Nelle piazze in centomila

Nelle piazze in centomila Nelle piazze in centomila Ma da lunedì sospese le occupazioni :::::::;;; PROTESTE E PROPOSTE LMONDA lunga della prote™ sta studentesca continua. I Ieri circa centomila studenti a Milano, Bari, Cagliari, Genova, Bologna, Boma e in tante altre città sono scesi in piazza. La punta più alta di partecipazione si è registrata a Torino dove hanno sfilato trentamila ragazzi. Ma lentamente il «movimento» sembra adesso voler percorrere strade diverse dalle occupazioni e dalle autogestioni (anche se il numero delle scuole in agitazioni è intorno alle 500). Da lunedì infatti, praticamente in tutta Italia, si torna a studiare ma, nello stesso tempo, continua il lavoro teorico di elaborazione di controproposte alla Riforma D'Onofrio. Proposte che saranno illustrate mercoledì alla commissione Istruzione del Senato quando i rappresentanti di sei organizzazioni giovanili (giovani comunisti, sinistra giovanile, Unione degli Studenti, giovani popolari, un movimento vicino a CI e gli Antenati per la destra) saranno ascoltati alla presenza di D'Onofrio. Ma accanto al dialogo c'è anche chi ha scelto invece il terreno della contrapposizione. Ieri infatti è stata la giornata delle divisioni nel movimento. Da una parte i ragazzi che fanno riferimento all'autonomia e ai centri sociali - gli «antagonisti» - scesi in piazza per contestare in primo luogo, insieme ai Cobas, l'accordo sulle pensioni, con slogan molto duri contro i sindacati. Dall'altra gli altri. I giovani comunisti, la sinistra giovanile, i «sindacalisti» dell'Uds, e quelli senza bandiere politiche. Loro - chi più, chi meno - non contestavano l'accordo sulle pensioni. Nel mirino c'era D'Onofrio e la Finanziaria «che non risolve i problemi della scuola». E con le divisioni sono comparse le tensioni. Come a Torino, dove una parte del corteo ha invaso per un'ora l'atrio della stazione di Porta Nuova, il volto mascherato, i bastoni delle bandiere impugnate. Slogan durissimi: «Mestiere di merda carabiniere, mestiere d'assassino celerino». Come a Bari, dove ci sono stati scontri tra polizia, giovani di destra e una parte del corteo. Segnali di nervosismo che il ministro dell'Interno ha commentato così: «Mi sembra che gli studenti abbiano usato slogan molto pesanti nei confronti dell'Arma dei carabinieri e della poli¬ zia di Stato. Nei confronti degli studenti abbiamo avuto sempre un atteggiamento molto responsabile, considerando le loro manifestazioni un fatto politico-culturale e non d'ordine pubblico. Spero che anche da parte degli studenti ci sia un atteggiamento altrettanto responsabile». Che cosa replicano gli studenti? La sinistra giovanile scarica di fatto gli «estremisti» (leggasi autonomia e centri sociali) e li accusa di voler «attraverso la violenza e i disordini di piazza - spiega Nicola Zingaretti - cancellare le conquiste dei lavoratori e ripristinare tra governo, sindacati e movimento un clima di sfiducia e chiusura». Da Rifondazione arrivano invece appelli all'unità. «Questo movimento - spiega Marco Rizzo, coordinatore dei giovani comunisti - ha bisogno di unità perché non è con le divisioni che si blocca la riforma D'Onofrio. Noi lavoriamo per questo». Quasi a voler mettere la mani avanti, quasi a voler dire: altri invece non lo fanno. Movimento diviso, allora? Dagli universitari di Napoli - per cui si prospettano strascichi giudiziari visto l'esposto presentato in procura da parte di studenti e genitori contro le occupazioni di facoltà e scuole - arrivano segnali di condanna per chi «cerca di estremizzare il movimento che vogliamo pacifico, civile e non violento». Insomma, per i ragazzi del '94 sembra arrivata l'ora del salto di qualità. Così accanto al lancio di una petizione in tutte le scuole organizzata dalla sinistra giovanile «per coniugare protesta e proposta», tutte le organizzazioni di sinistra stanno lavorando ad una manifestazione nazionale degli studenti da tenersi in una data «simbolica». Quale? Il 12 dicembre, anniversario della strage di piazza Fontana. Maurizio Tropea no

Persone citate: Boma, D'onofrio, Marco Rizzo, Maurizio Tropea, Nicola Zingaretti

Luoghi citati: Bari, Bologna, Cagliari, Genova, Italia, Milano, Napoli, Torino