Bene vogliono che io smetta di Osvaldo Guerrieri

Bene: vogliono che io smetta Niente soldi a «Hamlet Suite» Bene: vogliono che io smetta ROMA. Carmelo Bene grida al sabotaggio. Anche quest'anno resterà senza finanziamenti. «Non importa che io sia tornato in scena alla grande, che abbia ripreso a recitare rischiando la vita - urla, e al telefono la voce gli trema -. Hanno definito il mio "Hamlet Suite" una pisciatina e hanno sostenuto che la mia ricerca non ha ricaduta pubblica». L'ira di Carmelo si abbatte sulla Direzione generale dello Spettacolo, che l'altra sera ha deciso di non finanziare la sua attività. «Ecco a che cosa porta la tirannia delle plebi», sentenzia. E spiega che non è stato sufficiente abrogare il ministero dello Spettacolo: «Voglio che se ne vadano tutti, voglio che venga abolito lo scandalo della spartizione clientelare». Aggiunge: «Se hanno accolto i progetti di Luigi Squarzina e di Ugo Gregoretti, perché hanno respinto quello di Carmelo Bene?». L'attore è tornato in scena quest'anno dopo una lunga inattività. «Hamlet Suite» e i «Canti Orfici» sono gli spettacoli della sua rinascita. Conta di portarli in settanta teatri, corredandoli di seminari riservati ad alcune città (a Perugia e a Montalcino, per esempio). Questo impegno ha un preventivo di 900 milioni e un disavanzo di 200. La speranza era che la sovvenzione pubblica coprisse almeno il disavanzo. Invece, nulla; anzi peggio che nulla: il dileggio della «pisciatina». «Ormai l'ho capito - si accalora l'attore - vogliono obbligarmi a smettere. Questa macchina spaventosamente imbecille vuole obbligarmi ad alzare enormemente i prezzi e a mettermi fuori mercato. In una parola, mi vogliono spacciare». Ma non si dà per vinto. Vuol sapere «se il governo si sente rappresentato da questa insolenza» e annuncia che si appellerà a Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Gli chiederò di non firmare nulla, di sospendere immediatamente questa sciagurata decisione. Anzi vorrei che aprisse un'inchiesta e andasse a vedere che razza di cul¬ tura fanno questi». La polemica è al calor bianco. Dichiarandosi vittima di un sopruso clientelare, denunciando la censura attraverso i finanziamenti, Carmelo Bene ipotizza il peggio: «Mi arrendo e esco di scena». Confessa di sentirsi trattato peggio di un esordiente, mentre è l'unico a «riempire i teatri». Ma sull'altro fronte, negli uffici dell'ex ministero dello Spettacolo, non raccolgono il guanto della sfida. «Non abbiamo negato niente», dice un po' irritato Giuseppe Ferrazza, vice di Carmelo Rocca alla Direzione Generale. Aggiunge: «Carmelo Bene si ostina a presentare progetti speciali. Quest'anno la commissione doveva scegliere 3 progetti su 24». Perché non è stato scelto quello di Carmelo? «Perché Carmelo fa attività di compagnia, va in giro con uno spettacolo. Avrebbe dovuto presentare un altro tipo di domanda. E poi, se i progetti fossero stati di meno, forse il suo veniva accettato. Ma erano tanti e la commissione non ha avuto dubbi fin dalla prima votazione». ■ Tutto spiegato, allora? Neanche per sogno. Il no della commissione non si basa su una leggerezza o su un vizio di forma. Matteo Bavera, amministratore di Carmelo Bene, sostiene che queste spiegazioni sono frottole: «Smentiscono ciò che lo stesso Ferrazza mi ha detto pochi giorni prima della riunione, e cioè che la richiesta era ammissibile. Ma poi, se la domanda è fatta per un articolo e rientra in un altro, lo spostamento è automatico. Sono tutte frottole, lo ripeto». E conclude con la prova che considera definitiva: «La nostra richiesta rientrava nell'articolo 17 della Circolare ministeriale del 14 aprile '94. Prevede il finanziamento di "progetti speciali a carattere produttivo con obbligo di adeguato numero di recite per il pubblico"». Quindi spettacoli veri e propri, che girino e facciano borderò. «Esatto». Osvaldo Guerrieri Carmelo Bene è furioso: «Non importa che io sia tornato in scena alla grande, che abbia ripreso a recitare rischiando la vita. Hanno definito il mio "Hamlet Suite" una pisciatina»

Luoghi citati: Montalcino, Perugia, Roma