«Accordo senza sacrifici per nessuno» di Stefano Lepri

Nel mondo politico-economico soddisfazione per la «pace sociale», qualche dubbio sui conti «Accordo senza sacrifici per nessuno» Ma dall'anno prossimo arriveranno nuove tasse IL PREZZO DELL'INTESA ROMA ON costa nulla - almeno sulla carta - l'accordo sulle pensioni. «I saldi della legge finanziaria sono invariati» non si stanca di ripetere il ministro del Tesoro Lamberto Dini. I sindacati si sono impegnati a collaborare per una riforma della previdenza che permetta risparmi identici in cifra a quelli previsti dal governo per '95, '96 e '97. Costano invece le altre parti dell'accordo (occupazione, Mezzogiorno...) ma in gran parte una copertura finanziaria «indolore» è stata trovata: si estenderà il concordato-condono fiscale ai contributi previdenziali. Tuttavia, è scontato che nel '95 il governo dovrà infrangere la promessa di non aumentare le tasse. Le ragioni sono due. La prima è ipotetica ma sempre più probabile: «Qualora i tassi di interesse dovessero risultare più elevati rispetto a quelli previsti». La seconda è l'alluvione, i cui danni Dini ha stimato «in circa 15 mila miliardi». Per l'alluvione si ricorrerà a una addizionale una tantum. Per il resto si sfrutterebbe l'aumento dell'Iva che le Finanze tengono da tempo in riserva. C'è un legame tra l'accordo sulle pensioni e la quasi certezza di una «manovra aggiuntiva» sulle entrate fiscali? Sia il governo sia i sindacati lo negano. In ogni caso, per rispettare i «saldi» dolila legge finanziaria, di sacrifici qualcuno ne dovrà fare. Fino al 30 giugno '95, i risparmi saranno assicurati dal blocco delle nuove pensioni di anzianità. E dopo? Per la seconda metà del '95 occorrerà trovare risparmi di spesa previdenziale per circa duemila miliardi. Nel caso che entro il giugno '95 non si sia ancora raggiunto un accordo sulla riforma, il presidente del Consiglio ha detto che il blocco sarebbe prorogato. Ma si rischierebbe di riaccendere le proteste nelle fabbriche. Si fanno perciò anche altre ipotesi, di cui Dini ha parlato al Senato. La principale è di aumentare i contributi previdenziali a carico dei lavoratori: un sacrificio dal lato dei salari. Una ulteriore ipotesi, «avanzata da parte sindacale», spiega il ministro del Tesoro, consisterebbe nel pagare le pensioni ogni mese anziché a bimestri, con il secondo mese anticipato, come avviene oggi: si avrebbe un vantaggio contabile per il primo anno. E se - come tutti si dicono certi che avverrà - il Parlamento varerà entro il 30 giugno una riforma consensuale, a chi saranno chiesti sacrifici? Almeno una parte dei duemila miliardi dovrà necessariamente essere trovata con una diversa regolazione delle pensioni di anzianità: magari non decurtandole, ma rinviandole nel tempo, di fatto portando oltre i 35 anni il requisito minimo. Un'altra parte potrebbe venire dall'au¬ mento dei contributi. L'accordo richiede la modifica della legge finanziaria al Senato, con emendamenti che il governo presenterà oggi. Il calendario prevede il sì entro il 21, in modo che la Camera possa approvare le modifiche prima di san Silvestro. Per ora il Senato fa le bizze, con la Lega che spesso e volentieri si è unita alle opposizioni. Tre commissioni hanno dato, in sede consultiva, parere sfavorevole. L'accordo di ieri potrebbe riportare in riga i leghisti e avvicinare il ppi all'astensione; ma il clima è favorevole agli emendamenti, da qualsiasi parte provengano. Stefano Lepri

Persone citate: Dini, Lamberto Dini

Luoghi citati: Roma