Soldi dal pcus è bufera su Occhetto
L'ex presidente di una cooperativa reggiana: nel '91 ho portato a Botteghe Oscure 370 milioni L'ex presidente di una cooperativa reggiana: nel '91 ho portato a Botteghe Oscure 370 milioni Soldi dal pcus, è bufera su Occhetto Summit di magistrati a Ravenna per la «pista rossa» ROMA. Si vedranno nei prossimi giorni a Ravenna tutti i giudici che stanno indagando sugli illeciti finanziamenti al pcipds. Ospiti del pm Francesco Mauro Jacoviello, che sta passando al vaglio i bilanci delle cooperative locali, i giudici di mezz'Italia faranno il punto delle loro ricerche. E si avvicina anche la data dell'interrogatorio per Achille Occhetto e Massimo D'Alema - iscritti nuovamente all'albo degli indagati - presso la Procura di Roma. Per Occhetto, però, i guai non vengono da soli. Il pm presso la Pretura, Maria Monteleone, ha chiesto e ottenuto una proroga di sei mesi alle indagini che lo riguardano. Il pm Monteleone indaga sui finanziamenti del pcus al pci-pds. Ha cominciato a primavera. E come prima cosa, il solito atto dovuto: ha iscritto al registro degli indagati sia Occhetto, che era il segretario del partito, sia Marcello Stefanini, che era il tesoriere. Non è la prima volta che si indaga su questi presunti finanziamenti, però. Già una volta la Procura ha archiviato, avendo trovato riscontri solo per finanziamenti precedenti al 1981. Dopo quella data, che coincide con il famoso «strappo» di Berlinguer, risultano solo sovvenzioni alla corrente filo-stalinista di Armando Cossutta, che faceva la fronda interna e che poi darà vita alla scissione di Rifondazione comunista. A Roma, intanto, ci sono due sostituti procuratori, Gianfranco Mantelli e Maria Teresa Saragnano, che hanno messo a segno un importante risultato. Hanno registrato le dichiarazioni di un certo Nino Tagliavini, ex presidente della cooperativa reggiana Unieco. Tagliavini ammette di aver portato a Botteghe Oscure un finanziamento di 370 milioni, in tre trancile, nel 1991. Fa anche il nome del funzionario che avrebbe intascato il finanziamento. Le ammissioni di Tagliavini sono confermate, sia pure in maniera indiretta, anche dagli attuali amministratori della cooperativa. E così traballa la linea difensiva del pds. L'avvocato del partito, Guido Calvi, fa il possibilista: «Salvo tutte le verifiche sull'attendibilità delle dichiarazioni di Tagliavini, ipotizzando che siano vere, saremmo comunque nell'ambito dell'illecito finanziamento. Un reato, cioè, di competenza pre¬ torile». Il fatto è, però, che i due pm hanno iscritto Occhetto e D'Alema nel registro degli indagati non per uno, ma per due presunti reati: finanziamento illecito e concorso nel falso in bilancio. Gli stessi reati, in pratica, di cui si ò autoaccusato Tagliavini. Ed ceco perché le ac¬ cuse hanno acquistato un peso maggiore. Da notare, peraltro, che la Unieco si trova già sotto inchiesta a Milano. Fu proprio Antonio Di Pietro, il 16 gennaio 1993, a chiedere per Tagliavini e altri dirigenti della cooperativa il rinvio a giudizio - accordato dal gip Italo Ghitti - per una vicenda di tangenti legate alle discariche lombarde. La sentenza è attesa nei prossimi giorni. Ma il versante cooperativo, in verità, è solo uno dei tanti filoni d'inchiesta che riguardano il pci-pds. Sono almeno una dozzina, gli stralci d'inchiesta. Tanti quanti ne furono indicati da Bettino Craxi nella sua famosa denuncia. Ci sono le società miste con l'Est europeo. E c'è anche il finanziamento diretto dall'ex Unione Sovietica. Come si ricorderà, fecero scalpore le dichiarazioni italiane di Gorbaciov, che qualche settimana fa aveva ammesso candidamente di aver contribuito economicamente al pci-pds fino al '90. Poi Gorbaciov fece marcia indietro. Si negò al pm Monteleone, che lo voleva interrogare. In cambio, inviò una rassicurante memoria, che è finita nell'inchiesta. E l'Urss, che ormai è un'entità inesistente, continua a far capolino in diverse altre inchieste giudiziarie. Anche a Ravenna si indaga. Il pm Jacoviello è partito da un mini-finanziamento di 60 milioni. Soldi usciti dalla cooperativa di Fusignano Ca.Mec e finiti alla sezione pds di Mezzano. Ma ora l'inchiesta si allarga. E due dirigenti della «Tecnagri Project», società di consulenza con uffici a Mosca e presso la Lega provinciale delle Cooperative di Ravenna, hanno già ricevuto avvisi di garanzia. Reato ipotizzato, le false comunicazioni sociali. [fra. gri.)
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