Vento di crisi ma dopo Natale

Il voto di domenica rafforza la posizione della Lega. D'Alema a Buttiglione: scegli noi Il voto di domenica rafforza la posizione della Lega. D'Alema a Buttiglione: scegli noi Vento di crisi, ma dopo Natale / moderati di Forza Italia: no alle nozze con An ROMA. Aria di crisi sul governo Berlusconi. La caduta non sarà immediata visto che c'è di mezzo la legge finanziaria tla approvare e il Natale da santificare, ma alla «verifica» di gennaio «può succedere di tutto», avverte il ministro Maroni. Dice il capo della Lega, Bossi: «Se questo governo l'ara finta di non capire per non rispettare i patti, verrà sostituito con un altro governo parlamentare su base federalista, sostenuto dalle forze libc•raldemocratriche». La davano por spacciata la Lega. Fini era sicurissimo che queste elezioni amministrative parziali avrebbero spazzato via Bossi e, invece, tra i partiti di governo Bossi è quello che ne esce meno peggio in quanto a voti e sicuramente con un maggior potere politico nei confronti dei suoi alleati. Fatti i conti finali a scrutini elettorali conclusi, c'è il ribaltone delle previsioni. An perde non solo a Brindisi ma è sconfitta duramente dal centro-sinistra anche alle provinciali di Foggia, addirittura al primo turno. Ed è Fini che deve ora fare i conti con i suoi oppositori interni che non vogliono lo scioglimento del msi. In Sicilia, sette sindaci su dieci in ballottaggio sono andati ai progressisti, in Puglia popolari e pds battono il Polo per otto a uno. Vince il centro-sinistra nei due Comuni in lizza nelle Marche. Forza Italia, assiemo ai voti e ai sindaci, ha perso la sua ragion d'essere principale, che era quella di tenere insieme al governo Fini e Bossi, due alleati ■avversari politicamente inconciliabili. Berlusconi si è reso conto che tutto è cambiato rispetto ad appena tre giorni fa, quando sembrava che il governo avesse ancora qualche mese di vita davanti. Ed ha già fatto le prime mosse per impostare la partita decisiva con Bossi, non tanto perché speri veramente di trattenerlo, quanto per rendergli più difficile il distacco. Per questo (e non lo aveva mai fatto) il presidente del Consiglio, con una mossa tattica, è arrivato a mettere in gioco la sua poltrona a Palazzo Chigi nel caso potesse servire, ha detto, per realizzare un nuovo accordo di governo tra i componenti dell'attuale maggioranza. Per questo Berlusconi offre ora alla Lega un programma da realizzare a date fissate («sappiamo i punti che le stanno a cuore»). Ma ora anche lui, come Fini, dovrà probabilmente fare i conti soprattutto con i suoi. Mentre tacciono interdetti i «falchi» che hanno portato invano in piazza (anche sabato e domenica, i giorni del silenzio elettorale) i dimostranti prò Berlusconi, alzano la voce le «colombe», da sempre contrarie al matrimonio troppo stretto con Fini. Dichiara Raffaele Della Valle: «Più che portare 8-10.000 persone in piazza, dentro Forza Italia ci si cominci a contare, si facciano congressi, ci si scontri anche, ma secondo una tradizione davvero liberaldemocratica». Della Valle assicura che anche il ministro Urbani e il capogruppo dei deputati di Forza Italia, Dotti, sono d'accordo. «Forza Italia deve riguadagnare il centro e invece appare appiattita su An», dicono. Per Forza Italia rischia di diventare inafferrabile come un miraggio l'agognato centro, ormai occupato da Buttiglione e Bossi. E se così fosse sarebbe il fallimento dell'operazione politica per la quale Berlusconi scese in campo: raccogliere i moderati orfani della vecchia de e dei suoi alleati minori e governare con una destra ripulita. Col centro già occupato, a Forza Italia rimarrebbe solo l'unificazione con Fini. E' quello che temono le «colombe» che chiedono un congresso per invertire la rotta del timoniere Previti. In conclusione, ora è Berlusconi che deve decidere se stare con Fini o con Buttiglione. Ma anche il popolare Buttiglione viene esortato dalla sua sinistra interna e dal pds a fare scelte chiare. «Ha davanti a sé tre strade - gli manda a dire il segretario del pds D'Alema - o perdere con la destra, o uscire di scena, o vincere con noi. Scelga lui». Buttiglione continua a ripetere che gli piacerebbe allearsi con Berlusconi. Ma ora deve fare i conti con un Mino Martinazzoli che toma da vincitore sulla scena politica del ppi. E già si parla di lui come del possibile presidente del Consiglio di una diversa maggioranza. Alberto Rapisarda CHI HA VINTO o5 H C J — ■ .: JP^C jKCuflkiffibAk MARTINAZZOLI (Ppi.pds) 56,5% PACE (Forza Italia, An, Ced) 52,1% GNUTTI (Lego, Forza Italia) 43,5% COLLEVECCHIO (Progressist!) 47,9% SON19RIO BRINDISI MOLTENI (Progrcssisti) 57,7% ERRICO (Ppi, pds) 51,3% CAMURRI (Lego, Forza Italia) 42,3% DE MARIA (F. Italia, An, Ccd) 48,7% TREVISO . iOO^IJI^Prcwincia)*:!! GENTILINI (Lcga, Forza Italia) 54,8% PELLEGRINO (Ppi, pds e oltri) 57,3% TOGNANA (Ppi,pds) 45,1% FANTINI (F. Italia, An, Ctd) 30,2% MASSA * ll presidente della Provincia di Foggia PUCC. (Pds, ppi, patto, altri) 67,4% ^^^^^ Se"Z° VITA (Forza Italia, Lego, An, Ccd) 36,2% aa Il ministro Cesare Previti coordinatore di Forza Italia

Luoghi citati: Brindisi, Collevecchio, Foggia, Italia, Marche, Puglia, Roma, Sicilia, Treviso