«Quel no da Termoli è stata una follia»

Interno E i sindacati passano al contrattacco dopo il referendum choc sul «sabato lavorativo» «Quel no da Termoli è stata una follia» Bavetta: «Torneremo nelle assemblee» A Torino: 400posti noi li vorremmo ROMA. Termoli ormai è un caso. Il 65 per cento dei lavoratori dello stabilimento Fiat ha bocciato un accordo che prevede l'assunzione di 400 lavoratori e investimenti per 400 miliardi. Il biglietto da pagare: lavorare il sabato ed effettuare un riposo compensativo in un giorno da lunedì a venerdì. La Fiat aveva chiesto un maggior impegno da parte delle maestranze per far fronte a un successo di mercato, quello della Punto, al di sopra persino delle aspettative dell'azienda. La bocciatura dell'accordo da parte dei lavoratori equivale ora a una sfiducia nei confronti di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e UilmUil che avevano sottoscritto l'accordo vantandone i meriti. Dopo cinque anni, i sindacati confederali dei metalmeccanici erano soddisfatti perché erano riusciti a sottoscrivere un'intesa che avrebbe permesso nuove assunzioni nell'industria e che avrebbe permesso a un'area del Sud, quella di Termoli, di decollare e di porsi in competizione, come qualità e quantità, a livello europeo. Ma la situazione non è semplice. Il vescovo di Termoli, Umberto D'Ambrosio, critica la posizione dei lavoratori che hanno bocciato l'accordo e parla di «una scelta che non si può accettare a cuor leggero» e di un trionfo dell'«egoismo e della la miopia». Ma poi c'è anche il vescovo di Trivento, provincia di Campobasso, monsignor An- tonio Santucci, che afferma che «se i dipendenti avessero approvato l'accordo, le loro famiglie si sarebbero sfasciate». Però in Italia, secondo una ricerca dell'Istat, il 62% circa degli occupati lavora anche nel sesto giorno della settimana, che non è festa cattolica. Pier Paolo Baretta, responsabile nazionale auto della Firn, afferma: «Prendiamo atto di questo voto, anche se il referendum si è svolto in un clima difficile perché la Cisnal ha creato un clima di intimidazione, violando i princìpi della democrazia. Ora andremo in assemblea per discutere con i lavoratori questa scelta». Baretta, però i tempi sono ristretti. «Lo faremo entro la prossima settimana. Oggi nessuno può cantare vittoria, neanche chi ha votato contro l'accordo. La sfida por l'occupazione non può essere persa e nei prossimi giorni occorre ritornare a discutere, a tutti i livelli, per evitare che la Fiat abbandoni Termoli e l'Italia». Scende in campo anche Pietro Larizza, segretario nazionale della Uil: «Bisogna evitare che ci sia l'egoismo di chi lavora che crea un danno al bisogno di chi sta fuori dal lavoro. A Termoli bisogna ridiscutere con i lavoratori perché sono certo che da una discussione di merito, nella quale appunto il problema lavoro deve essere messo al primo posto, si troverà una soluzione. Lunedì i leader dei metalmeccanici andranno a Termoli per parlare di questo con i lavoratori». Secondo Susanna Camusso, responsabile nazionale auto della Fiom, l'unica possibilità per risolvere questa situazione è quella di «spiegare il senso dell'intesa ai lavoratori, ottenendo così il loro consenso e riaprire il dialogo con la Fiat». A questo proposito, ha detto Camusso, «ci sarà prima una riunione con le rappresentanze sindacali unitarie e poi un'assemblea con i lavoratori. L'idea prospettata dalla Fiat di andare all'estero è una provocazione inaccettabile. Comunque tenteremo di riaprire il dialogo». . Se però lo strappo non verrà ricucito, è ormai certo che la produzione dei nuovi motori Fire 16 valvole verrà spostata a Torino. E Mirafiori sarà lieta di accogliere 400 nuovi posti di lavoro. «Credo sia necessaria una pausa di riflessione - dice Vincenzo Scudiere, segretario generale della Camera del lavoro torinese - affinché i lavoratori di Termoli possano riflettere sul loro no. Soprattutto al Sud è sempre sbagliato respingere accordi che prevedono assunzioni. Ma se continueranno a sostenere quella posizione - aggiunge il segretario della Camera del Lavoro - Torino non potrebbe che accogliere positivamente i nuovi posti di lavoro e il rientro anticipato di lavoratori ancora cassintegrati». [e. bac] QUESTI I TERMINI DELL'ACCORDO SABATO. Gli operai lavorano comunque 5 giorni alla settimana perché chi lavora di sabato usufruisce di un riposo compensativo.ln alternativa al riposo compensativo c'è la possibilità di lavorare 6 giorni •per due settimane e tre giorni nella terza con riposi consecutivi da giovedì a domenica, sabati lavorativi nell'arco dell'anno sono 23-25 ORARIO. L'orario è di otto ore con pausa mensa di mezz'ora a metà turno. RIPOSI. Dalle 10 alle 12 giornate di riposo aggiuntivo alle ferie nell'arco dell'anno. Quattro di queste, se programmate in anticipo, vengono effettuate indipendentemente dalla necessità produttiva. VIGILIE. Il 24 e il 31 dicembre e il sabato prima di Pasqua lo stabilimento rimane chiuso. SOLDI. Una tantum di 500 mila lire a gennaio '95. PROMOZIONI. Quaranta operai verranno promossi impiegati. ASSUNZIONI. Duecentocinquanta nuovi assunti nei prossimi 2-3 mesi e 150 a inizio '96. FORMAZIONE PROFESSIONALE. Circa duemila miliardi di investimenti per la formazione e il miglioramento professionali. Stabilimento Fiat Auto di Termoli: in forse la produzione dei nuovi motori Fire 16 valvole e 400 nuovi posti di lavoro

Persone citate: Baretta, Camusso, Pier Paolo Baretta, Pietro Larizza, Santucci, Susanna Camusso, Umberto D'ambrosio, Vincenzo Scudiere