Mitterrand al filosofo «Cos'è la morte?» di Enrico Benedetto

Il cattolico Jean Guitton rivela il suo incontro con il Presidente gravemente ammalato Il cattolico Jean Guitton rivela il suo incontro con il Presidente gravemente ammalato Mitterrand al filosofo: «Cos'è la morte?» BPARIGI RANCOLANDO come Giobbe, Mitterrand cerca Dio. E lasciando fuori - con i gorilla - le certezze laiche, bussa all'uscio di Jean Guitton per implorare dal novantatreenne filosofo cattolico quella luce ultraterrena che i suoi dubbi finora intaccavano. E' una storia vera. La raccontava ieri mattina, su «Liberation», l'anziano «padre spirituale». «Me lo vedo arrivare qui in casa, il 17 novembre». «Caro Guitton, mi parli della morte...». Inizia così il dialogo surreale tra due uomini che al crepuscolo si ritrovano lungo il medesimo fiume, ma su due rive diverse. Agnosticismo e fede, timore del Nulla Eterno e speranza nella Resurrezione. Il Filosofo, il Presiden- te e la Morte. Sembra un quadro di Albrecht Durer. Invece è realtà. Colloquio vero, nel grande alloggio al primo piano di Jean Guitton. Fuori, il caos di Saint-Germain. Dentro, il vegliardo con occhialini, l'inseparabile canna, cravatta, pochette e - unico vezzo - il distintivo dell'Académie Francaise al bavero. «Immortali» chiamano per tradizione, gli Accademici. Ma, ironia, proprio di Thanatos si ritrovano a parlare i due Grandi Vecchi. E dalle tenebre, come nella Bibbia, il Presidente incredulo grida a Dio la sua angoscia. Il Mitterrand che proprio ieri, nel Midi, accoglieva Berlusconi con rigido protocollo, e ogni S'orno da 14 anni regna impassibisulla Nazione, rivolge al potere terreno uno sguardo forse più distaccato del suo interlocutore italiano. L'incarico è agli sgoccioli, la malattia avanza, i dolori aumentano. Per lui il dopo-Mitterrand non è Balladur o Chirac, ma l'incontro con la morte. E l'aldilà. «Guitton, conosco i suoi libri» esordisce, «e la ritengo - contrariamente a Papa, vescovi e clero - uo¬ mo libero». «Lei studia, insieme, il tempo e l'eternità. Ora, la morte costituisce il passaggio fra i due. Mi dica, che cos'è? Ci penso da quando ero bambino. E so che morirò presto...». L'incontro - quasi una vera confessione, senza grate né penitenza si annoda per un'ora e mezzo. Nel lasciare me de Fleurus, Mitterrand intravede il Dio che assolve e pacifica? «L'ignoro» replica Guitton. Ma ricorda un loro altro rendezvous. Era l'86. «Sbarcò in elicottero nella mia cascina. "La religione è un insieme di assurdità". Lo corressi: "No, di misteri". E gli spiegai la differenza. "Dinanzi al vuoto, l'unica è spararsi. Il mistero, invece, è una scala. Bisogna salire, calcarne i pioli sino all'ultimo". "Quale?" domandò. "Monsieur le Président, è semplice: la morte". "E dopo?" "L'aldilà". - "Cioè?" "Se potessimo saperlo, avrebbe un altro nome"». Perché il sulfureo Guitton crede, ma non ha certezze metafisiche da vendere. Per lui - sorpresa - Mitterrand «è un mistico». L'affamato di Grazia che leva gli occhi a Dio, ma ne riceve solo un ambiguo, tormentoso silenzio. «Leggo San Paolo e l'Ecclesiaste» dichiarò, in settembre, su Le Figaro. «Mitterrand viene spesso a trovarmi» confidava mesi fa a La Stampa l'Abbé Pierre dal suo ritiro normanno: «Parliamo di tutto. Oltretomba, impegno sociale, devozione religiosa». E Jean Guitton ci disse che Mitterrand lo conosceva «da quando era monarchico». «Come lo giudica?» domandammo. «Una creatura che non si rassegna al silenzio di Dio». Enrico Benedetto

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