«Armavamo i fratelli di Sarajevo»

«Armavamo i fratelli di Sarajevo» TURCHIA In violazione dell'embargo. Ma i croati confiscavano quasi tutti i carichi «Armavamo i fratelli di Sarajevo» Lo rivela l'ex capo di stato maggiore di Ankara ANKARA. La Turchia ha fatto delle consegne clandestine di armi all'esercito bosniaco, in maggioranza musulmano, ma il novanta per cento del materiale è stato confiscato dai croati. Lo ha scritto ieri il quotidiano popolare turco di Istanbul «Hurriyet» citando un ex capo di stato maggiore turco. Il giornale intervista il generale Dogan Gures, che è stato capo di stato maggiore delle forze armate turche dal dicembre 1990 all'agosto scorso, quando l'alto ufficiale ha dato le dimissioni per ragioni di età. «Quando ero capo di stato maggiore - avrebbe detto il generale - fu inviato un aiuto clandestino in armi, destinate alla Bosnia, ma i croati si sono impadroniti del novanta per cento di esse». «Hurriyet» non precisa sé siano stati i croati di Bosnia o quelli della Croazia a trattenere le armi spedite in violazione dell'embargo decretato dall'Onu; inoltre non dice né quando sono state fatte 'le spedizioni, né il tipo di armi, né i modi di consegna delle stesse. Infine non spiega a quale livello politico sia stato deciso di fare-queste spedizioni clandestine. Secondo il generale, la Nato aveva preparato grandi «operazioni terrestri contro la Serbia». «Mentre ero in carica, la Nato aveva preparato tre operazioni terrestri contro la Serbia», ha detto Gures, aggiungendo che esse «prevedevano l'impiego di 60.000 soldati. Stati Uniti e Turchia dovevano contribuire rispettivamente con una brigata e con una divisione. Ma esse non ebbero luogo a causa di divergenze fra la Francia, la Germania e la Gran Bretagna». Gures è anche convinto che, sull'esempio degli Stati Uniti, anche la Turchia abbia dato ordine alla nave della sua marina impegnata nel compito di pat¬ tugliamento dell'Adriatico di non partecipare più all'opera di controllo per fare rispettare l'embargo. In Turchia circolava da tempo la voce che il governo di Ankara inviava o permetteva che si inviassero armi all'esercito bosniaco passando sopra l'embargo: Bosnia e Turchia hanno profondi legami storici che risalgono ai tempi in cui buona parte dei Balcani, Bosnia compresa, apparteneva all'Impero ottomano con conseguente conversione all'Islam di buona parte della popolazione. In Turchia vivono un paio di milioni di bosniaci musulmani, che hanno cominciato a trasferirvisi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando la Bosnia cadde sotto il comunismo. La Turchia inoltre partecipa con un contingente di 1500 caschi, blu alla Forza di pace dell'Orni in Bosnia. (Agi-Ansa]

Persone citate: Dogan Gures