Berlusconi al pool ora non ho tempo
Il presidente del Consiglio impegnato prima a Budapest poi a Zagabria e ad Essen Il presidente del Consiglio impegnato prima a Budapest poi a Zagabria e ad Essen Berlusconi al pool: ora non ho tempo Disponibile all'interrogatorio solo tra una settimana FACCIA A FACCIA CON MANI PULITE SMILANO ILVIO Berlusconi - attraverso il suo portavoce Jas Gavronski - fa sapere (ancora) di essere disposto ad «incontrare» i magistrati milanesi. Ma non subito, almeno non questa settimana. Tra il presidente del Consiglio e Di Pietro ci sono una serie di impegni internazionali, già fissati da tempo, che hanno la precedenza rispetto alle richieste del pool di ascoltare l'indagato Berlusconi. Dice Gavronski: «Berlusconi ha ribadito la disponibilità ad essere ascoltato a conclusione dei suoi viaggi all'estero, indicando come possibili i giorni 13, 14, 15 e 19 dicembre». Prima del faccia a faccia più atteso a Tangentopoli Berlusconi sarà a Budapest per la riunione della Csce, poi potrebbe andare a Zagabria, infine c'è l'impegno del Consiglio europeo ad Essen, in Germania. Solo dopo, Berlusconi vedrà Di Pietro. A palazzo di giustizia nessun commento sugli intenti di Berlusconi dopo i mille «verrò, sto arrivando, aspettate,' comunque giuro che arrivo» che hanno costellato le ultime settimane, da quel 21 novembre, avviso, invito e terremoto. Borrelli si fa vedere alla caserma dei vigili del fuoco che festeggiano santa Barbara, la loro protettrice. Con un bicchiere di spumante in mano il procuratore capo guarda le telecamere e sorride. Antonio Di Pietro, rintanato nel suo (nuovo) ufficio al sesto piano si prepara per la requisitoria ipertecnologica al processo Enimont. Trentatrè imputati, da Craxi a Forlani, da La Malfa a Bossi, da Altissimo a Sama, un bel pezzo di storia della prima repubblica. Tutta contenuta in un dischetto. Di Pietro, con l'ausilio del team informatico dell'università diretto dal professor Degli Antoni, ha immesso in un computer tutti i dati contenuti nelle oltre trentamila pagine di istruttoria. Per ogni nome o fatto dell'affare tra Eni e Montedison gli basterà schiacciare un tasto per avere la visualizzazione della pagina di verbale. Ogni giudice, sono due oltre al presidente Romeo Simi De Burgis, avrà un monitor personale. Un altro sarà accanto alla scrivania dell'accusa. Due giorni ha promesso di parlare Di Pietro, ma per adesso non dice neanche una parola. Le polemiche, le contropolemiche. Biondi, Scalfaro, gli ispettori, il Csm, Borrelli? «Parlino pure gli altri, io penso a lavorare», dice lui, maniche di camicia, tra un computer e una telecamera di Tg che fruga nell'ufficio. «Se lasciasse il posto di magistrato Di Pietro potrebbe diventare responsabile di un centro statistico», commenta (velenoso) Emilio Fede, «Tg4». Ma questo non è argomento per Di Pietro che sorride e dice solo: «Sono qui per lavorare». La Bbc inglese, via agenzia, anticipa una intervista rilasciata da Colombo. «Siamo ostacolati nel nostro lavoro», dice. E si riferisce alle Isole del Canale, uno dei tanti paradisi fiscali che non collaborano con le autorità italiane alla ricerca di conti cifrati e tesori nascosti. In campo scende ancora il ministro Biondi. Aveva giurato di non fare più polemiche ina la lettura dei giornali del mattino gli deve essere stata indigesta. «E' il ministro che viola le regole», dice a «Repubblica» il sostituto procuratore generale di Milano Edmondo Bruti Liberati. E il ministro gli risponde per le rime, senza mai chiamarlo per nome. Dice Biondi: «Il capo dello Stato ha invitato a limitare le esternazioni, indicando prudenza, discrezione e misura. Leggo, invece, l'interpretazione che dà un sostituto procuratore generale delle indagini svolte dagli ispettori. Si tratta di opinioni rispettabili ma non condivisibili». Fabio Potetti Gherardo Colombo «calciatore»
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