De Lorenzo sto male Il tribunale non è vero

II pm: e in grado di intendere e volere L'ex ministro rifiuta di andare al processo con un infermiere, respinta la richiesta di un'altra perizia De Lorenzo: sto male. Il tribunale: non è vero II pm: e in grado di intendere e volere NAPOLI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'appuntamento era fissato per le otto nell'ufficio matricola del carcere di Poggioreale. I carabinieri del nucleo traduzioni del palazzo di giustizia si sono trovati davanti a un Francesco De Lorenzo più innervosito che mai. «Che fa, professore, viene con noi?», gli ha chiesto il caposcorta. L'ex ministro ci ha pensato per più di due ore. Finalmente, dopo mille sì e altrettanti no, un medico del centro clinico del penitenziario gli ha proposto di andare a Castelcapuano con un'autoambulanza, con un infermiere. Solo allora il re deposto della sanità italiana ha deciso: «In ambulanza mai, preferisco la cella». E' cominciato così, con il gran rifiuto dell'unico imputato, il processone al malaffare che per tre anni ha scandito la politica sanitaria italiana. E mentre De Lorenzo in carcere si decideva finalmente a firmare il «modello 13», il foglio con cui i detenuti comunicano l'indisponibilità a partecipare alle udienze, accusa e difesa avevano già cominciato a darei battaglia nell'aula della settima sezione penale. «L'imputato è inalato, non ha la lucidità per sostenere un processo. Chiediamo un'altra perizia», insistevano gli avvocati, «anche se precarie, le sue condizioni non sono tali da impedirgli di venire a difendersi», replicava il pm. E alla fine il presidente Galli ha dato ragione all'accusa: «Basta con le perizie, De Lorenzo è in grado di intendere e volere e per me è contumace». L'aula del tribunale trabocca di fotografi, mentre davanti alla corte sfila un esercito di rappresentanti di enti e comitati intenzionati a costituirsi parte civile contro l'ex ministro: accanto al legale del ministero della sanità compaiono i portavoce dell'Associazione per la difesa dei consumatori, del tribunale per i diritti del malato e del Comune di Napoli. Contro De Lorenzo si mobilita perfino un esponente dei consumatori di Cuneo. Si arrabbierebbe molto se sapesse che proprio in quel momento, davanti a Castelcapuano, è in scena una manifestazione del comitato in favore dell'ex ministro: sei uomini sandwich camminano incuranti degli improperi di una vecchietta che, al culmine dell'esasperazione, sputa su un cartello. Il caldo è soffocante, nell'aula, mentre gli avvocati e i magistrati tiravano fuori dalle ventiquattr'ore fascicoli alti una spanna. Il futuro immediato del processo, che non è entrato ancora nel vivo della «De Lorenzo story», si gioca sulle perizie mediche. L'obiettivo degli avvocati Siracusano, Pansini, Esposito Fariello e Frqjo è chiaro: una nuova visita psichiatrica sospenderebbe il dibattimento per un paio di mesi; nel frattempo l'ex ministro potrebbe finalmente lasciare il carcere, «graziato» entro Natale con la concessione degli arresti domici- liari. Ma i pm Fragliasso e D'Amato hanno capito il gioco, e danno battaglia. Sparano il primo colpo riassumento il contenuto dell'ultima relazione dei periti del tribunale e di un certificato dei medici del carcere: «De Lorenzo, che domenica ha lamentato i sintomi di un infarto, è stato sottoposto a numerosi elettrocardiogranni spiega -. Ebbene, i risultati sono stati negativi. Di più: l'imputato non ha voluto sottoporsi ad analisi approfondite. Dunque tutto fa pensare che possa partecipare alle udienze, anche se con l'assistenza di un infermiere». Gli avvocati, però, non ci stanno. Pansini sfodera un'altra relazione del medico di Poggioreale sulle condizioni psichiche dell'ex ministro: «Il paziente è ossessionato da manìe di persecuzione. Spesso si abbandona a lunghi si- ■ :'•.::;<*$■ ■ -Si¬ lenzi, durante i quali appare assente. E' spaventato da continue idee di morte e dice che solo il pensiero della sua famiglia riesce a dargli serenità». Il medico conclude sostenendo che «esiste un rischio di suicidio». Pansini sta ancora parlando, quando un carabiniere porta il fax con cui l'imputato comunica il rifiuto a partecipare all'udienza. Si interrompe per un attimo, poi riprende il discorso: «Vedete come si comporta De Lorenzo? Cosa sono queste incertezze, questi continui ripensamenti se non la prova lampante di assenza di lucidità?». La difesa insiste: è necessaria una nuova perizia. Ma il pm D'Amato sostiene il contrario: «L'imputato non è un imbecille», poi spiega: «I medici che l'hanno visitato parlano di depressione, non di incapacità di intendere e volere». E il presidente gli dà ragione. Il processo continua, la seconda udienza venerdì e probabilmente, in quell'occasione, De Lorenzo salirà sul banco degli imputati. Fulvio Milone Ci ha pensato 2 ore poi ha detto ai carabinieri «Preferisco la cella» La signora Marinella moglie dell'ex ministro liberale della Sanità L'ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo

Luoghi citati: Comune Di Napoli, Cuneo, Napoli