Manovra bis il Fondo preme

16 Oggi il rapporto dei «super ispettori», domani la Finanziaria torna al Senato Manovra bis, il Fondo preme Inevitabili tagli e tasse ROMA. Gli osami non finiscono mai per la legge finanziaria. Questa mattina gli ispettori del Fondo monetario internazionale emetteranno il loro verdetto. Da domani la manovra economica sarà discussa dall'assemblea dei senatori. Il giudizio della delegazione del Fondo monetario, guidata dal direttore per l'Europa Massimo Russo, sarà racchiuso in una relazione che verrà presentata al ministro del Tesoro Lamberto Dini e al governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Stando alle indiscrezioni, nel documento sarà sollecitato un nuovo intervento correttivo per contenere il deficit dello Stato per altri 20-25 miliardi. In pratica, Russo e gli altri ispettori considerano la legge finanziaria (con misure per 50 mila miliardi) valida, ma insufficiente. Lo stesso Dini prevede che la relazione descriva la manovra finanziaria parlando contemporaneamente di «luci e ombre». Il ministro si augura comunque «che le luci siano più delle ombre». Ma perché il Fondo monetario ritiene inevitabile una manovra-bis? Interventi per 20-25 mila miliardi sarebbero opportuni per rimediare ai maggiori oneri derivanti dall'aumento dei tassi di interesse, dalla sentenza della Corte costituzionale sulle pensioni e dagli aiuti a favore delle popolazioni alluvionate. Ci sono problemi strettamente economici, ma anche di carattere politico. L'aumento dei tassi è provocato dalla confusa situazione politica. Gli ispettori del Fmi sarebbero particolarmente allarmati per l'instabilità italiana. A dirsi preoccupato di questo quadro è del resto lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luigi Grillo. In Italia dal 30 novembre scorso, gli ispettori hanno passato in rassegna tutti i fronti caldi dell'economia. La scorsa settimana hanno incontrato i vertici della Banca d'Italia, dell'Inps, dell'Imi, dell'Iri e dei sindacati. L'obiettivo della legge finanziaria di contenere il deficit per 50 mila miliardi sarebbe apparso realistico. Il difetto sarebbe invece la mancanza di inter¬ venti strutturali, in particolare per il rinvio a giugno dell'anno prossimo della riforma delle pensioni in seguito all'accordo fra governo e sindacati. Al di là del bilancio pubblico, gli ispettori avrebbero invece constatato un positivo andamento dell'economia «reale». Il prodotto interno lordo cresce in modo sostenuto, in misura anche superiore rispetto ad altri Paesi europei. Poi la delegazione del Fmi ha verificato il continuo aumento delle esportazioni che ha ridato smalto alle aziende italiane nel mondo. Ma lo scenario è turbato dai rischi di una ripresa dell'inflazione, che appare possibile agli ispettori, e dalle nuove esigenze delle casse pubbliche, dopo la sentenza della Corte costituzionale sulla doppia integrazione delle pensioni al minimo (il cui costo è previsto in 8 mila miliardi per il solo 1995) e dopo l'alluvione nel Nord Italia. E il problema numero uno che verrebbe indicato nella relazione che sarà consegnata a Dini e Fazio è quello dei i tassi di interesse. [r. r.l ri I CONTI NON TORNANO (Le variabili del bilancio '95, dati in miliardi di lire) * SPESA PER INTERESSI +12.000-15.000 ALLUVI0NE +20.000 MINOR GETTIT0 FISCALE -4500 - 5000 C0ND0N0 EDILIZI0 -1800-2000 PENSI0NI +500-1000 SENTENZE C0NSULTA +10.000-15.000 (su previdenza) ^

Persone citate: Antonio Fazio, Dini, Lamberto Dini, Luigi Grillo, Massimo Russo, Russo

Luoghi citati: Europa, Italia, Nord Italia, Roma