Tangenti E' crisi a Beirut

Appariranno su «Penthouse» le foto osée di Paula Jones Lascia il premier Tangenti E' crisi a Beirut BEIRUT. Il primo ministro libanese sunnita Rafik Al-Hariri ha rassegnato le dimissioni al presidente cristiano-maronita Elias Hrawi. Sullo sfondo della decisione una serie di gravi scandali legati alla ricostruzione della capitale dopo 15 anni di guerra civile, dal 1975 al 1990. Hariri, un miliardario uomo d'affari, era stato nominato premier nel 1992, proprio con il compito di ricostruire l'economia del Paese. Hariri accusa il ministro dell'Edilizia Mahmoud Abu Hamdam, sciita e alleato del correligionario presidente del Parlamento Nabih Borri, insieme a tutta l'opposizione, di sabotare ogni proposta di leggo presentata dal governo. Gli oppositori, dal canto loro, accusano Hariri che ò appoggiato dalla Siria e dall'Arabia Saudita ed è divenuto uno degli uomini più ricchi del mondo facendo affari nell'edilizia - di volersi ulteriormente arricchire accaparrandosi la maggior parte degli appalti per la ricostruzione di Beirut, distrutta dalla guerra civile. La grave crisi di governo, che si profilava già da alcune settimane, per la recente esplosione di uno scandalo che ha coinvolto diversi uomini politici in accuse di narcotraffico, e le tensioni sociali dovute alle pressanti richieste sindacali di cospicui adeguamenti salariali, ò precipitata nei giorni scorsi, dopo una denuncia del deputato cristiano Najah Wakim. Questi, strenuo oppositore di Hariri, ha accusato - senza nominarli - alcuni ex parlamentari di avere ricevuto ciascuno tangenti di un milione di dollari per favorire le imprese edilizie interessate alla ricostruzione della capitale libanese. Il deputato cristiano ha accusato la società «Solidere», in cui Hariri ha enormi interessi, di aver pagato milioni di dollari sotto forma di proprie azioni a vari uomini politici che hanno favorito in Parlamento l'approvazione della legge con la quale la compagnia venne costituita. Febbrili consultazioni sono in corso tra il governo di Beirut e quello di Damasco, al quale il Libano è vincolato da un patto di cooperazione a tutti i livelli. Qualora Hrawi accettasse le dimissioni di Hariri, per il Libano si aprirebbe un periodo di grave incertezza politica che - creando sfiducia negli investitori esteri non ne favorirebbe di certo la ripresa economica né la ricostruzione. [Ansa-Reuter]

Persone citate: Elias Hrawi, Hamdam, Hariri, Hrawi

Luoghi citati: Arabia Saudita, Beirut, Damasco, Libano, Siria