«Gli ebrei? Razzisti da sempre»

6 Rivista marxista: da Mose a Rabin continuità di sionismo e di «psicosi bellica» «Gli ebrei? Razzisti da sempre» Ma i bersagli sono Rifondazione e «manifesto» DOSSIER ANTISEMITA GLI ebrei? Dei razzisti. Perché imperialisti. Non da oggi, né da ieri, ma dalli; origini del giudaesimo. Chi lo dice? Una rivista nera? Un capo dei naziskin? No. Lo dice una rivista della sinistra marxista: 1m lente di Marx (Roma via Portuenese 100), che nell'ultimo numero dedica un dossier di cinquanta pagine a quello che definisce «razzismo sionista». Titolo: «Ebrei brava gente...», parafrasando un vecchio film, Italiani brava gente. Come gli italiani sarebbero stati fascisti ma non nazisti, razzisti ma non sul serio, cosi gli ebrei, santificati dall'Olocausto, non avrebbero mai alcuna colpa. Contro questo «mito positivo» è stato costruito un pamphlet che ripropone i dilemmi di un filone di antisemitismo nella sinistra. In polemica soprattutto con i marxisti italiani, «da Occhetto a Cossutta a Bertinotti, da Veltroni a RossandaGagliardi-Parlato-Pintor», vittime d'un tabù per cui «l'Ebreo è un Dio intoccabile». Ma i veri bersagli sono Rinfondazione e il manifesto, area politica a cui si rivolge la rivista. Chi sono gli intellettuali della Lente di Marx? L'elenco è sorprendente. Il direttore è un ex redattore di Lotta continua, Claudio Moffa, che simpatizzava per il movimento rivoluzionario etiopico, al quale ha dedicato i saggi Rivoluzione etiopica ed Etiopia dietro la trincea. Nome autorevole del comitato di redazione è Costanzo Prevo, filosofo torinese, autore di Filosofia im perfetta e II convitato di pietra, che nel dibattito sul neomarxismo rimproverava al manifesto «di aver seguito come una Jena l'agonia di Democrazia proletaria». Fra le firme del dossier ci sono battitori liberi come l'ex deputato socialista Falco Accame, già ammiraglio, il quale cita Clausewitz e Freud, Deleuze e Guattari, per dimostrare l'esi¬ stenza di una «psicosi ebraica, bellica e militare» che escluderebbe la pace dalla cultura israeliana. O come il critico cinematografico del manifesto Roberto Silvestri, discusso per le sue preferenze americaneggianti, autore d'un pezzo sulla «Lobby ebraica di Hollywood». Niente di strano se il dossier analizzasse la storia del sionismo e la politica di Israele, per denunciare errori, fanatismi, involuzioni o per accusare istituzioni, gruppi o persone. Ma le cinquanta pagine sono tutt'altro: un modello di antisemitismo totale, in cui viene messa sotto accusa l'identità ebraica. A dispetto delle dichiarazioni contenute in una premessa, si parla di qualcosa che riguarda sempre tutti gli ebrei, con una costante confusione tra «ebreo» e «israeliano». Il dossier monta una serie di documenti, fuori del loro contesto storico - un discorso sionista, un brano dall'opera L'impero romano di Santo Mazzarino, lettere di Gramsci, un articolo da Le monde diplomatique, un articolo del Corriere della Sera, un intervento dell'archeologo Paolo Matthiae sulla guerra del Golfo - per dimostrare la continuità di un razzismo ebraico dal Vecchio Testamento alla nascita del sionismo e fino al conflitto araboisraeliano. Così si stabilisce un nesso logico fra Mose e Rabin. O fra i conflitti di San Paolo coi Giudei e il potente banchiere Edmond Safra. Questi materiali, sono incollati con interventi redazionali, in cui viene allo scoperto l'ispirazione antisemitica del dossier. Come in questo colonnino non firmato: «Annientare l'avversario sembra essere un costume diffuso anche fra certo ebraismo razzista». Seguono esempi di «annientamento» forse astrusi ma significativi: «Saddam Hussein, il "nuovo Hitler" di fine secolo, secondo Castellani del manifesto è pazzo (...). Bettino Craxi ha la mania di persecuzione, sentenzia uno psicologo intervistato dal Corriere della Sera di Mieli. Infine Cossiga "squilibrato" secondo la de Zulueta, lanciata come firma italiana dalla rete di Guglielmi, inventrice del termine "rivoluzione" per Tangentopoli, termine poi adottato anche dal finanziere Rothschild, da Mieli e da Scalfari. Il "fronte" da cui vengono le accuse è lo stesso». Chi altri metteva insieme con questa stessa logica finanza, stampa, politica, ebraismo, se non l'antisemitismo dell'estrema destra? Alberto Papuzzi Torna in scena un fantasma della sinistra dossier jMl BRAVA GENTE &è&,jcómr Mti Oltre il mito positivo, una riflessione sul w.::ismo siomsta 1 Strilli "'"'"""''/i,, Sp,„o«(nnqu,M.-,on« 5 M.KiWioOa rivolutone c:i>n»na 0. ',n"j,t. RnUcft (Una • bri".)* G«m«c.-«*«.l«<.« (I■•»•«""" s™ „S'dl" «* . toHlrt (La lobby W. r.l«(il «'onlsitio «"•''"^'•c^Tm'l. lobby nel cin.ni.). P,'.Mattn/»ea,«rcheolo9i> biblici). F.AeeMi»\» r lettei USA), f e documenti sul Olismo ebraico nel Ventennio: —^ La rivista «La lente di Marx» e l'ex deputato psi Falco Accame

Luoghi citati: Etiopia, Hollywood, Israele, Roma, San Paolo