Tutto chiesa e meteorologia

CONVEGNO INTERNAZIONALE CONVEGNO INTERNAZIONALE Tutto chiesa e meteorologia Padre Denza ricordato a un secolo dalla morte D AL tratto di terreno, in cui le ultime diramazioni della grande catena alpina si congiungono coll'Appennino settentrionale, si stacca un contrafforte formato da una serie non interrotta di colline, che diramandosi dal Sud al Nord tra il Tanaro, il Belbo e la Bormida, si continuano all'Ovest fino a Torino». Sembra un incipit manzoniano: in realtà con questa immagine sul Bollettino meteorologico del febbraio 1866 (che ritrae per fatalità proprio lo scenario della recente alluvione), padre Francesco Denza iniziava la storia della meteorologia moderna. tura, umidità e pressioni per inviarli telegraficamente a Firenze (dove dal 1876 funzionerà un Ufficio centrale di meteorologia) e per lettera a Moncalieri. L'obiettivo, spiega Denza, è anzitutto di «dare pubblica ragione» delle notizie sul tempo e delle «straordinarie perturbazioni», quelle che più colpiscono la fantasia (e purtroppo non solo quella) della gente; ma anche di raccogliere quei dati che potranno in seguito essere analizzati e studiati per «scoprire le molte e misteriose leggi finora nascoste nel grembo dell'instabilissima atmosfera». Sono gli anni in cui nascono la villeggiatura e l'alpinismo, con la valorizzazione turistica di paesaggi e clima (Denza studierà la mitezza della Riviera di ponente e sarà lui stesso un discreto alpinista, partecipando alla fondazione del Cai). In corrispondenza con Schiaparelli, lo scienziato barnabita utilizzerà la fitta rete di osservatori per studiare il magnetismo terrestre e le «stelle cadenti», onde verificare sperimentalmente l'ipotesi dell'astronomo saviglianese che fossero collegate con le comete: celebre la «pioggia» del 27 novembre 1872, provocata dalla cometa di Biela, quando da Moncalieri furono contate ben 33 mila «stelle filanti». Seguì anche, su invito del governo e con Padre Secchi (che aveva frequentato ai tempi dei suoi studi teologici a Roma), l'eclisse totale di Sole del dicembre 1870, compiendo studi spettroscopici sulla corona. Dopo la morte del Secchi, Denza fu chiamato nel 1891 a Roma da Leone XIII a rinnovare i fasti della Specola Vaticana. Ancora una volta si tuffò con entusiasmo nell'impresa riuscendo a inserire l'Osservatorio Vaticano con il suo telescopio di 33 centimetri tra i 18 osservatori mondiali scelti per la prima Carta fotografica del cielo. Il 13 dicembre del 1894, uscendo da un'udienza con il Papa, fu colpito da ictus cere brale. Morì il giorno dopo, la sciando, a conferma delle sue gradi doti di divulgatore, quelle «Armonie dei cieli» su cui studicranno generazioni di astrofili. Un secolo dopo, per ricordare la sua opera, il 14 e 15 dicembre si terrà un convegno a Monca lieri, proprio in quel Real Colle gio dove svolse gran parte delle sue osservazioni. Grazie all'opera di questo attivissimo barnabita, nato a Napoli nel 1834 e inviato a Moncalieri nel 1856 per insegnare fisica al Real Collegio, nascerà in pochi decenni in tutta Italia una capillare rete di 300 stazioni meteorologiche. Dalla Sicilia alla Valle d'Aosta, centinaia di dilettanti, sacerdoti, professori di liceo, farmacisti, con pazienza e costanza infinite raccoglieranno dati su pioggia, tempera-

Persone citate: Biela, Denza, Francesco Denza, Leone Xiii, Padre Secchi, Schiaparelli