«Amori in corso» il film è diventato una commedia

ADUA ADUA «Amori in corso»: il film è diventato una commedia u N curioso e stimolante rapporto fra cinema e teatro è alla base di «Amori in corso» lo spettacolo tratto dal film di Giuseppe Bertolucci che va in scena all'Adua. L'appuntamento é dal 9 al 31 dicembre, la riduzione teatrale si deve a Michele Di Mauro, anche regista. i i è lid «Il malinteso» Camus e la Bolens g«Amori in corso» è una lucida favola sulla scoperta «dell'altro» - uomo o donna che sia, fa lo stesso - e sul valore costante dell'imprevisto nel complicato discorso amoroso. Nella storia Anna, Bianca, Cesare e Daniela (A, B, C, D) sono i quattro punti di un percorso, i quattro fattori interscambiabili all'interno di un teorema dei sentimenti da affrontare come se fosse un gioco. L'impalpabile «peso» dell'amore passa tra di loro, in un disegno di sensibilità che si intrecciano,' di vite che si uniscono e si perdono: le regole sono sempre le stesse, ma il gioco in realtà non dipende tutto dai protagonisti, sta in qualche modo al di sópra di loro, li supera. La regia dello spettacolo - Michele Di Mauro, attore di spicco del panorama torinese, è prota¬ EQUIVOCO del vivere, secondo Camus. La Compagnia Anna Bolens, presenta «Il maI linteso», all'Erba dal 9 all' 11 dicembre. In scena Anna Bolens, Anna Marcelli, Tony Mazzara, Ivana Valla e Andrea Loyacono. L'edizione è quella curata qualche anno fa da Adalberto Maria Tosco. E' la storia di quattro personaggi paralizzati dall'impotenza. Alla base, un insignificante malinteso che poi sfocia in tragedia e si allarga fino a diventare esistenziale. «Le cause? Hanno origini lontane. Una madre troppo occupata, che dimentica a poco a poco il marito e la figlia. Il troppo lavoro, poi la miseria. Una figlia che cresce senza amore, nello squallore». Nella storia le due donne diventano assassine, nella speranza di un cambiamento, della fuga in luoghi lontani «dove il sole soffoca qualsiasi interrogativo». I loro delitti colpiscono i rari clienti dell'albergo che gestiscono, che somiglia a un tetro ospedale. «L'alienazione di Marta e la stanchezza della Madre hanno trasformato la loro casa in una pseudo clinica mentale, un senso di impotenza pervade ogni cosa: per questo i nostri personaggi vengono visti radicahzzati anche con un'impotenza fisica». Così i protagonisti sulla scena si aggirano su sedie a rotelle. Un giorno, giunge in incognito dopo una lunga assenza, Jan, il figlio. Arriva per offrire alle due donne ricchezza, ma anche lui, colpito dall'ambiente, si blocca e non sa trovare neppure le parole per farsi riconoscere: per le due donne è un cliente come gli altri, l'ultima vittima. «"Il malinteso" è il dramma dell'impotenza. L'uomo riconosce il suo senso di vuoto - dice la compagnia - E' giusto allora cercare la solidarietà, opporsi alla crudeltà del vivere?». [cr. e] gonista in questi giorni anche al cinema, nel film di Tavarelli «Portami via» - punta alla ricerca di un rapporto tra linguaggio dello schermo e linguaggio teatrale: la chiarezza narrativa della pellicola di Bertolucci, la sua geometria, viene così trasposta sul palcoscenico, filtrata dalla lente deformante del teatro, affidata alla sua particolarissima espressività. La sceneggiatura, come nel film, è firmata da Bertolucci, Lidia Ravera e Mimmo Rafele. Recitano nella commedia Emma Dante, Chiara Di Stefano e Elena Stancarelli. [cr. e]

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