«La comunicazione elemento di sviluppo»
Indagine nelle aziende medio-piccole Indagine nelle aziende medio-piccole «La comunicazione elemento di sviluppo» Ma in molte imprese non esistono le competenze perfarsi conoscere Gli operatori piemontesi della piccola e media impresa considerano la comunicazione economico-finanziaria uno «strumento necessario» per la vita e lo sviluppo delle proprie aziende, soprattutto in previsione dell'entrata sul mercato borsistico telematico. E' di questa opinione l'84 per cento del campione di intervistati nel corso di una ricerca commissionata dalle società di relazione pubbliche Scr associati del gruppo Shandwick e Studio Mailander di Torino all'Istituto di studi per la pubblica opinione del sociologo Renato Mannheimer. Una risposta di questo genere è indicativa del «clima» nella piccola e media impresa, che si vuole aprire all'esterno, ma che riconosce che almeno nella metà delle aziende non esistono le competenze necessarie per portare all'esterno la comunicazione. Mannheimer ha detto che la ricerca - di carattere qualitativo svolta su un campione di 50 medie imprese di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna (scelte per dare indicazioni Franco Cellino precise) vede 8 imprenditori su 10 riconoscere il contributo della comunicazione finanziaria nella crescita della competitività dell'impresa. Nel medesimo tempo le attività di comunicazione e valorizzazione dei risultati economici con la stampa sono quelle che gli intervistati giudicano «più strategiche», anche se sono ancora le meno utilizzate. Franco Cellino, presidente dell'Associazione Torino Finanza ha lamentato la scarsa partecipazione diretta degli imprenditori all'incontro con gli autori della ricerca, augurandosi comunque che ci sia un nuovo approccio al mercato. Ma Furio Garbagnati (Scr associati) ritiene buono l'in teresse delle imprese che hanno compreso che «un prodotto esiste, così come un'impresa, se è comunicato, la qualità esiste se è percepita». Monic Mailander, ha sottolineato come in Francia le società quotate al secondo mercato abbiano riscontrato i maggiori cambiamenti proprio sul piano dell'immagine e della comunicazione. Franco Cellino
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