Il muftì cecero guerra santa a Elisili

Il muftì cecero: guerra santa u Elisili Dudaev ordina «resistenza a oltranza» all'attacco su tre fronti. Scontri anche in Inguscezia Il muftì cecero: guerra santa u Elisili / russi invadono, il Caucaso si mobilita MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Scene di villaggi nella neve bombardati dagli elicotteri, colonne di carri armati che avanzano su strade desolate, immagini di uomini col Kalashnikov a tracolla che sistemano i cannoni nella piazza centrale di Grozny, bombardata per due volte nei quartieri periferici e dalla quale stanno scappando donne e bambini. La Russia è ufficialmente in guerra contro una piccola parte di se stessa, la Repubblica musulmana e indipendentista della Cecenia, in quel calderone di tensioni che si chiama Caucaso. >Ieri mattina all'alba tre colonne composte da militari dell'esercito e da truppe del ministero degli Interni hanno acceso i motori in direzione della Cecenia da Nord, Est e Ovest, e cioè da Ossezia, Inguscezia e Daghestan. E' la prima volta che accade da quando non c'è più l'Urss; un'azione di guerra che, fatte le debite distinzioni, assomiglia all'invasione dell'Afghanistan, decisa da Breznev nell'80. E anche per la Cecenia la questione assume i colori di una guerra santa. Il muftì ha fatto appello a tutti i cittadini perché difendano la patria come un sol uomo. Pattuglie di donne cecene col fazzoletto nero sulla testa e il fucile al collo si muovono per la capitale. Per quel che si capisce da Mosca (dove le notize arrivano in modo molto contraddittorio), solo la prima colonna russa è entrata nel territorio della piccola Repubblica e si trova ora a 13 chilometri dalla capitale Grozny, nel villaggio di TolstojJurt. Quella del Daghestan s'è fermata ai confini, dove i militari stanno scavando trincee lungo l'autostrada. Ogni colonna è composta da trenta carri armati, cinquanta blindati, una decina di cannoni, 70 camion con trup¬ pe e materiali di servizio. Sul territorio dell'Inguscezia la situazione è invece molto più complicata perché la popolazione sta tentando di bloccare la strada alle truppe russe che non hanno ancora varcato i confini. Ci sono morti (ufficialmente una decina) e feriti. La resistenza si è attestata nel villaggio Barsukì, a 30 chilometri dalla Cecenia. I corrispondenti di radio Svoboda hanno riferito che i soldati russi sarebbero ubriachi, si comportano come conquistatori e che vi sono stati scontri armati. In serata la Tass ha confermato che un maggiore e una capitano del¬ le truppe russe sono stati disarmati e arrestati per atti di violenza contro la popolazione. Una moschea sarebbe stata distrutta. Secondo il vicepresidente dell'Inguscezia Agapov vi sarebbero cinque morti. Anche al villaggio Gasì-Jurt vi sono stati scontri con tre morti e dodici feriti. Un treno carico di blindati e di truppe del ministero degli Interni è stato bloccato vicino al villaggio Orzhonikizevskaja perché i binari erano stati sbullonati. Avanzando l'esercito russo cerca di conquistare la popolazione distribuendo alimentari e altro. Il governo ha reso noto che nelle retrovie delle colonne militari sono in viaggio 8 mila tonnellate di carne, 5 mila di pesce, più di 10 mila di sementi e 15 mila di concimi minerali e grosse quantità di materiali edili e carburante. Dal suo leto d'ospedale Eltsin ha fatto sapere che oggi, lunedì, la delegazione russa si presenterà a un incontro con i ceceni a Vladikavkaz, dove si tenterà di trovare una composizione politica, al momento alquanto difficile. I russi vogliono che il presidente indipendentista Dudaev se ne vada. Lui ieri ha fatto la seguente dichiarazione: «Noi ci di¬ fenderemo». Aggiungendo: «Tutte le imprevedibili conseguenze di questa guerra saranno responsabilità della Russia». Il comando delle forze armate cecene è stato categorico: «Siamo pronti a respingere l'aggressione russa». In serata Grozny ha annunciato di aver catturato 40 soldati russi e sei veicoli blindati. Mentre dal resto del Caucaso, solidale con la Cecenia, si annuncia l'arrivo di volontari pronti alla guerra partigiana. Quel che resta della pace è appeso a un filo. Cesare Martinetti Bombardato il palazzo presidenziale Si parla di decine di morti A TENAGLIA VERSO GROZNY FEDERAZIONE RUSSA AEREI SUKOI SU-27 HANNO BOMBARDATO IN DUE ONDATE, PRIMA IL PALAZZO PRESIDENZIALE E L'AEROPORTO, POI LA ZONA A NORD DI GROZNY PER SPIANARE LA STRADA Al TANK RUSSI INGUSCEZIA KABARDINO BALKAR GIÀ' AL DI QUA DEL CONFINE, NELLE CITTA' Di BARSUKI E GAZI-IURT, CI SONO STATI SCONTRI E MORTI BARSUKI °d MOZDOK VLADIKAVKAS 10 MILA UOMINI E 200 CARRI ARMATI HANNO MANOVRATO A TENAGLIA DA OSSEZIA, INGUSCEZIA E DAGHESTAN PUNTANDO SU GROZNY OSSEZIA DEL NORD Qui accanto soldati e tank russi in marcia verso Grozny. Nella foto a destra, miliziani ceceni in armi (FOTO REUTER-ANSA)

Persone citate: Breznev, Cesare Martinetti, Dudaev, Svoboda