Rolo a Cariplo l'ultima parola di Valeria Sacchi

16 L'istituto milanese potrebbe decidere una contro-offerta sulla banca Rolo, a Cariplo l'ultima parola La Cassa di Bologna delusa per la mancata fusione I vertici del Credit aspettano Vok di Via Nazionale MILANO. Il giorno dopo la notte dell'accordo tra Credito Italiano e Credito Romagnolo, parla solo Leone Sibani, presidente della Cassa di Bologna, l'istituto che avrebbe dovuto fondersi col Rolo e che vede oggi sfumare la fusione, dopo l'intesa tra Rolo e Credit. Dice Sibani: «Sono sinceramente dispiaciuto che il progetto non sia decollato» e qui si ferma. Il resto è affidato ad un comunicato del consiglio di amministrazione di Carisbo, nel quale i vertici «prendono atto con profondo rincrescimento della indisponibilità di alcuni soci, detentori di importanti quote azionarie del gruppo Rolo» ad aderire al patto di sindacato che doveva suggellare, in funzione antiscalata, il gruppo che sarebbe nato con la fusione. Nel corso del consiglio di amministrazione del Rolo, infatti, dopo discussioni varie, la mossa che aveva fatto pendere la bilancia a favore della nuova offerta partita da piazza Cordusio è stata la dichiarazione di alcuni grandi azionisti Rolo (tra cui Carlo De Benedetti, la Bnp e probabilmente Reale Mutua) di non essere disponibili a sindacare le loro quote nel patto con Carisbo. A quel punto, al presidente Emilio Ottolenghi, nella linea di un impegno che l'aveva visto adoperarsi per mantenere l'unità tra i grandi azionisti, non restava altro da fare che invitare i recalcitranti ad allinearsi, accettando la nuova proposta del Credit che, oltre a garanzie maggiori su autonomia e dividendi, alzava il prezzo dell'Opa da 19.000 lire a 20.000 lire, allargandolo al 65% del capitale Rolo, contro l'originario 48,2%. Una decisione che però non soddisfa i «fedelissimi», i piccoli e medi azionisti della Romagna. Mario Lucarini, rappresentante dei «fedelissimi» in consiglio ha votato con gli altri la decisione di bloccare la fusione con la Caribo, ma è convinto che «la partita sia ancora tutta da giocare». «Le nostre azioni valgono di più delle 20 mila lire offerte dal Credit», afferma. Nei prossimi giorni, comunque, sia il presidente del Rolo sia i vertici di Credit si recheranno in Bankitalia. Il primo per comunicare la decisione del consiglio, i secondi per illustrare i termini del rilancio. E questo allo scopo di ottenere da Bankitalia il via all'Opa (ovvero il parere favorevole alla Consobl che, una volta partita, bloccherà le assemblee di fusione fissate per il 19 dicembre. In questo percorso obbligato, resta aperta un'incognita. Apparirà all'orizzonte qualche pretendente, a contendere il Rolo al Credito Italiano? Nelle ultime righe del comunicato Carisbo, alcune parole lascerebbero aperta questa possibilità. Recita infatti la nota: «Con altrettanto rammarico, dobbiamo quindi ritenere non perseguibile, almeno nell'attuale momento e secondo le progettate modalità, il disegno aggregativo». Dove la parola chiave è quaH'«almeno». Se mai qualcuno scenderà in campo, questa sarà con ogni probabilità la Cariplo, alleata alla stessa Carisbo e ad altri istituti. Secondo calcoli, la Carisbo avrebbe non meno di 700 miliardi pronti da investire nell'impre¬ sa. Altri 400 miliardi potrebbero arrivare dalla Banca Austria, istituto austriaco nel quale la Cariplo ha una partecipazione del 5%. Si sale così a 1100 miliardi, cui si possono aggiungere altri 100 miliardi raccolti tra casse minori. Abbiamo 1200 miliardi. A questo punto, se la Cariplo getterà sul piatto 2000 miliardi, si supereranno agevolmente quei 3000 miliardi che sembrano essere il «tetto» massimo delle possibilità del Credito Italiano. Qualcuno sottolinea il fatto che il rilancio di Credit, che porta il valore dell'Opa a 2800 miliardi, è stato fatto in modo «prudenziale», appunto per lasciare un margine possibile ad un eventuale rilancio. Staremo a vedere. Per il momento Lucio Rondelli, Egidio Giuseppe Bruno e i loro advisor possono brindare contenti. Sono riusciti, infatti, a dispetto di ogni previsione, a tramutare l'Opa «ostile» in Opa «amichevole», come Bankitalia aveva chiesto. E si tratta certamente di un buon successo. Se non ci saranno intoppi, se il presidente di Cariplo Sandro Molinari non farà passi concreti, Rondelli ha già in tasca una buona vittoria. Tanto più buona per lui che, bolognese, sbarca a Bologna. Valeria Sacchi Il valore complessivo dell'Opa sale da 2000 a 2800 miliardi per il 65% del capitale sociale Ma una nuova cordata potrebbe superare quota 3000 miliardi A sinistra Emilio Ottolenghi presidente del Credito Romagnolo Qui accanto Lucio Rondelli presidente del Credito Italiano

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