Governo-sindacati sul filo di lana di Paolo Patrono

6 Trattativa ad oltranza sulla Finanziaria per scongiurare lo sciopero generale Governo-sindacati sul filo di lana Riscritto il testo sui prepensionamenti II premier: siamo arrivati al sì o al no ROMA. Volata notturna, con una trattativa a oltranza fra governo e sindacati per trovare una soluzione alla riforma delle pensioni e scongiurare lo sciopero generale proclamato per domani. Dopo oltre 15 ore di negoziato, a mezzanotte passata Berlusconi è sceso nella sala-stampa di Palazzo Chigi per annunciare: «Siamo arrivati all'ultimo documento, quello che dovrebbe contemplare l'accordo finale. Insomma siamo al sì o al no». I sindacati hanno esaminato lungamente l'ultima proposta del governo, che accoglie una parte delle loro richieste, ma hanno deciso di sollecitare ancora Berlusconi ad alcune modifiche in extremis. Così, la palla è tornata al governo, in una lunga estenuante maratona notturna, che si concluderà sul filo di lana, in un clima di estrema incertezza, mentre gli esecutivi delle tre confederazioni attendono da ore nella sede della Cgil per decidere sulla eventuale revoca o conferma dello sciopero. Lo snodo decisivo si è registrato in serata, dopo ore di trattative scandite da un'altalena di alti e bassi, di sospensioni e verifiche da ambedue le parti. Il presidente del Consiglio ha riunito nel suo ufficio privato i tre segretari confederali: Cofferati per la Cgil, D'Antoni per la Cisl e Larizza della Uil, per stringere i tempi e cercare una via d'uscita positiva al lungo braccio di ferro. E alla fine, dopo una ulteriore suspense, è arrivata la notizia dell'ultima offerta. La proposta del governo si basa sulla totale riscrittura del famigerato articolo 11 della Finanziaria, quello sul blocco dei pre-pensionamenti e della conseguente penalizzazione del tre per cento annua per i lavoratori che intendessero comunque accedervi. Il presidente del Consiglio ha accettato di collegare la validità del blocco dei prepensionamenti alla data di entrata in vigore di una nuova legge di riordino del sistema previdenziale, da presentarsi in parlamento entro il 31 marzo '95. Con questo articolo, il governo accoglie, almeno in linea di principio, una delle rivendicazioni-chiave del sindacato. Si tratta dell'ormai famoso «stralcio» invocato a gran voce dai leaders sindacali? Dello scorporo dalla Finanziaria dei provvedimenti strutturali della riforma reclamato dai manifestanti? Lo si può chiamare come si vuole, ammettevano ieri i protagoinisti di questa lunghissima e faticosa fase negoziale, stralcio o non stralcio. L'importante è che con questa carta Berlusconi ha rimesso in moto il negoziato, ha dato una generosa spallata alla trattativa. «E' un documento di programma molto articolato - ha spiegato Berlusconi - Sono individuati temi di collaborazione con le forze sociali e ci sono anche i temi della previdenza con ipotesi di ristrutturazioni per le quali sono stati fissati certi principi. C'è una vasta apertura del governo, una precisa volontà di ricercare un rapporto col sindacato nel segno della buona volontà e del buon senso». Ma dopo i primi segnali di buona accoglienza, ad un esame più appronfondito da parte sindacale, sono arrivano anche i primi rilievi. Cofferati, Larizza e D'Antoni chiedono al governo che sia specificata anche la data entro cui la legge di riforma del sistema pensionistico dovrà essere approvata, domandono chiarimenti sulla restituzione del fiscal drag ai lavoratori dipendenti, reclamano un anticipo del 30 per cento della patrimoniale prevista a carico delle imprese nel '96. In concreto per i sindacati il blocco dei pre-pensionamenti non dovrebbe proseguire oltre i primi 4-5 mesi del prossimo anno. Hanno invece ottenuto l'elininazione della norme che consentiva al governo di modificare, su suggerimento dell'Inps, le aliquote di rendimento delle pensioni, ancorandole al 2 per cento salvo per alcune categorie specifiche. E il governo ha anche accettato l'aumento delle risorse per l'occupazione 82 mila miliardi9 e per il Mezzogiorno. Basteranno queste proposte ai sindacati, che cercano di mantenere un atteggiamento unitario? Sono sufficenti per scongiurare lo sciopero? Lo si vedrà nelle prossime ore. Paolo Patrono I leader di Uil, Cisl e Cgil Larizza, D'Antoni e Cofferati al tavolo della trattativa Il ministro del Lavoro ■• Clemente Mastella

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