La leonessa incorona Martinazzoli

Severa sconfitta per la Lega, il neo sindaco rinvia la festa: prima voglio vedere la Domenica sportiva Severa sconfitta per la Lega, il neo sindaco rinvia la festa: prima voglio vedere la Domenica sportiva La leonessa incorona Martinazioli A Brescia Gnutti ho: «Ma ho lottato come un leone» BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Alle 22 e qualche secondo, in quella villetta vicino allo stadio, suona il telefono. Mino è fatta, forse sarai sopra il sessanta per cento! La Rai manda il primo exit poli: Mino Martinazzoli 57,5. Vito Gnutti 42,5. Allora, Mino, vieni in Loggia che ti aspettano... «Cos'è 'sta fretta? Sto guardando Sampdoria-Genoa!». Incorreggibile Martinazzoli, anche da sindaco. I suoi tempi non sono quelli della diretta. Davanti alla Loggia le girls del Partito popolare scoppiano di gioia. Scoppiano anche i palloncini azzurri con la scritta da sforzo di fantasia, «Mino primo cittadino!». Arriva, eroico, Vito Gnutti. Le girls sfottono: «Lasciaciateci lavorare!». E Mino primo cittadino? Calma, la partita non è mica finita poi c'è la Domenica Sportiva. Il Tg2 si accontenta dei palloncini che scoppiano. Il Tgl si fionda su Gnutti, scortato da due bandiere leghiste. Chissà quanto sarà il distacco? Gnutti è pronto al peggio, ha perso, la sconfitta c'è, la delusione è in una battuta che esce male: «Mi sono battuto come un leone. Purtroppo Brescia, la Leonessa d'Italia, ha voluto andare un'altra volta in bianco...». Su con la vita, ministro: «Massi, sono elezioni intermedie, una prova. Come dice Bossi, aspettate le regionali». Attorno a Gnutti, aspettano il sindaco. «Tanti auguri a te...». Con quattro giorni di ritardo sul compleanno e mezza giornata d'anticipo sulla vittoria, gli amici avevano già festeggiato Martinazzoli all'ora di pran- zo. Un rito. Una crapula da intenditori del buon vino e della miglior tavola. Dove? Ma in Franciacorta, il sacro tempio del ristrettissimo club, villa privata verso quella «Piccola Atene» che sarebbe Iseo. Come? Ma con un bello spiedo bresciano, una di quelle prelibatezze che mandano in furia gli animalisti, allodole&fringuelli dal beccofino. Slurp. «Tanti auguri Minoooo», canta il coro felice e stonato. A metà pomeriggio, mentre il Brescia si prende quattro legnate dal Parma, anche il più dubbioso dei martinazzoliani aveva la certezza di vincere. Un sondaggio di casa pds dava Martinazzoli attorno al 60%. «Sarebbe un bel vincere», commenta Pieran¬ gelo Ferrari, il segretario bresciano del pds di Lombardia. Da Vito Gnutti il silenzio degli scontenti. Alle cinque di pomeriggio, quando va a votare, prende la scheda e scherza amaro: «Se me ne danno altre tre o quattro le affido al destino...». Ha sperato fino a venerdì: «Ce la posso fare». Da sabato sera non più: «Amen». Tutto il contrario, per Martinazzoli. E' andato a votare con la moglie sul mezzogiorno, battute in dialetto al seggio, le telecamere lo precedono con il microfono che registra solo sgrunf e sbuffate di Muratti. «Sto bene», ripete da tre giorni. E nella traduzione di chi conosce il martinazzolpensiero, ad esempio uno come Tino Bino, commercialista ed editore, il filosofo della «Piccola Atene», Mino non ha mai avuto paura di perdere. Almeno da due settimane, da quel primo turno finito a 40,1 contro il 26,7 di Gnutti. E adesso viene il bello, da ieri è il Grande Ritorno alla politi- ca. Ha vinto anche contro chi, nel Partito popolare, questa candidatura l'aveva più subita che voluta. Come Rocco Buttiglione, mai visto da queste parti in campagna elettorale. O come Roberto Formigoni, salito in semiclandestinità per sponsorizzare due candidati del Ccd. «Io contrario a Mino candidato sindaco? Ma se lo candiderei all'Onu!», era stato l'unico commento di Buttiglione, due mesi fa nella sede bresciana del Ppi, quella nuova che sta proprio di fronte al Cimitero Vantiniano. «E bravo Rocco, così c'è l'incompatibilità...», l'avevano squadrato i martinazzoliani. Battere Lega e Forza Italia qui, dove alle europee avevano più del 50 per cento dei voti. Battere il candidato Gnutti che è anche ministro. Impensabile il 20 ottobre, giorno del via a questa corsa. Possibile invece per Martinazzoli e il pds dell'ex sindaco Paolo Corsini. Umberto Bossi, ieri pomeriggio, al telefono da casa era ormai rassegnato. Passi per Martinazzoli, «lo dico da tempo e non cambio idea, è il meglio del Vecchio. E' un uomo retto, ma in curva va a sinistra». Ma non per l'asse ppi-pds: «Un rastrello acchiappavoti mostruoso, molto pericoloso. Sarà contento Silvio Berlusconi». Nella notte bresciana, attorno alla Loggia, di contenti ce n'è una folla. Nessun berlusconiano. Ci sono i pidiessini, ma guai a chi tradisce quel suggerimento che è diventato un ordine: lasciate a casa le bandiere rosse, che questa è la Brescia di Papa Montini e della resistenza guidata dai parroci. «Sobrietà», raccomandano Ferrari e Corsini, che sarà vice sindaco. E ci sono i popolari, qui tutti martinazzoliani, si capisce, che dalle nove di sera hanno scaricato tre bauli di champenoise Bellavista di Franciacorta. Per Mino, un bottiglione da sei litri. Per oggi, passata la notte di bagordi, è annunciata una conferenza stampa, e sarà la giornata della lettura politica, del commento al commento. Martinazzoli si risentirà le domande tormentone: tornerà alla politica, a Roma? E cosa pensa di Buttiglione, delle idee che accarezza? «Mah, se le accarezza saranno contente le idee». Poi basta feste, piano con inviti e proposte. Martinazzoli è un fan di Gianna Nannini. Lei fa sapere: «Vado a Brescia solo se il 15 dicembre verrà a Siena alla mia festa di laurea. E solo se canterà con me». Il sindaco medita: «Ummm, proposta interessante...» Giovanni Cerruti «Che cosa penso delle idee accarezzate da Rocco? Se le accarezza saranno contente le idee...» Il segretario del ppi Rocco Buttiglione In alto: il ministro Gnutti con la moglie