Gli Azzurri scoprono l'ebbrezza della piana
Ai manifestanti foglietti con gli slogan pre-stampati. Di Muccio: siamo ruspanti, non da salotto Ai manifestanti foglietti con gli slogan pre-stampati. Di Muccio: siamo ruspanti, non da salotto Gli Azzurri scoprono l'ebbrezza della piana Forza Italia, 10 mila a Roma «contro i cattocomunisti» ROMA. «Rocco Buttiglione continua così, che ti si affloscia tutto il Pipì». L'urlo si diffonde per via del Corso... insieme ai foglietti prestampati con gli «slogan» del corteo «pro-Berlusconi», corredati dei relativi suggerimenti sul modo di ritmarli («Rosy Bindi, cicciottella»: cantato). Già, quelli che stanno sfilando in una domenica mattina umidiccia nel centro di Roma per confluire a piazza del Popolo, dove è in programma un comizio «mordi e fuggi», sono dei manifestanti alle prime armi: non hanno ancora imparato a memoria le parole d'ordine. Quanti sono? Ah, saperlo. Più di diecimila, secondo la questura, 30.000, a detta degli organizzatori, 100.000, esclama Cesare Previti, quando con il cellulare chiama Arcore per parlare con il Cavaliere. Non lo trova, ma lascia detto ad un segretario: «Glielo riferisca, al Dottore, che siamo tantissimi». La maggior parte di questi manifestanti sui generis non e mai scesa in piazza: tra forzitalisti, ccd e gente senza etichette, solo i missini hanno l'aria di trovarsi a loro agio. Quasi tutti i «vip» sembrano fuori posto: Previti, Fiori, Fisichella, Del Noce, Tajani. Però si vede che si divertono da morire. Alessandro Meluzzi, invece, è come un pesce nell'acqua e prepara già una nuova manifestazione: il 17 dicembre, a Milano, i «comitati 27 marzo» terranno una convention per «difendere i referendum dagli eventuali scippi della Corte costituzionale»: «Casavola attento, di nuovo fischia il vento», urla il deputato forzitalista. Si muovono come fossero a casa propria, anche il capogruppo missino Giulio Maceratini, il vicecoordinatore di An Adolfo Urso, i «destri» di F.I. Savarese, Di Muccio e Bertucci. Per non parlare del sottosegretario all'Interno Maurizio Gaspara, che confessa: «Io di natura sono un oppositore: al governo mi sento a disagio, fosse per me, tanto per dirne una, cambierei tutti i prefetti che non sono certo di alto livello, però non lo posso fa¬ re...». Il corteo parte dal Cinema Capranica, fa una breve sosta per omaggiare Palazzo Chigi, evita l'«invasione di campo» di Cavallo Pazzo - che viene fermato in tempo - prosegue lungo via del Corso. Tra i manifestanti fa capolino Severino Antinori, il ginecologo che trasforma le nonne in madri. Molti, gli slogan antigiudici: «Non serve Borrelli né la sua procura, di quella giustizia abbiam tutti paura», «Borrelli, facci sognare: dimettiti». Però, sui magistrati, gli organizzatori cercano di non calcare troppo la mano. La parola d'ordine è picchiare duro sui «cattocomunisti». E sui giornalisti (che per i manifestanti sono una sottospecie dei primi). E così Sandro Curzi viene ricoperto di insulti a pochi passi da Montecitorio. Ma il direttore di quella che qui chiamano «Tmc-telekabul» risponde ridendo e i suoi «nemici» restano disarmati. «Rutelli, babbeo, beccati 'sto corteo», scandiscono i manifestanti. Al gruppone si unisce anche il radicale Marco Taradash. Non si sente a disagio fianco a fianco con i missini che invoca¬ no il nome di Fini a ogni pie sospinto? «No - replica lui - se An è con i nostri referendum». Si arriva a piazza del Popolo. E lì, sotto un cielo che non promette nulla di buono, si materializza il fantasma del «cattocomunista»: il nemico per eccellenza. «Il 27 marzo - dice Previti - abbiamo cacciato indietro i cattocomunisti, che adesso stanno tentando con ogni mezzo di riprendersi quello che è nostro: non li dobbiamo far passare». La gente applaude e un signore agita un cartello con la scritta «Berlusco- ni principe della speranza». E' passato da poco mezzogiorno, piove, e la manifestazione è finita. Al bar Canova le signore di Forza Italia chiacchierano tra di loro: Silvana Previti va incontro al marito, Maria Pia Dell'Utri squittisce: «Cesare, ho portato anche mia figlia Araba». E' l'unico spaccato di mondanità: «Giornalisti, scrivetelo che qui c'è gente ruspante e non coglioni da salotto», si raccomanda Di Muccio prima di andar via. Maria Teresa Meli I missini a loro agio Gli altri invece sembrano fuori posto Ma Fisichella, Del Noce, Fiori, Tajani e Antinori sfilano divertiti III :mmÈ Una scena della manifestazione di ieri a Roma e sotto il ministro della Difesa Cesare Previti, coordinatore di Forza Italia
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