Correnti e sottocorrenti alla corte di fini

Correnti e sottocorrenti alla cortejdi Emi Correnti e sottocorrenti alla cortejdi Emi NUOVA DESTRALA VECCHIA DC L-ROMA I chiamano «gli egiziani di Gramazio» e sono gli attacchini più feroci di Roma. Nel giro dei marciapiedi notturni si sono fatti un nome per una scaramuccia di qualche mese fa: al quartiere Appio i manifesti del candidato del ppi stavano oscurando quelli del missino Mimmo Gramazio e così, sfoderate le scimitarre, gli egiziani hanno abbordato gli attacchini nemici e li hanno avvertiti: ((Attenti, se voi continuare, noi aprire voi come abbacchi...». Qualche notte fa gli egiziani sono tornati e hanno inferto una «pugnalata» da professionisti: hanno coperto i muri di Roma con manifesti prò Berlusconi firmati da tutti i big missini. Tutti, tranne uno: Francesco Storace, in arte Externator. Un errore di stampa? Macché: il 16 dicembre è in programma al PalaFiera una convention con Gasparri, Gramazio e Maceratini e anche stavolta è stato fatto fuori il portavoce di Fini, uno che col capo ci va in vacanza. E allora, ecco la sorpresa: l'ultimo congresso missino si avvicina e sotto la crosta dell'unanimismo («siamo tutti con Fini»), stanno fiorendo nuove correnti, sottocorrenti, faide. E le gelosie cominciano a spuntare anche nel selezionatissimo girone degli amici di Fini, gli unici quattro che non bussano mai la porta quando entrano dal capo: Pinuccio Tatarella, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa e Francesco Storace, quattro personaggi che «a vederli sembrerebbero grandi amici - racconta Gianni Alemanno - sempre battute, pacche sulle spalle». Si sgomita e semplice e la ragione: il primo, vero congresso di An (a fine gennaio) cancellerà quasi tutta la vecchia classe dirigente missina e selezionerà la leadership chiamata a gestire il potere, a pilotare il nuovo partito fino alle prossime elezioni. E così - proprio come nella de dei tempi belli - fioriscono i convegni sui temi più astrusi e che servono soltanto a contare le truppe. «Noi come la de? Ma no, quella era una cosa seria...», scherza Storace, ma intanto il primo che ci ha provato è stato proprio lui. Al Parco dei Principi, uno degli alberghi più chic di Roma, il corpulento portavoce ha reclutato la più variopinta delle compagnie. Ecco Francesco Aracri, che aveva una scrivania nello studio di Sbardella; ecco l'ex senatore de Carlo Tani che gli sbardelliarii chiamavano «er monsignore»; ecco Pierpaolo Iurlaro, nipote di Arnaldo Lucari, detto «il signor dieci per cento». E qualche fila più in là - sorpresa - ecco Gianni Alemanno, il capo dei giovani missini sposato con la figlia di Pino Rauti e che dopo aver tradito (politicamente) moglie e suocero, ora guida l'ala «sociale» dei supporter di Fini. Un convegno-macedonia che ha avuto l'effetto di un terremoto nel ristretto girone dei fedelissimi di Fini. vNun lo faccio più vive'...», ha confidato ai suoi Gramazio, detto er pinguino, per le sue braccia corte e tozze. E così, d'accordo con Gasparri, e partito il «tagliafuori» per Storace, escluso da tutte le manifestazioni prò Berlusconi. Epuralor minimizza («nel partito c'è dibattito...») e Gasparri fa il pompiere: «Non esiste nessuna rivalità, non ci sono divisioni drammatiche, anche perché da quando è stata abolito il sistema delle preferenze, la vita interna è più serena». E invece, i convegni di corrente fioriscono come margherite a primavera. C'è lotta all'ultima lama per contendersi le spoglie dell'ex corrente rautiana, una compattissima comunità di «credenti» che da 20 anni conquistava il 20-25% dei congressi missini. Giulio Maceratini, ex amico fraterno di Rauti, ha organizzato anche lui - un convegno a Colleferro e ha messo insieme un bel drappello di parlamentari. Ma sul fronte «sinistro» l'astro nascente è Alemanno: è lui il «papà» degli Antenati, i giovani di destra che 15 giorni fa hanno invaso il centro di Roma ed è sempre lui che ha organizzato il più riuscito dei convegni di corrente, visitato persino da due deputati progressisti. Teodoro Buontempo, che pesca nello stesso ambiente, mastica amaro («I soldi li dà Fini...»), ma c'è chi è pronto a scommettere su Alemanno: «Ha le rigidità del rautiano, è lontanissimo da me - dice l'ex de Antonio Mazzocchi - ma è uno destinato a fare strada, a diventare ministro». E così, al. congresso di scioglimento l'msi si presenterà con un 5-10% all'opposizione di Rauti e Buontempo e con un 90-95% di delegati per Fini, divisi però in tante sottocorrenti: i tatarelliani (La Russa, Gasparri, Martinat, Menia), il gruppo Maceratini, il gruppo Alemanno, gli amici di Storace, mentre sono destinati al tramonto i capi delle correnti storiche, dell'msi come Lo Porto o Servello che da sei mesi aspetta invano una poltrona da sottosegretario e si aggira sempre più triste tra i vicoletti attorno a Montecitorio. E' in questo clima che si giocherà la partita per la vice-segreteria di An tra Gasparri, La Russa e il taciturno Urso. Dice Storace: «Ma sarà Urso, ma perché è in discussione?», come dire che il suo amico-nemico Gasparri non corre. Dice Urso: «Io non sono in lizza». Dice Gasparri: «Non è detto che ci sarà un vice e io suggerisco La Russa». Unica certezza è che il numero 2 non sarà un «esterno» tipo Fiori o Fisichella. «Uno di loro - dice Gramazio - può diventare presidente, cioè presi... niente!». Fabio Martini Arriva il congresso e salta l'unanimismo Sopra, Francesco Storace, a destra Maurizio Gasparri

Luoghi citati: Colleferro, Roma