l'oceano inghiotte l'Achille lauro
Agganciato da un'imbarcazione, il transatlantico si è capovolto ed è scomparso in un fondale di 5000 metri Agganciato da un'imbarcazione, il transatlantico si è capovolto ed è scomparso in un fondale di 5000 metri roteano inghiotte FAchille lauro Fallisce il tentativo di rimorchiare la nave NAPOLI. La lunga agonia è finita, l'Achille Lauro riposa in fondo al mare. Non sarà fatta a pezzi, non diventerà ferro da riciclare. Ora giace a quasi 5 mila metri di profondità, davanti alle coste della Somalia, e per i vecchi marinai che l'amarono come cosa loro, non restano che le lacrime. L'incendio divampato a bordo l'aveva ferita a morte, ma la speranza di recuperare la «Grande Nave Blu» non si era spenta. C'erano ancora le fiamme, quando il rimorchiatore l'ha agganciata ed ha cominciato a trainarla: si è piegata sul fianco sinistro, si è abbattuta sull'acqua dopo un'esplosione a prua, s'è capovolta, inabissandosi come un sasso. In dieci minuti il mare l'ha inghiottita. Alle 17,10 di ieri pomeriggio l'avventura dell'Achille Lauro si è conclusa a 60 miglia dal luogo in cui era divampato il fuoco, costringendo alla fuga le quasi mille persone a bordo, uccidendo un tedesco e un inglese che partecipavano alla crociera di Natale nell'Oceano Indiano. A due giorni dall'Sos, mentre passeggeri ed equipaggio navigavano già alla volta dei porti di Mombasa, Gibuti e Mahè, il destino del transatlantico battezzato dal vecchio comandante con il suo nome, si è compiuto. Negli uffici della società armatrice Starlauro la notizia piomba mentre si susseguono le riunioni per assicurare il ritorno dei croceristi. Il presidente amministratore delegato Nicola Coccia dice quel che tutti pensano: «E' finita un'epoca». «Per noi è un ulteriore danno, ma forse è meglio così. E' meglio che se ne stia in fondo al mare e non sia ridotta ad un relitto da demolire. Quel che è accaduto segna il passaggio tra il vecchio comandante Achille Lauro e Gianluigi Aponte, che ha rilevato il gruppo. Acquisteremo una nuova nave, i lavoratori avranno un futuro». Rassicurazioni che non attenuano il rimpianto. L'Achille Lauro era rimasta in bilico, ma sembrava aver recuperato stabilità, visto che l'inclinazione si era attestata a 15 gradi, dopo aver raggiunto in precedenza i 40. Era ridotta ad una carcassa fumante: ponti crollati, bruciata tutta la fiancata di dritta, ma l'armatore aveva deciso di tentare comunque il recupero. La Starlauro ha stipulato un contratto «no cure-no pay» con la società Murri International Salvage Freres, stabilendo che in caso di successo il valore in ferro del transatlantico - 5 miliardi - sarebbe stato diviso a metà. Alle 4 del pomeriggio il rimorchiatore «Bison One» arriva a 30 miglia dalla nave. La società armatrice dice ora che l'operazione si presentava troppo complessa e che per questo motivo è intervenuto un secondo rimorchiatore dell'olandese Ite Wiysmiller. Ed è stato proprio l'equipaggio del «Solano» ad affiancare per primo il transatlantico, tentando l'aggancio a poppa. L'Achille Lauro è stata «imbrigliata» e il Solano si è mosso lentamente in direzione Sud-Ovest. Tutto inutile. Il transatlantico si è spostato come un gigante ferito, l'inclinazione è aumentata dopo un'esplosione. Le masse d'acqua imbarcate per spegnere le fiamme durante il drammatico e vano tentativo di salvare la nave, si sono spostate compromettendo l'assetto. Soltanto poche ore prima dalla Starlauro facevano sapere che bisognava aspettare che il fuoco si spegnesse e che dopo si sarebbe pensato a rimorchiarla in porto. Una manovra sbagliata, un errore di valutazione? Nella fine del «gioiello» di quella che fu la Flotta Lauro c'è posto anche per le polemiche. Augusto Murri, il proprietario della società italo-keniota in¬ gaggiata dalla Starlauro per il salvataggio, non nasconde il risentimento. Punta il dito sul rimorchiatore dell'olandese Van der Walle, arrivato per primo e con il quale stava trattando un accordo per il recupero: «Gli uomini del Solano devono essere saliti a bordo solo per agganciare i cavi di traino, ma non hanno tentato di spegnere le fiamme, come sarebbe stato logico». Mariella Cirillo L'armatore «E' finita un'epoca ma per l'equipaggio ci sarà un naturo» GIOVEDÌ1 LA ROTTURA DI UNA PARATIA PERMETTE ALLA NAVE DI RADDRIZZARSI DI 10 GRADI GIOVEDÌ' IERI DOPO ESSERE STATA TRAINATA PER 60 MIGLIA UN'ESPLOSIONE CAUSA LO SPOSTAMENTO DELLA MASSA D'ACQUA ALL'INTERNO DELLA NAVE L'Achille Lauro divorata dalle fiamme prima dell'affondamento di ieri pomeriggio
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