Quando i giullari scendono in guerra di Lorenzo Mondo
P PANEALPANE Quando i giullari scendono in guerra V - rispondo a qualche lettera, soprattutto a quella mortificata di un italiano all'estero non è stata una bella mossa mandare un avviso di garanzia al presidente del Consiglio mentre ospitava, a Napoli, un convegno internazionale sulla lotta alla criminalità. E' stata anzi una sottile, delegittimante perfidia. Spiegabile soltanto all'interno di uno scontro ormai parossistico, senza esclusione di colpi, tra la maggioranza di governo - o meglio, tra la maggioranza della maggioranza di governo - e i magistrati del pool milanese. L'iniziativa poco elegante di Borrelli era infatti la risposta agli ispettori mandati dal ministero a indagare su Mani pulite, e dunque a metterne in forse la nettezza. Ugualmente intempestiva dell'avviso di garanzia, l'inchiesta su una inchiesta in corso che riguarda anche il presidente del Consiglio. Hanno un bel protestare, gli attori, sulla correttezza dei rispettivi comportamenti. Non occorre la malizia ma un minimo di senso comune per non lasciarsi ingannare sull'implacabilità di un confronto che, qualunque sia la posta, rischia di essere devastante per le nostre istituzioni. Il gioco, del resto, si fa sempre più serrato, con i contendenti che adottano volentieri il contropiede per non lasciarsi mettere nell'angolo. Così, il capo del governo si appella all'inedito sillogi"~*smo di unffinnocenza che sarebbe altrettanto certa come il fatto di chiamarsi Silvio , .ui Berlusconi. E intanto presele tempo, manifesta una indignazione che sembrerebbe incompatibile con il continuo rinvio della sua audizione presso la procura di Milano: cosa che anche i suoi sostenitori più convinti avrebbero dovuto augurarsi per il giorno dopo, in ossequio a una virtù che neanche la moglie di Cesare può sentirsi appannata. Figuriamoci se, anziché della moglie, si tratta di Cesare. Nelle more del vado non vado, la Cassazione trasferisce a Brescia l'inchiesta di Milano contro i finanzieri corrotti, allontanando come minimo il tempo della chiarezza, la soluzione sollecita del contenzioso che tutti, a parole, continuano a richiedere. E ieri Borrelli ha rilanciato la palla. Ha scritto a ^^calfaro, denunciando il pre¬ sunto complotto ai suoi danni, invocando provocatoriamente gli strumenti per inquisire i suoi controllori. Ha scritto anche al suo superiore, il procuratore generale Catelani, accusandolo apertamente di avere sollecitato l'invio degli ispettori, di avere fatto il doppio gioco. Con questo, ha alzato il livello dello scontro, fino alle soglie della Presidenza della Repubblica, sempre più imbarazzata nella sua funzione arbitrale; e all'interno della stessa magistratura, meno compatta di quanto volesse fin qui apparire. L'impressione che gli spettatori ignari e sgomenti ricavano dalle ultime sequenze è che i magistrati milanesi siano in difficoltà, si sentano il fiato sul collo. Lo lasciano intuire le esternazioni dei personaggi di contorno, le mosche sul collo dei destrieri. Si veda ad esempio il ministro Biondi che alterna minacce a blandizie e, dopo avere messo in moto la macchina castigagiudici, annuncia di voler fare «un fioretto laico» e stemperare le polemiche, di «mettere un po' di acqua nel vino. A cominciare - concede con^humor involontario magari da me, farebbe bene a .tutti». E si veda Emilio Fede il comico cb.e,Ja deatra & tempo va cercando, il Beppe Grillo del consenso - che legge in diretta-tv, con gaglioffa allegria, l'annuncio anonimo crje Di Pietro sarebbe sul pùnto di dimettersi dalla magistratura. Il Di Pietro da troppo tempo muto, in una separatezza che non gli è davvero congeniale mentre la marea sta montando. Di Pietro, se ci sei batti un colpo, per fare fronte o smarcarti, per contribuire a far luce. Brutto segno, comunque, quando macchiette e giullari alzano la voce. Mentre la piazza minaccia di intorbidarsi e i conti dell'economia non tornano. Con una guerra in atto dove, chiunque vinca - e non è detto che sia il migliore - lascerà inquinanti discariche. Lorenzo Mondo ido j
Persone citate: Beppe Grillo, Berlusconi, Biondi, Borrelli, Catelani, Di Pietro, Emilio Fede
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