I leader cavie dei maitre-scienziati di Tito Sansa

I leader cavie dei maitre-scienziati I leader cavie dei maitre-scienziati Nei banchetti serviti cibi inventati in laboratorio MONDANITÀ' PER I VIP ZBUDAPEST UPPA di gulasch per tutti, ieri, al pranzo offerto dal primo ministro ungherese Gyula Horn ai capi di Stato e di governo convenuti a Budapest per il vertice della Csce. Anche per il presidente americano Bill Clinton, che ha disertato il ricevimento ufficiale, facendosi servire un pranzetto privato tutto ungherese per sei persone (naturalmente su porcellane di Herend) in una saletta del palazzo dei congressi. Voci malevole sussurrano che non avesse voglia di rivedere Eltsin. Ma la verità è che aveva urgenza di riprendere il volo alle 15, per non mancare un importante appuntamento politico a Washington. Di Budapest, città in stato d'assedio, deserta e silenziosa, Clinton ha visto ben poco. Strade senza traffico, percorse soltanto da fiumane grigie di pedoni indifferenti o ingrugnati, come vent'anni fa sotto il regime comunista. Eppure il presidente americano ha detto che Buda- pest gli è piaciuta, che «sogna di svegliarsi in riva al Danubio». Ma mentre diceva ciò alla colonia americana a Budapest, riunita all'aeroporto, Clinton aveva l'aria non proprio soddisfatta. Stanchezza? Oppure irritazione con Eltsin, con il quale durante la lunga cerimonia della firma dei trattati di non proliferazione nucleare con Ucraina, Bielorussia e Kazakistan non aveva scambiato né una parola né uno sguardo? Mentre Clinton partiva, tutti gli altri capi di Stato e di governo si rifocillavano in un grande albergo, anch'essi all'Ungherese. Hanno mangiato, senza saperlo, come contorno al vitello con paprika, fiori di cornino, una recente scoperta di uno scienziato ungherese. Alla sera poi hanno fatto un bis magiaro durante la cena di gala offerta dal presidente della Repubblica Arpad Goncz. Un autentico tour-de-force turistico-gastronomico hanno fatto le dieci signore mogli di altrettanti uomini politici: spetta- colo di balletto popolare al circolo ufficiali, visita al museo nazionale ai gioielli della corona di Santo Stefano, pranzo in un ristorante con sorpresa di San Nicolò, sfilata di moda in una pellicceria con possibilità di acquisti, concerto pomeridiano al Teatro dell'Opera, tè, cena di gala in Parlamento, ma in una sala separata da quella degli uomini. Tutti soddisfatti, dunque, gli ospiti di questo vertice. Non così gli abitanti della città paralizzata e spettrale, costretti a muoversi a piedi o con la metropolitana. Insoddisfatti anche i giornalisti per una lettera inviata ai giornali ungheresi dal ministero degli Esteri. In essa si invita la stampa nazionale a «riferire in maniera positiva sul vertice, per smentire la cattiva fama che l'Ungheria ha nella stampa internazionale». La lettera, che naturalmente non è stata mandata ai «reprobi» stranieri, dice ancora che il vertice «offre l'occasione alla nostra patria di assumere un ruolo più grande di quanto le spetti». E' successo un putiferio e i giornali hanno pubblicato il testo. Proteste vi sono state anche da parte dei cittadini per gli alti costi del vertice, circa 18 miliardi di lire, il 30 per cento delle quali verrà pagato dal contribuente magiaro. E' andata bene alla televisione che ha trasmesso in diretta buona parte della giornata. Soltanto quando ha preso la parola il presidente del Consiglio italiano Berlusconi c'è stata un'interruzione. La diretta è poi ripresa con il discorso di Boutros Ghali. Ma per questo black-out non ha protestato nessuno. Tito Sansa Budapest, una veduta della sala dove si è tenuta la seduta inaugurale della Csce

Luoghi citati: Bielorussia, Budapest, Kazakistan, San Nicolò, Ucraina, Ungheria, Washington