Berlusconi non fuggirò dall'interrogatorio di Francesco Grignetti

Il premier «al colmo dell'indignazione». D'Alema chiede «rinforzi per la procura di Brescia» Il premier «al colmo dell'indignazione». D'Alema chiede «rinforzi per la procura di Brescia» Berlusconi: non fuggirò dalKinterrogatorio «E' incredibile collegare la Cassazione e il governo» ROMA. «Sono al colmo dell'indignazione e andrò a deporre a Milano». Non sono piaciute a Silvio Berlusconi le insinuazioni che sono seguite alla decisione della Cassazione. E sembra che non gli siano piaciute nemmeno certe affermazioni di esultanza dei suoi fedelissimi, da Previti a Contestabile. Così ieri, scuro in volto, mentre andava a un pranzo ufficiale offerto dall'ambasciata italiana presso la Santa Sede, s'è fermato a parlare con i giornalisti per qualche secondo. «C'è chi vuole mettere in rapporto la sentenza della Cassazione e l'esecutivo. Questo non esiste. E' veramente incredibile». Sì, al premier non sono andate giù certe dichiarazioni delle opposizioni. Cassazione cattiva contro Pool buono? Berlusconi: «Ci sono giudici che meritano rispetto. Non soltanto quelli che fanno le cose che piacciono alla sinistra. Veramente siamo al limite di ciò che si può accettare». E gli chiedono: ma da chi si farà interrogare? Dal Pool oppure dai giudici bresciani? Il premier risponde alzando la voce: «Non vedo cosa c'entra Brescia nelle mie cose. Queste cose non esistono. Io vado alla Procura di Milano. Ho messo a disposizione del mio avvocato la mia agenda. Ho degli impegni di Stato: Csce a Budapest, forse Zagabria, il consiglio d'Europa a Essen. Ho messo a disposizione la mia agenda e ho detto: in qualunque momento vengo alla procura di Milano e voglio rendere una deposizione perché sono al colmo dell'indignazione». Le parole di Berlusconi si sono calate in una situazione più che mai arroventata. Un vero putiferio. Vanno all'attacco i più strenui difensori dei giudici: un fronte composito che vede compatta la sinistra e il ppi, con frange di Lega Nord e di Alleanza nazionale. Cossutta vuole le dimissioni di Berlusconi. Massimo D'Alema, premesso che non vede «parzialità» tra i giudici milanesi, chiede rinforzi per Brescia «altrimenti il rischio che questo trasferimento sia un puro e semplice insabbiamento diventa reale». Rocco Buttiglione non lesina i sospetti: «Vorremmo essere convinti che queste decisioni sono prese con piena indipendenza e serenità di giudizio. Ci spiace avere invece la sensazione che anche queste decisioni siano un aspetto dello scontro fra governo e magistratura». Il capogruppo della Lega alla Camera, Pier Luigi Petrini evoca anni bui: «Tacitare Mani Pulite significa rigettare l'Italia negli anni passati, quando i magistrati non potevano nelle loro indagini accedere alla politica». Fin qui i leader. Poi ci sono quelli che si lasciano prendere la mano dall'emotività e la sparano grossa. Raffaele Bertoni, senatore progressista, ex presidente dell'Anni: «Il pool è morto assassinato. Il ministro della guerra ai giudici, Previti, l'aveva previsto». Oppure il senatore leghista Matteo Brigandì: «Si configura il reato di attentato alla Costituzione». Sull'altro fronte, si fanno sentire soprattutto gli esperti di diritto. Il ministro Guardasigilli Alfredo Biondi se la prende con il giudice Gerardo D'Ambrosio: «Il pm è una parte. Ma lui si è comportato come una parte arrabbiata. La Cassazione fa pronunce giudiziarie che possono piacere o no. Ma se uno le giudica strumentali, credo che il Csm debba interessarsi di questo aspetto». Raffaele Della Valle, vicepresidente della Camera, se la prende con chi fa troppa dietrologia: «Il processo va a Brescia, mica in Ruanda». Tina Lagostena Bassi, deputata di Forza Italia, censura la reazione del pool: «Se fossero donne, si potrebbe dire delle loro reazioni che sono uterine». Giulio Maceratini, presidente dei senatori di An, è definitivo: «Ora basta. Le risse tra magistrati si stanno trasformando in autentiche pagliacciate». Alla fine, mentre Francesco Cossiga si dice preoccupato dal «giacobinismo giudiziario», e il ministro Speroni osserva sgomento il «troppo polverone», resta la lapidaria affermazione di Alessandro Meluzzi: «Il pool non è l'ombelico del mondo». Francesco Grignetti 4$