«Ma ora fate la riforma»

6 Nel mondo politico-economico soddisfazione per la «pace sociale», qualche dubbio sui conti «Ma ora fate la riforma» Le perplessità della Confindustria ROMA. E' un gran volare di «colombo» nel giorno dell'accordo tra governo e sindacati sulle pensioni (e sulla legge finanziaria). E naturalmente anche un gran coro soddisfatto per la vittoria sui «falchi», dal quale tuttavia c'ò qualche voce che si di- S( ()St 11 CONFINDUSTRIA. La confederazione degli industriali «apprezza il rasserenamento di tensioni e la ricostruzione del dialogo», ma esprime «forti perplessità» sul contenuto dell'intesa, fino a «non ritenersi impegnata da quelle specifiche soluzioni che non condivide». Secondo la Confindustria, «il blocco dei pensionamenti di anzianità solo fino al giugno '95, che genera un fabbisogno aggiuntivo di duemila miliardi, non costituisce una garanzia sufficiente per il varo entro quella data della riforma strutturale della previdenza secondo i criteri opportunamente indicati nell'accordo». «Per questo occorre por mano immediatamente alla definizione della riforma della previdenza affrontando al più presto i nodi che la Finanziaria e l'accordo non sciolgono». D'ALEMA. «Le lotte servono, soprattutto quando l'interlocutore è sordo», afferma il segretario del pds, che definisce «importante» l'accordo raggiunto. Per il successo, insieme con le lotte sociali, hanno fatto sentire il loro peso «la battaglia politica condotta dalle opposizione, le proposte e le modifiche introdotte alla Camera, l'intesa parlamentare tra progressisti e popolari». «Ed ha inciso anche l'iniziativa politica della Lega, che ha rifiutato l'appiattimento sulle posizioni della destra oltranzista del governo». BOSSI. Da Treviso, dove si trova per un comizio, il leader della Lega commenta: «Gli ho dato gli ordini e lui ha detto "Signorsì, signor Lega". E' stata sconfitta la linea fascista dentro il governo. La vittoria della Lega dimostra due cose: che i fascisti si possono battere; che gli uomini del passato sono isolati». «Stasera la Lega deve festeggiare perché ha costretto le forze governative a fare retromarcia. La Lega ha impedito che saltasse la Finanziaria». BUTTIGLIONE. «Vince il Paese, vince il governo, vince il sindacato e un po' anche il partito popolare che con la Lega è stato decisivo. Perde chi voleva lo scontro sociale, perdono i duri e i falchi», dice il segretario del ppi. «E' giusto dare atto al capo del governo della sensibilità dimostrata con una significativa inversione di rotta. E al sindacato per il grande impegno e il grande senso di responsabilità. Questa conclusione influenzerà i nostri comportamenti al Senato. Cercheremo di favorire un passaggio veloce, tuttavia esistono punti da migliorare con pochi e qualificati emendamenti». E tuttavia «per la credibilità sui mercati sarebbe stata più opportuna una manovra più robusta subito anziché a tappe. Ora noi temiamo un ulteriore indebitamento dello Stato per coprire le spese aggiuntive». FINI. «Il governo gode di ottima salute e le bugie hanno le gambe corte: non è vero, infatti, che è un governo padronale e antisociale. Ha raggiunto l'accordo con i sindacati», commenta il coordinatore di Alleanza nazionale. SEGNI. «La Finanziaria, probabilmente, diventa meno iniqua, ma è una Finanziaria rigorosa? Non mi pare. Credo che il governo sarà costretto a far quadrare i conti con una nuova stangata fiscale. Se questo è necessario, lo incoraggiamo a farlo». BERTINOTTI. Il leader di Rifondazione comunista invita alla «vigilanza»: «Il governo ha dovuto fare concessioni sotto il peso della forza del movimento e per cercare di superare gravi elementi di crisi al proprio interno, ma certamente si prepara ad una rivincita e quindi a proseguire sulla strada di una controriforma. Lo sviluppo di questo accordo deriva perciò dal livello di unità del movimento di lotta». [r. i.] A lato, il presidente della Confindustria Luigi Abete. Sotto, il segretario del pds Massimo D'Alema

Persone citate: D'alema, Luigi Abete

Luoghi citati: Roma, Treviso