Milano i giudici si ribellano

Cresce la polemica dopo la sentenza della Cassazione. Avvocati divisi Cresce la polemica dopo la sentenza della Cassazione. Avvocati divisi Milano, i giudici si ribellano D Ambrosio: si rischia la fine del pool MILANO. «Questa situazione produce inevitabilmente dei contraccolpi. Prima c'è stato il decreto Biondi, poi le polemiche, poi questa sentenza della Cassazione. Ma come si fa a lavorare serenamente?». Gerardo D'Ambrosio, il numero due del pool Mani pulite, è il più amareggiato. Lo dice apertamente che quella sentenza che sposta a Brescia 49 indagati dell'inchiesta sulla Guardia di finanza è la goccia che fa traboccare il vaso. Si chiede, D'Ambrosio: «E se spostassero a Brescia gli altri 500 indagati di questo filone? Certamente sarebbe la fine di Mani pulite». I magistrati riuniti in assemblea - mancava Di Pietro - si dicono «preoccupati della decisione della corte di Cassazione. Il provvedimento implica infatti, oggettivamente, l'inaccettabile affermazione che i giudici di Milano non possiedono la serenità necessaria a garantire verità e giustizia». Tutti in difesa, dunque. Impossibile l'attacco: non è una decisione presa da politici, non è un colpo di spugna, non è una soluzione politica. E - soprattutto - non si può andare davanti alle telecamere a protestare. «Aspettiamo di vedere le motivazioni dell'ordinanza, poi decideremo se presentare ricorso», dice Borrelli. E a questa speranza si attaccano anche gli altri del pool: Davigo, Colombo, Greco. E Di Pietro? Lui non commenta, non reagisce con stizza. Non fa nulla per appa- Spiega D'Ambrosio: «Credo che la motivazione tecnica dei giudici della Cassazione sia ineccepibile. Ho troppa stima per non pensare che sia motivata. Certo che...». Certo che cosa, dottor D'Ambro¬ sio? Ripete: «Già in passato era successo un casp simile. Mi ricordo l'inchiesta sulla strage di piazza Fontana, quando venne spostata a Catanzaro. Anche allora nessuno disse che quei giudici erano corrotti, che c'erano state pressioni politiche». Va avanti: «E se la gente se lo è dimenticato, io me lo ricordo bene. Il ministro Biondi dice che con queste mie parole sono passibile di vilipendio? Altro che vilipendio, io voglio essere la me- moria storica». Fa discutere i magistrati, ma divide anche gli avvocati la doccia fredda della Cassazione. La Camera penale si dice favorevole, ma poi scattano i distinguo. Marco De Luca, difensore di molti imprenditori finiti dentro Tangentopoli, definisce «devastante» la decisione della Cassazione. Di tutt'altro parere Michele Saponara, presidente degli avvocati milanesi: «E' una lezione per i giudici di Mani pulite. Devono stare più attenti». Gli fa eco Giannino Guiso, difensore di molti finanzieri finiti in carcere: «Lo strapotere del pm deve essere ridimensionato». E intanto un primo effetto dell'ordinanza della Cassazione già si vede. Il gip Padalino ha rinviato al 14 dicembre l'udienza preliminare del processo che vede coinvolti 25 imputati di un troncone dell'inchiesta sulle Fiamme gialle. Entro quella data - si spera - si sapranno le motivazioni della Cassazione e se tutto deve finire a Brescia. Non aspetta, invece, Gerardo D'Ambrosio. Da tempo il procuratore aggiunto va ripetendo che forse è arrivato il momento di andare in pensione. L'aveva detto anche dopo il decreto Biondi. Una provocazione, si sa. Ma adesso ripete: «In certi momenti mi chiedo: ma che resto a fare? Beh, per ora vado tre giorni a Napoli. E' un viaggio che avevo programmato da tempo, ma in altri momenti...». Fabio Potetti rire contrariato. Si chiude in riunione con tutto il pool: al mattino e poi ancora la sera, fino a tardi, dopo la riunione di tutte le toghe in aula magna, a porte chiuse e senza di lui. Nell'ufficio di Borrelli si parla degli ultimi fatti, ma anche dell'interrogatorio di Berlusconi, atteso oramai da giorni. Sono in 200 i magistrati a fianco del pool. Si riuniscono, e poi stilano il documento di sostegno. Tutti a favore, meno 5 subito bollati nei corridoi - come «quelli vicini a Forza Italia». Ma la politica è un'altra cosa, sembra stare fuori da questo macigno piombato da magistrati (della Suprema Corte) su altri magistrati (di Mani pulite). Gerardo D'Ambrosio

Luoghi citati: Brescia, Catanzaro, Milano, Napoli