Tra Onu e Nato battaglia per la Bosnia
Ultimo tentativo di negoziato a Bruxelles poi non resta che il ritiro delle forze di pace Ultimo tentativo di negoziato a Bruxelles poi non resta che il ritiro delle forze di pace Tra Onu e Nato battaglia per la Bosnia / Caschi blu: «Sospesi i voli». L'Alleanza: «E'falso» BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La guerra nell'ex Jugoslavia è giunta a un punto critico, e il ritiro delle truppe Onu viene ormai considerato come una possibilità concreta. Ieri si è discusso un piano che, falliti i precedenti tentativi, potrebbe rappresentare l'ultimo sforzo della comunità internazionale. I russi, appoggiati da francesi e inglesi, propongono di offrire ai serbo-bosniaci la possibilità di federarsi a quel che resta della Jugoslavia, purché lascino ai musulmani il 51% del territorio. Nel comunicato diffuso ieri dai «cinque grandi» non si fa menzione di federalismo, e il tedesco Kinkel lo ha rigettato. Ma è quella la soluzione che trasparo dal documento, aldilà del gergo diplomatico. L'americano Warren Christopher ha del resto ammesso «l'opzione di una grande Serbia, se potrà aiutare la causa della pace». Il comunicato contiene però molte ambiguità, e condiziona il proseguimento dei negoziati a un improbabile cessate-il-fuoco, e a un ancor meno probabile ritiro dei serbi dalla sacca di Bihac. Il compromesso è stato raggiunto al termine di due giornate negoziali che, nelle intenzioni dei ministri degli Esteri della Nato, doveva aprirsi trionfal¬ mente, con l'avvio dell'allargamento verso Est dell'Alleanza atlantica. In coda alla riunione era del resto previsto un incontro del «Gruppo di contatto» sulla Bosnia: Usa, Russia, Germa¬ nia, Francia, Inghilterra. Ebbene, il russo Andrej Kozyrev ha bocciato decisamente l'espansione della Nato, suscitando l'interdetto stupore degli occidentali e la frustrazione di cechi e polacchi, impazienti di entrare nell'Alleanza. Subito si sono levati i fantasmi della guerra fredda, a rabbuiare le già scure prospettive jugoslave, e infine una notizia è calata a bomba dai cieli di Bosnia, seminando molti dubbi, prima di essere smentita. Era accaduto che il maggiore d'aviazione Timothy Hewlett, della forza Onu nell'ex Jugoslavia, aveva annunciato la sospensione dei voli con cui la Nato impedisce agli aerei serbi di bombardare i musulmani. La notizia è immediatamente rimbalzata a Bruxelles, dove i ministri non hanno reagito subito. «Siamo determinati a mantenere gli impegni presi con l'Onu», ha detto infine il segretario generale della Nato Claes, «non posso però en¬ trare nei dettagli operativi, ho il dovere di salvaguardare la sicurezza dei piloti della Nato». Da qualche settimana infatti i piloti dell'Alleanza vengono regolarmente inquadrati dalle batterie di missili serbe piazzate attorno a Bihac. La Nato ha chiesto di poterle bombardare, ma ]l'Onu ha rifiutato. Tre giorni fa, inoltre, Marrack Goulding, responsabile Onu per le operazioni di pace, ha telefonato a Sergio Balanzino, vicesegretario generale della Nato, chiedendogli di interrompere «per un certo tempo» le azioni aeree. Balanzino ha chiesto una domanda scritta, che però alla Nato non è mai arrivata. «Solo il Consiglio di sicurezza può darci ordini» dicono ora alla Nato, pur ammettendo che Goulding, con la sua goffa richiesta, voleva solo evitare che nuove bombe pregiudichino l'iniziativa diplomatica. Fabio Squillante
Persone citate: Andrej Kozyrev, Balanzino, Fabio Squillante, Goulding, Kinkel, Marrack Goulding, Sergio Balanzino, Timothy Hewlett, Warren Christopher
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