Davigo nella stanza di di Pietro

Il «dottor Sottile» nuovo leader del pool dopo la rinuncia di Spataro: interrogherà il premier Il «dottor Sottile» nuovo leader del pool dopo la rinuncia di Spataro: interrogherà il premier Davigo nella stanza di Pi Pietro Berlusconi è atteso martedì MILANO. La stanza 74 da ieri è vuota, chiusa a chiave e con la luce spenta. Se ne è andato Di Pietro ma un carabiniere è sempre lì di guardia. Vuota. Ma potrebbe restarlo solo per pochi giorni ancora. Piercamillo Davigo, il dottor «Sottile» del pool non conferma: «E' ancora presto parlare di queste cose. Non si è ancora deciso nulla». E' vero, manca ancora l'annuncio ufficiale, ma non ci sono quasi più dubbi sul fatto che possa essere proprio lui il nuovo inquilino della stanza 74. Nessuna investitura formale, per carità. Sotto Borrelli, il capo, tutti gli uomini del pool sono uguali. Ma avere la scrivania in quella stanza, la 74, dove è partito il terremoto, dove Di Pietro ha iniziato la sua inchiesta, dove sono passati centinaia e centinaia di indagati, qualcosa vuole dire. Se non una primogenitura, poco ci manca. E tutto lascia pensare a lui, all'uomo dei codici, di ogni cavillo, il padre di tutte le richieste di autorizzazione ' a procedere inviate al Parlamento, passo veloce, occhialini di metallo, una carica che lo porta sempre ad avere l'ultima parola. A rendere più facile questa decisione c'è poi il «no» di Armando Spataro, il magistrato antimafia che sin dal primo giorno delle dimissioni di Di Pietro era stato definito il candidato numero 1. Lui ci ha pensato, ne ha parlato con il suo diretto superiore Manlio Minale, e alla fine, ieri pomeriggio, lo ha comuni¬ cato a Borrelli e agli altri del pool: non poteva abbandonare le inchieste ancora aperte su Cosa nostra, i trecento detenuti in carcere, i collaboratori di giustizia, seguiti attimo per attimo, e che adesso gli chiedevano: «Ma, dottor Spataro, cosa sarà di noi se lei se ne va?». Non è stato difficile convincere il procuratore capo Borrelli. Ma il problema rimane: se non Spataro, allora chi? E la scelta cade all'interno del pool. Nuovi magistrati verranno affiancati al gruppo originario, e già si parla di Rollerò, di Gittardi, forse di Napoleone, i tre pm che in oltre tre anni di indagine hanno fatto arrestare oltre 500 persone per le tangenti sull'edilizia privata, un'inchiesta parallela a Mani pulite. Ma la punta di diamante poteva scaturire, a questo punto, solo da una scelta interna: appunto Piercamillo Davigo. E quelle voci sulle sue dimissioni finite pure su alcuni giornali? «Ammesso che io possa avere pensato qualcosa chi ha scritto quell'articolo dovrebbe essere un medium per leggermi nel pensiero», dice Davigo. Allora niente nuove defezioni nel pool Mani pulite dopo le «ferie improvvise, preludio a dimissioni» di Antonio Di Pietro? Gerardo D'Ambrosio, come Borrelli sin dal primo giorno, continua a ripetere: «Non è cambiato nulla, procediamo come prima, l'inchiesta va avanti. Certe voci alimentano solo nuove tensioni, le stesse per le quali Di Pietro afferma di essersene andato. In certi momenti bisognerebbe 'staccare la spina' e lasciarci lavorare in pace». Il momento è delicato, l'esistenza del pool va preservata: Borrelli congela le sue aspirazioni a finire la carriera a Firenze, come presidente di Corte d'appello, come suo padre. E Davigo rinvia al mittente quelle voci che lo davano anche lui pronto al salto in Corte d'appello. Tutti uniti, per ora. E già si pensa al celendario dei prossimi impegni, che a ben vedere si riduce ad uno, il momento più alto dell'inchiesta Mani pulite, quello a cui per un soffio, e per una scelta precisa, non parteciperà Di Pietro: l'interrogatorio di Silvio Berlusconi. Da martedì prossimo ogni giorno è buono, ha detto il presidente del Consiglio: anche nella scelta di chi sarà al fianco di Borrelli - al posto di Di Pietro - si capirà il futuro del pool, dei suoi uomini e della sua durata. Un futuro che potrebbe essere anche molto breve. E allora qui si spiegano quelle voci non del tutto campate in aria su Davigo e Borrelli. Sarà la naturale conclusione di Mani pulite la decisione finale su Berlusconi? Dopo tre anni di inchieste, di arresti, di interrogatori, dopo migliaia di ore passate dentro e fuori le celle a interrogare imputati, ritrovare riscontri, oltre alla tensione politica e al peso dell'opinione pubblica anche la stanchezza potrebbe avere un peso determinante nel futuro del pool, già senza Di Pietro, senza il suo motore principale. «Antonio carissimo... sul piano personale hai lasciato il vuoto che lascia un amico che se ne va...», ha scritto ieri sulla «Voce» di Montanelli Piercamillo Davigo. Concludendo: «Non so se le nostre strade potranno ancora incrociarsi...... Nessuno sa con certezza, adesso, se quelle strade si incontreranno mai: se dentro o fuori da un palazzo di giustizia. Fabio Potetti Antonio Di Pietro con Piercamillo Davigo. In alto, il pm Armando Spataro

Luoghi citati: Firenze, Milano