Il MINISTRO MARTINO

Il Cremlino blocca misure Onu per l'embargo, un nuovo capitolo nel gelo con l'Occidente It MINISTRO MARTINO Csce, una sigla per la pace futura SI apre domani a Budapest il vertice dei capi di Stato e di governo della Csce. E' un appuntamento importante per tutti i Paesi europei, Stati Uniti e Canada, che saranno rappresentati nella capitale ungherese e, in particolare, per l'Italia. Il vertice segna infatti la conclusione del periodo di presidenza italiana della Csce, iniziato con il Consiglio ministeriale di Roma del dicembre 1993, e proseguito con una intensa attività diplomatica che ha conseguito risultati positivi ed apprezzati, anche se poco noti. Negli ultimi dodici mesi, sotto la guida dell'Italia, la Csce ha svolto una tenace azione di prevenzione delle tensioni e dei conflitti affermando la sua presenza di mediazione e di buoni uffici nei Paesi Baltici e in tutta l'area ex sovietica, teatro di crisi ricorrenti quali quelle della Georgia, dell'Ucraina, della Moldova, del Nagorno-Karabakh, del Tagikistan. Nel frattempo la Csce, che è divenuta nel corso di quest'anno una vera e propria organizzazione internazionale con sede a Vienna, si sta dotando degli strumenti operativi necessari anche per la gestione delle crisi, comprendenti la costituzione e l'invio di forze di pace. Budapest offrirà inoltre l'occasione ai più alti rappresentanti politici di tutti gli Stati europei, della Russia e dell'America del Nord per cercare di ricondurre i principali fattori di sicurezza in Europa in una cornice per quanto possibile coerente e rispondente alle attese di tutte le parti. Dopo l'adozione al Consiglio ministeriale Nato dell'I dicembre del principio dell'allargamento dell'Alleanza, e importante che la Csce rafforzata - che ricomprende tutta l'area geopolitica da Vancouver a Vladivostock contribuisca effettivamente a costruire un sistema di sicurezza che includa la Russia e quegli Stati che della Nato non sono membri, dissipando timori e complessi di esclusione ed isolamento. La strada da intraprendere al vertice di Budapest ò quella della creazione di una struttura regionale di cooperazione e di sicurezza che da un lato possa affiancarsi alle Nazioni Unite, alleviandone gli oneri, nell'assicurare pace e stabilità nell'area europea; e dall'al¬ tro dia avvio all'esercizio di costruzione di un modello più avanzato di sicurezza, basato sulla partecipazione di tutti gli Stati della regione e su una più stretta e dinamica cooperazione tra tutte le istituzioni coinvolte: la Csce, la Nato, il Consiglio di Cooperazione NordAtlantica, l'Unione europea occidentale. E' questa un'esigenza riaffermata nel corso della riunione ministeriale del Consiglio Atlantico testé conclusasi a Bruxelles. La Nato, nel ribadire il ruolo vitale della Csce nell'edificazione di un'architettura di sicurezza globale, ne ha sottolineato la vocazione quale foro di prima istanza per la pacifica composizione dei conflitti regionali prima di adire il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Questo sistema di cooperazione nel campo della sicurezza, che inizia a proiettarsi verso il futuro, potrà ossero arricchito da altri strumenti specifici da adottare a Budapest. Penso in particolare ad una normativa multilaterale che regoli le attività di mantenimento della pace nei Paesi dello spazio ex sovietico; alla messa in opera di strumenti regionali di controllo degli armamenti; alla diffusione dei meccanismi di fiducia e di trasparenza sul piano militare, che sono una tradizione della Csce; all'adozione di un codice di condotta che diffonda in tutti i Paesi i principi del controllo democratico delle forze armate. Si tratta di iniziative che potranno costituire altrettanti utili tasselli per il disegno di un'auspicabile comune modello di sicurezza in Europa. Certo siamo ancora ben lontani dalla definizione di un nuovo ordine europeo e dalla messa a punto di un'efficace intelaiatura di sicurezza per il Continente. La tragedia della Bosnia ce lo ricorda ogni giorno. Ma dobbiamo lavorare per costruire progressivamente meccanismi ed intese che evitino in futuro l'amaro risveglio delle tragedie seguite alle troppo facili illusioni dei giorni della caduta del Muro di Berlino. L'appuntamento di Budapest è certamente un passaggio non secondario su questa strada. Antonio Martino Ministro degli Affari Este ino I iteri I

Persone citate: Antonio Martino