TIVÙ TIVÙ di Alessandra Comazzi

IH IH TIVÙ' & TIVÙ' =1 Catherine riapre il suo Harem con garbo e un po' di snobismo CON teutonica puntualità, Catherine Spaak è ritornata sabato su Raitre nelT«Harenl», il salotto per donne con unico ospite maschile, misterioso per tutta la sera, disvelato soltanto alla fine e accolto dalle dame tra i cuscini del sofà. Ci sono appuntamenti classici che rappresentano rassicuranti abitudini, per gli spettatori. Accade al cinema, in teatro, accade naturalmente in televisione, luogo abitudinario per eccellenza. Prendiamo «Il mostro», il film di Benigni che sta ottenendo un successo strepitoso: lo scorso weekend è andato meglio del «Re Leone», il cartone della Disney oggetto di un battage pubblicitario di straordinaria intensità. Ecco: andare a vedere un film di Benigni o un concerto di Guccini o uno spettacolo con Albertazzi significa rispondere ad un appuntamento del cuore più che della ragione. Benigni, Guccini o Albertazzi potrebbero fare qualunque cosa, ma gli affezionati andranno ugualmente a sentirli, a guardarli, a seguirli. Aspettano loro, non quello che 1 fanno. Questo «Mostro», a | esempio, non è certamente il migliore fra i film girati dal comico toscano, non fa molto ridere, il suo successo non si può spiegare neppure con il tamtam tra il pubblico, vai a vedere quello che ti divertirai da matti. Il richiamo viene direttamente dal personaggio, da ciò che significa, la fascinazione è aumentata dal desiderio di vedere quel che si vuol vedere. E giustamente le star sono le star e tutti noi siamo tutti noi. Così è per 1'«Harem» della Spaak: uguale a se stesso negli anni eppure sempre diverso, perché diverse sono le persone che partecipano. Mutevole talvolta nell'impostazione: lo scorso anno la conduttrice aveva preso ad affrontare temi piccanti, forse per seguire la moda, forse perché in quel momento pareva che senza aggressività e senza pettegolezzo non si potesse fare nulla, tanto meno tenere le redini di una trasmissione televisiva. Ora si ha la sensazione che l'aria che tira in tv sia diversa: non certo per motivi ideologici, ma per stanchezza del pubblico. Chi vede «Stranamore» o «Scommettiamo che?» lo vede comunque, ma chi segue «Harem» non cerca aggres¬ sività né risate né lacrime. Il debutto di stagione pare dunque indirizzato in questo senso: pacatezza, estremo garbo, un leggero snobismo, peraltro mai cancellato. Come si potrebbe cancellare il leggero snobismo, quando c'è di mezzo la Spaak? L'altra sera indossava un raffinatissimo abito di Ferrè (ma le padrone di casa non dovrebbero essere un poco meno eleganti delle ospiti?), portato su un fisico in gran forma, sotto un viso rigenerato e un caschetto biondo che le dona più dell'ultima pettinatura. Con lei, c'erano Margherita Boniver, Serena Grandi e Gigliola Cinquetti. Si parlava di che cosa accade quando si è lontani dalla ribalta, si parlava del successo che va e che viene, e come si reagisce quando va e quando viene, e come si concilia con mariti e figli. Conversazione libera, spesso interrotta per parlar d'altro. Ospite misterioso, Remo Girone. Luci abbassate, titoli di coda, due parole sulle case chiuse (tema troppo serio per trattarlo in salotto, a voce alta), arrivederci alla prossima puntata Alessandra Comazzi