« Troppe violenze ritiro mio figlio da scuola »
« T Napoli: la decisione presa dal padre di un ragazzino dopo l'ennesima rapina davanti alla media « Troppe violenze, ritiro mio figlio da scuola » //preside: sono un Don Chisciotte, nessuno ci difende dai delinquenti NAPOLI. Lo hanno avvicinato in due, gli hanno ordinato di togliersi l'orologio: «Non fare storie. Se non ce lo dai subito, ti facciamo passare un guaio». Lui ha obbedito. Ma quando è tornato a casa, terrorizzato e in lacrime, aveva già preso la sua decisione: «Io in quella scuola non ci torno più». E il padre gli ha dato ragione: «Mio figlio non frequenterà le lezioni - giura - fino a quando non sarà garantita la sicurezza degli alunni. E' una scelta amara, ma adesso devo preoccuparmi della sua incolumità fisica». Scippi, rapine, aggressioni, e la paura che diventa un'abitudine. Vivono così gli studenti della scuola media «Benedetto Croce» di Napoli, 1200 ragazzi chiusi in una specie di fortino assediato dalla malavita. Il vecchio edificio a ridosso del rione Sanità raggruppa altri tre istituti, compreso un liceo, per un totale di quasi 2000 alunni. E fuori c'è violenza, c'è la presenza asfissiante di ba¬ lordi e criminali in carriera, pronti a tutto, persino a rapinare zainetti e giubbotti agli scolari. In questa scuola Antonio, 13 anni, frequenta la terza classe. O meglio, frequentava. Da ieri, dopo la rapina dell'orologio, i genitori preferiscono che resti a casa ed il padre, Vincenzo Mancinelli, 44 anni, impiegato Usi, è irremovibile: «In queste condizioni non può studiare e io non sono certo in grado di assicurargli una scorta». Esagerazioni di un uomo troppo apprensivo? Tutt'altro, a sentire il preside dell'istituto, Ennio Rotondi, a capo della «Benedetto Croce» da tre anni: «Mi sento come Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento. Siamo assediati dalla microcriminalità e la situazione davanti alla scuola è gravissima. Mi sono rivolto alla polizia, al prefetto, al provveditore, al Comune per denunciare le continue aggressioni subite da studenti e professori. Ma non è servito a nulla. Qui i consigli scolastici devono durare poco, perché gli insegnanti non possono uscire quando è buio. Insomma, la situazione è tale che mi sono preso un esaurimento nervoso». Se la storia va avanti da anni, il caso esplode ora per la clamorosa decisione del papà di Antonio. «Qui nessuno parla, perché tutti hanno paura di rappresaglie - spiega - ma di aggressioni come quella capitata a mio figlio ne posso citare a centinaia. A cominciare da quel che è capitato a me l'anno scorso. Ero andato a prenderlo e vidi due tipacci che 10 minacciavano. Mi avvicinai e loro mi picchiarono, mi ruppero 11 naso e mi ordinarono di farmi gli affari miei». «E allora - insiste esasperato - Antonio non frequenterà più le lezioni. E' terrorizzato e non posso dargli torto. Alcuni anni fa un gruppo di delinquenti è persino entrato nella scuola per malmenare un ragaz¬ zino handicappato che aveva osato ribellarsi». «A mio figlio ho regalato un giubbotto di pelle racconta Vincenzo Mancinelli ma lui non lo mette mai. Ho paura, papà, mi dice. Quelli vengono e se lo prendono. Se le cose stanno così, io ho il dovere di difenderlo». Sia il padre di Antonio, sia gli altri genitori, sia il preside della media «Benedetto Croce», vogliono interventi immediati, ma il loro bersaglio non è la polizia: «Questo è un quartiere di 200 mila abitanti, una città nella città - sottolinea Mancinelli - ma il commissariato ha soltanto una, e dico una, macchina a disposizione. E' ovvio che in queste condizioni non si può assicurare la sorveglianza per una scuola a rischio. Ci vogliono più mezzi e più uomini. Magari squadre in borghese. Una cosa è certa: se non si fa qualcosa, mio figlio in classe non ci torna più». Mariella Cirillo
Persone citate: Benedetto Croce, Don Chisciotte, Mancinelli, Mariella Cirillo, Vincenzo Mancinelli
Luoghi citati: Napoli
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