qualche flirt. Finché si tratta di un comportamento privato, nascosto all'interno della famiglia, non ha vere e proprie conseguenze: i vecchi si lamentano dei giovani, ma dove non succede? Abdullah è protettivo verso sua sorella, ma quale fratello mag giore non lo è? La famiglia avrebbe potuto tollerare le pie cole trasgressioni della ragazza, ma quello che non ha potuto perdonarle è stato il rifiuto della famiglia e delle tradizioni Nazmiyé aveva chiesto di esse Keith Botsford C0N1INUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA
Persone citate: Keith Botsford
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