Diecimila in Piazza Duomo «Vai Silvio sei il più forte»

é in Piazza Duomo «Vai Silvio, sei il più forte» MILANO. Qualche minuto prima di mezzogiorno, quando i comizi sono finiti, le firme pro-Berlusconi sono già diecimila e il corteo sfila verso piazza San Babila, Angelo Codignoni, l'ex segretario di Forza Italia, non nasconde più la soddisfazione: «Quanti dicono che siamo? Ottomila? Io ne vedo il doppio». Conquistano piazza Duomo, gli azzurri, in un sabato mattina che è già shopping natalizio con tanto di Babbo Natale e zampognari. L'appuntamento per la manifestazione a sostegno di Berlusconi è al cinema Odeon, duecento metri più in là, ma la voglia di uscire allo scoperto, di farsi vedere, è più forte che mai. Qualcuno lo chiede a voce alta («Fuori, fuori») e alla fine il passaparola dell'organizzazione conferma: «Si va in Duomo». E allora via tutti verso il primo happening tricolore a Milano. Decisi a gridare a voce alta che Silvio è «l'unico, il più forte» e che chi lo vuole morto, l'odiato Borrelli, i fantomatici progressisti, i sempre meno amati alleati leghisti, Bossi, Maroni, Formentini, beh, sono tutta gente con la quale, prima o poi, si dovranno fare i conti. E' un trionfo di bandiere, l'angolo di piazza che sta tra la Galleria, la statua di Vittorio Emanuele e l'albero di Natale appena innalzato. Tantissime quelle tricolori di Forza Italia. Tante anche quelle bianco-azzurre di Alleanza nazionale. Una sola quella del Carroccio, portata da un signore di Bareggio, unico leghista applaudito in un mare di «buuuu» per gli uomini della Lega. Sul palco improvvisato salgono e scendono gli eletti milanesi del polo della libertà: tutti, è ovvio, tranne i leghisti: Vittorio Dotti, e Gianni Pilo, Roberto Cipriani e Domenico Contestabile, Adriano Teso e Livio Caputo, Lo Jucco e Lasagna. Assente (giustificato) Urbani. Tutti fianco a fianco. Tutti per Silvio. C'è anche l'Ombretta Colli, parlamentare europea, che apre il capitolo Formentini. Già, perché l'idea che il sindaco leghista votato anche da loro, dagli azzurri, non solo faccia poco o nulla per Milano («Milano è sporca, invivibile», urla l'Ombretta) ma sia stato messo da Bossi a far da premier del governo che non c'è, ebbe, questo non va proprio giù a nes- suno: «Anche qui a Milano ci vorrebbe Silvio», insiste l'Ombretta. Succedono cose impensabili, sul palco in piazza Duomo. Succede anche che due ex nemici, l'ex ultrasinistra Tiziana Maiolo e l'ex falco missino Ignazio La Russa, oggi si tengano sotto braccio, pen¬ sino le stesse cose dei giudici del pool, usino la medesima ironia: «Chissà se la prossima volta ci sarà anche la Lega?». Festeggiano i ragazzi di An al grido di «Italia, Italia». I signori più attempati di Forza Italia arrivano pian pianino, quasi alla spicciolata. Venti dietro lo striscione tricolore di Domodossola. Dieci da Bergamo con tanto di messaggio in lingua: «Dutur, Berghem de sura è con te». Altri dieci felici del loro cartello: «Club Benedetto Croce, zona 2, Milano». Ma la più applaudita è lei, una signora rosso vestita che va orgogliosa del suo cartello scritto a pennarello verde: «Forza Italia, sezione di Atene, Grecia». Solo i ragazzi di Genova, una cinquantina, sono dispiaciuti: «Potevamo essere di più ma i pullman sono rimasti bloccati per nebbia sull'autostrada». Si accontentano di mostrare le loro bandiere, gli azzurri. E i loro cartelli perfetti, scritti senza sbavature, senza errori, la fantasia del messaggio e quella che è ma la chiarezza è assicurata. «Scalfaro, governo istituzionale, governo demenziale», raccomanda il cartello. Altro monito: «Di Pietro non sporcarti le mani pulite». Al resto ci pensa Contestabile, sottosegretario alla Giustizia: «1 giudici scandisce - devono fare i giudici». E la piazza traduce il pensiero comune: «Cassazioni! alò». Poi tocca a Pilo: «Qui noi rappresentiamo dieci milioni di italiani», sottolinea l'uomo dei sondaggi. Dalla piazza gli azzurri s'infiammano, si agitano i cartelli («Bossi, Maroni, Speroni, i lumbard non sono buffoni»), parte un coro da stadio che rimbomba in Galleria: «Chi non salta, progressista è...». Armando Zeni LA PIAZZA AZZURRA (fi Scalfaro non tradire la sovranità del voto popolare ijij Chi non salta progressista è apanj u Silvio siamo con te Forza Italia c'è tifi Scalfaro, governo istituzionale governo demenziale ijip Bossi Maroni Speroni i lumbard non sono buffoni jb, Bossi Maroni Formentini l'Italia non vuole bambini ■■ a Di Pietro non sporcarti le mani pulite ■ ■■■ é