Per le Coop rosse scottano le manette

Il giudice Zen ordina tre arresti in Veneto Il giudice Zen ordina tre arresti in Veneto Per le Coop rosse scottano le manette RAVENNA DAL NOSTRO INVIATO Non a Ravenna, come ci si aspettava, ma in Veneto, sono partiti i primi arresti nel quadro delle indagini sulle coop «rosse». Il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Zen, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Carlo Nordio e ha firmato tre ordini di custodia cautelare nei confronti di due dirigenti e una funzionarla delle cooperative. Si tratta di Giuseppe Faggin, 48 anni, di Padova, presidente del collegio sindacale della cooperativa Rinascita di Noventa di Piave; di Gabriella Semenzato, di Mirano, responsabile dell'ufficio ispezioni della Lega delle cooperative venete e di Maria Grazia Povoledo di Padova, ispettrice del servizio sociale delle coop. L'accusa che li ha portati in carcere è quella di falso: falso documentale e falso in atto pubblico. La cooperativa che operava nel settore vitivinicolo presentava enormi difficoltà di bilancio al punto che, l'anno scorso, l'azienda ha dovuto dichiarare fallimento e portare i libri contabili in tribunale per le procedure civili. Ma, poco prima, un'ispezione interna aveva certificato che «era tutto regolare». Com'era possibile? Sembra secondo l'accusa - che sia stato redatto un primo verbale evidentemente troppo compromettente per i dirigenti della coop per cui, su consiglio del Faggin, ne sarebbe stato scritto un secondo più addomesticato e più gestibile anche in sede giudiziaria. A comporlo, materialmente sarebbero state Maria Grazia Povoledo e la sua capufficio Gabriella Semenzato.' Essendo i tre pubblici ufficiali il reato contestato è un falso in atto pubblico. La Guardia di Finanza, infatti, nel corso di una successiva ispezione aveva potuto constatare che non era tutto a posto. Anzi. Per cui la Procura della Repubblica ha avviato una serie di procedimenti nei confronti di 25 dirigenti (fra cui Faggin) ipotizzando che avessero costituito un'associazione per delinquere «finalizzata al falso in bilancio e alla bancarotta fraudolenta». E, tuttavia, i magistrati che lavorano all'indagine pensano che ci sia di più e di peggio. La cooperativa Rinascita si sarebbe occupata di vino soltanto sulla carta. In realtà il vero mestiere della coop Rinascita sarebbe stato quello di essere una specie di collettore utile per raccogliere i finanziamenti pubblici destinati all'agricoltura veneta per poi smistarli alle aziende associate. Il pubblico ministero Nordio ha già deciso che i tre possono essere interrogati oggi in Procura alla presenza dei loro difensori. Si allarga e si complica dunque il filone d'inchiesta sulle coop rosse. A Roma, i magistrati Gianfranco Mantelli e Maria Grazia Saragnano hanno ascoltato Lanfranco Turci, ex potentissimo presidente della Lega delle coop. Doveva riferire circa una riunione avvenuta a proposito degli appalti sull'alta velocità nella quale secondo il pentito Mirko Tagliavini - si sarebbe parlato di come assicurare contributi finanziari a Botteghe Oscure. Turci, ascoltato come «persona informata sui fatti» ha minimizzato. La riunione era pubblica e «aperta». Non sarebbe stato tecnicamente possibile affrontare temi men che corretti. Tuttavia non ha potuto evitare di ammettere che sia stato fatto almeno un accenno circa la difficoltà per le coop di ottenere appalti in quel settore. Una deposizione sulla stessa lunghezza d'onda di quella avvenuta ieri di Gianfranco Borghini, fratello gemello dell'ex sindaco di Milano che adesso è direttore del giornale «Bergamo oggi». Gianfranco, per molti anni ministro ombra dell'Industria del pei, ha voluto precisare che la riunione di cui gli hanno chiesto conto i giudici è stata una delle centinaia alle quali ha partecipato durante la sua vita politica. Ma assicura: «Mai si è parlato di finanziamenti occulti al partito». E si lamenta che le sue dichiarazioni siano finite sui giornali. «Gli inquirenti - sostiene - invece di rispettare il loro dovere alla riservatezza e il mio diritto a non essere esposto a campagne denigratorie hanno ritenuto di potere divulgare notizie relative al mio colloquio. E sono stati loro, visto che non era presente alcun giornalista e nessuno, al di fuori di me e degli inquirenti, poteva essere al corrente dei contenuti del verbale». Borghini dev'essersi accorto soltanto adesso che i giornali, tutti, da anni, sono costruiti con indiscrezioni di palazzo. La settimana prossima, sempre a Roma, dovrebbe essere convocato a Palazzo di giustizia Vincenzo Marini, il braccio destro del tesoriere del pei e del pds Marcello Stefanini. Forse verrà sentito lo stesso Stefanini e, più tardi, anche Occhetto e D'Alema. A Ravenna, gli uomini della Guardia di Finanza hanno visitato ancora gli uffici della Cmc e della Iper di Lugo. Ma la vera emergenza per i magistrati che indagano è nei centralini della Procura inondati da una valanga di chiamate di cittadini che credono di avere dei particolari interessanti da rivelare ai magistrati. A volte soltanto pettegolezzi, altre volte notizie scarsamente credibili o verificabili ma talora informazioni utili per immaginare importanti svolte nell'inchiesta. Lorenzo Del Boca Giuseppe Faggin, della cooperativa «Rinascita» di Noventa di Piave