Le luci della città viste dall'obiettivo

Aspetti significativi della mostra Aem al Museo Aspetti significativi della mostra Aem al Museo Le luci della città viste dall'obiettivo La luce disegna i contorni delle cose, le crea, addirittura. Lo sapevano bene i grandi pittori del Rinascimento, che sulla luce, sui suoi giochi, sulla sua plasticità quasi fisica, fondarono la fama imperitura delle loro opere. Basti pensare (ma gli esempi sarebbero innumerevoli) alla «natura morta» del Caravaggio, la prima nella storia della pit- tura, in cui i frutti nel celebrerrimo cesto «vivono» grazie alla luce che li avvolge. Senza andare troppo lontano, osserveremo che non solo i raggi del sole ma anche quelli, infinitamente meno potenti e suggestivi di una lampada artificiale, pubblica, possono produrre effetti impensabili, spesso artistici, quasi sempre sorprendenti. Purché, ovviamente, li si sappia cogliere. E' quel che hanno fatto Roberto Goffi e Luigi Ganglio, due fotografi professionisti della Fondazione Italiana della Fotografia, che nella rassegna «Illumi- nare la città», allestita dall'Azienda Energetica Municipale al Museo dell'Automobile (in corso Unità d'Italia 40), hanno creato un angolo di Torino, come appare di notte, sotto i raggi più o meno intensi dell'illuminazione pubblica. «Itinerario emozionale» si intitola questo percorso particolare della mostra, che è storico e fotografico al tempo stesso. E mai definizione fu più azzeccata. Le 32 immagini della città notturna offerte da Goffi e da Ganglio ingenerano infatti un senso d'emozione, nonché di sorpresa, dal momento che riprendono aspetti suggestivi talvolta affatto sconosciuti, di una città che di notte si offre con grande effetto alla lettura di un visitatore più che attento. Una città che spesso (ma succede anche di giorno) si guarda senza vedere. Tra le tante sorprese di Gariglio e Goffi, spicca la Chiesa dei Cappuccini (rosa di luce nel A destra il «logo» della rassegna. A sinistra una suggestiva immagine delle tante arcate che impreziosiscono Torino ed il monumento a Vittorio Emanuele come appare di notte. In basso a destra un lampione disegna di luce il selciato di una nota via della città, sulla sfondo della Chiesa dei Cappuccini. mm siMWsmm wmimÈmmmmicA a tomo . • PIANI REALlZZAZIQNi 23 23 ottobre 1994 - 6 gehhaìo1995 museo C.SO UNAS museo pell'automo&sle C.SO UNITA'PTCÀUA 40-TOmHO ASTEPt ALIA DOMENICA OSE 10,00 -18.30 LUNEPì CHIUSO ce evocati dai due fotografi, in un virtuosimo che travalica la tecnica per diventare, talvolta, poesia. Altre immagini, per una durata complessiva di una dozzina di minuti, fotografano la città notturna. Sono quelle del video che va in onda a ciclo continuo in «multivision» al termine del percorso emozionale. Riguardano soprattutto un aspetto della città, e cioè i suoi monumenti più celebri. Quelli che al calar del sole, invece di ritornare anonimamente nel buio, assurgono a nuova dignità grazie a quella luce che li rianima. buio della collina) che fa da contraltare luminoso al lampione che illumina in primo piano il selciato del Lungopo. In evidenza anche l'austera solennità del tempio albanese in via delle Rosine, l'allegria melanconica delle «vasche» di via Po deserte subito dopo l'acquazzone e dei tavolini vuoti in piazza Carignano, abbandonati dall'ultimo avventore notturno. Perfino immagini banali (come un mucchio d'immondizia in primo piano a piazza Borgo Dora) o cupe (come le colonne del gasometro che si rizzano in corso Regina) appaiono nobilitate dai suggestivi giochi di lu¬

Persone citate: Gariglio, Goffi, Luigi Ganglio, Roberto Goffi

Luoghi citati: Italia, Torino