IL POTERE SENZA AUTORITÀ di Sergio Romano

Patto Lega-ppi: «Siamo aperti a Forza Italia ma vogliamo un governo per le riforme, poi si voterà» IL POTERE SENZA AUTORITÀ' AVEVAMO una classe politica barocca, melliflua, allusiva e dissimulatrice, abilissima nell'arte di parlare tacendo e di lanciare segnali polivalenti. Abbiamo oggi una classe politica chiassosa, malparlante e insolente. Il Paese ecclesiale in cui Moro e Berlinguer potevano dialogare a distanza parlando «in cifra» di convergenze parallele e rivoluzione cilena è diventato il più volgare d'Europa. Si direbbe che gli italiani tutti, dai parlamentari all'uomo della strada - si siano improvvisamente incattiviti. Il turpiloquio, i commenti sarcastici, le allusioni sessuali, le intemperanze verbali e gli insulti goliardici sono diventati moneta corrente. La marea della volgarità sale, raggiunge le alte cariche dello Stato, sporca il decoroso manto da cui dovrebbero essere protette. Non vi è istituzione ormai che non sia coinvolta in questo gioco al massacro. Una lettera di scuse, come quella del presidente del Consiglio al Presidente della Repubblica, cerca talora di restituire alla politica le regole della buona creanza. Ma si tratta di un breve interludio fra polemiche sempre più ringhiose e astiose. Negli scorsi giorni il Capo dello Stato, il presidente del Consiglio, un magistrato di Cassazione, il presidente della Camera e il presidente della Corte Costituzionale, sono stati oggetto di commenti fortemente polemici o di allusioni sospettose e insolenti. Credo di non essere il solo che prova in queste occasioni un forte disagio. Le grandi cariche istituzionali mi appartengono, fanno parte di un tesoro nazionale di cui io, come cittadino, detengo una quota parte. Sergio Romano CONTINUA A PAG. 4 PRIMA COLONNA

Persone citate: Berlinguer, Moro

Luoghi citati: Europa