Lombardia regina della tavola

16 Buone notizie dalla guida Michelin: prezzi in discesa anche nei locali vip Lombardia regina della tavola Pronta la nuova hit della cucina italiana * LA PAGELLA DEI RISTORANTI OUALCUNO ieri a mezzogiorno, appena si è sparsa la voce, ha pianto: perdere la stelletta Michelin (o, al contrario, ottenerla in modo inaspettato) è motivo di gioia, disperazione, tragedia o felicità. Già, la stelletta Michelin, quel tondeggiante piccolo pianeta nel grande pentolone della gastronomia, che ogni anno, ai primi di dicembre, premia e boccia in modo inesorabile. Ieri, a Milano, tra le leccornie marinare del Sambuco dell'Hotel Hermitage (albergo di Attilio Monti con, è ovvio, una stelletta Michelin di buona cucina), è stata presentata l'edizione dei 40 anni della Guida dell'omino di gomme, il libretto rosso della gastronomia italiana. E, come da qualche anno a questa parte, di notizie ce ne sono, di cambiamenti anche, di bocciature pure n le polemiche, per qualche settimana, non si placheranno. La notizia più clamorosa è che l'Enoteca Pinchiorri di Firenze, il grande (e grosso) ristorante di via Ghibellina, l'unico in grado di mettere a tavola con sommi piatti di felicità gastronomica un consistente numero di clienti, non è più ai massimi vertici della gastronomia tricolore. Le sue stellette sono scese da tre a due, voto sempre alto ma non ai vertici della gola dove, per la Guida Michelin, rimangono invece l'Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano (Milano) e Gualtiero Marchesi di Erbusco, in provin ■ eia di Brescia. Dimezzato, da due ad una sola stelletta, anche il Griso di Malgrate, in provincia di Lecco. L'altra notizia «sconvolgente» di ieri è stata la tanto attesa ed auspicata promozione di Gianfranco Vissani, il grande chef e patron del locale di Civitella del Lago, frazione di Baschi, provincia di Terni, dieci chilometri da Orvieto che, entrato solo l'anno scorso nella Guida Michelin già con una stelletta, quest'anno sale a 2 (ma c'è ancora spazio, visto che Vissani, per me, è il più grande cuoco d'Italia). A leggere promozioni e bocciature, comunque, si ha l'impressione che la Michelin, che fino a ieri era «la meno peggio tra le guide italiane», oggi si stia conquistando il titolo di miglior guida gastronomica del nostro Paese: le sue scelte, pur con qualche inevitabile divergenza, appaiono più oculate, equilibrate, sagge e, tutto sommato, veritiere. Basta vedere, ad esempio, i numeri, quando assegna alla Lombardia la palma della regione più ghiotta d'Italia (due locali a 3 stelle, quattro a 2 stelle e addirittura 41 a una sola stelletta), seguita dal Piemonte (quattro locali a 2 stelle, 25 a una), dalla Liguria (due a 2 stelle, 21 a una) con la significativa presenza, appena sotto, di Emilia Romagna e Toscana (e l'exploit dell'arcobaleno della gola, cioè la Liguria, che se perde una stelletta ne guadagna ben sei nuove). Certo, la Michelin promuove, un po' tardi, in effetti, con la stelletta di oggi, la grande cucina della Baia Beniamin di Ventimiglia, l'entusiasmo di Antonio Angiulli di Candelo (Biella), della Bitta nella Pergola di Genova o del Zur Rose di Appiano, ma meglio tardi che mai. Tra i bocciati, nomi clamorosi. Perdono la stelletta, oltre alla Braja di Montemagno (Asti) e all'Emiliano di Stresa (in entrambi i casi non capiamo il perché) anche il buon Porto di Milano e il Sole di Maleo (un nome mitico, quest'ultimo, ma per me decaduto da anni). Non una bocciatura ma, ahimè, una chiusura, per l'ex-due stelle dei fratelli Paolo e Franco Vai che dal Petit Restaurant di Aosta si sono trasferiti, per le stagioni estive e invernali (e senza premi, per ora) al Royal e Golf di Courmayer. Come sempre sottovalutati (hanno una sola stelletta) locali che ne meriterebbero 2, come Pinocchio di Borgomanero, Gener Neuv di Asti, Lanterna Blu da Tonino di Imperia, Andrea di Merano, Gambero Rosso di San Vincenzo, o locali che ne hanno due ma che, in base a mie recenti esperienze da sogno, ne meriterebbero 3 come il Sorriso di Soriso (Novara) dalla cucina diventata indimenticabile. Solo citati, infine, senza stella quindi, locali dalla grande cucina come Caterina a Casella (Ge¬ nova), la Torre di Casale Monferrato, Fortino di Montacuto (Alessandria), il Leon d'Oro di Pralboino, la Siriola Ciasa Salares di Armentarola (Bolzano). Nemmeno citati l'Antico Maniero di Lesa (Novara), la più ghiotta trattoria d'Italia, Franca, di viale Certosa, a Milano, la Fioraia di Castello d'Annone (Asti). Stessa fine per Cesare di Albaretto della Torre (Cuneo) che non sarà certo il dodicesimo ristorante al mondo come dalla recente classifica raccogliticcia e sprovveduta dell'International Herald Tribune ma che, comunque, è un gran buon posto. Consoliamoci anche con altri fatti; i ristoranti dove si mangia bene in Italia sono sempre di più e c'è una consolazione anche per i consumatori: i prezzi, come l'inflazione, scendono, anche alle tavole più ghiotte d'Italia. Un'ultima considerazione pratica: dopo il tragicomico esperimento degli ultimi due anni, nelle 250.000 copie della Guida Michelin Sicilia e Sardegna sono ritornate in fondo alla guida, in modo molto più pratico. In effetti, non si è voluto penalizzare nessuno, ma faceva un po' specie trovare la Esse di Sicilia (e quindi dover leggere di Palermo e Taormina) appena dopo Seveso e Sibari ed appena prima di Siderno e Siena. Edoardo Raspelli PROMOSSI PIEMONTE ANGIULLI Candelo (Biella) BALBO Torino LOMBARDIA VECCHIA FILANDA Cernusco sul Naviglio (MI) ORLANDO Cusago (Milano) LA PIAZZETTA Brescia TRATTORIA DEI MARTINI (MN) LIGURIA CONCHIGLIA Arma di Taggia (IM) SAN GIORGIO Cervo (IM) FRANTOIO San Bartolomeo (IM) BAIA BENIAMIN Ventimiglia (IM) BITTA NELLA PERGOLA (Genova) PARODI PEYTON PLACE (SP) VENETO RINGRAZIAMENTO Cavaso (TV) LA PECA Lonigo (Vicenza) FRIULI-VENEZIA GIULIA CASTELLO AQUILA D'ORO Dolegna del Collio (Gorizia) TRENTINO-ALTO ADIGE ZUR ROSE Appiano (Bz) EMILIA-ROMAGNA BIT0NE Bologna OSTERIA DANDY Minerbio (B0) TOSCANA 0ELFINA Carmignano (Prato) LA PANACEA DEL BART0LINI Fiesole (Firenze) LA MORA Sesto di Ponte (Lucca) POGGIO ANTICO Montanino (SI) OSTERIA DEL VECCHIO CASTELLO Roccalbegna (Grosseto) OCA BIANCA Viareggio (LU) LAZIO IL CONVIVIO Roma AL GALLO Tuscania(VT) MARCHE GIARDINO San Lorenzo in Campo (Pesaro e Urbino) MOLISE VECCHIA TRATTORIA DA TONINO Campobasso UMBRIA VILLA RONCALLI Foligno (PG) PUGLIA FORNELLO DA RICCI Ceglie Messapica (BR) VENTAGLIO Foggia SCENDE DA 3 STELLE A 2 STELLE ENOTECA PINCHIORRI Firenze SCENDE DA DUE STELLE A UNA SOLA GRISO Malgrate (Lecco) PERDONO LA STELLETTA CHE AVEVANO In qualche caso non si tratta di vere bocciature: alcuni sono locali chiusi (Petit Restaurant di Aosta, che di stelle ne aveva 2, Squalo Charlie, di Forte dei Marmi): alcuni si sono trasferiti (Antico Brolo, Padova). VALLE D'AOSTA PETIT RESTAURANT (A0) PIEMONTE PLAT D'ETAIN Cuneo LA BRAJA Montemagno (Asti) EMILIANO Stresa LIGURIA SAINT CIR Genova LOMBARDIA SOLE Maleo (Milano) AL PORTO Milano TOSCANA SQUALO CHARLIE Forte dei Marmi (Lucca) VIP0RE Lucca V. :.;?-./. ' ■ ; \ MARCHE IPPOCAMPO Jesi (AN) ABRUZZO CORSARO Vasto Marina (Chieti) MOUSE SAN CARLO Termoli (CB) Gualtiero Marchesi titolare di uno dei due ristoranti italiani premiati con le tre stelle dalla guida Michelin