LA NAVE MALEDETTA di Igor Man

LA NAVE MALEDETTA LA NAVE MALEDETTA CHE bella nave, che brutto destino. E dire che la «grande nave blu» si adorna d'un nome veramente fortunato: quello di Achille Lauro, «'o comandante». Che uomo, Lauro, straordinario, nel bene e nel male. Ostentava con orgoglio l'indice della mano destra deformato dall'uso dell'ago da vela. Aveva cominciato dalla stiva, anzi, come diceva sghignazzando, «dalla sentina». Gli Alleati lo confinarono nella Certosa di Padula, perché «fascista incorreggibile» ma lui, che era innanzitutto un napolitano verace, fu proprio dagli Alleati che ottenne, e a prezzi stracciati, due navi Liberty (cargo costruiti con lastre di cemento). La sua rinascita come armatore, il suo strabiliante successo, il moltiplicarsi della ricchezza, cominciano nel dopoguerra proprio con quelle due bagnarole. Quand'era il sindaco (mor narchico) di Napoli, lesse un giorno sul suo giornale (possedeva anche un quotidiano e il «Napoli Calcio») un «soffietto» che invece di compiacerlo lo irritò. Sicché, chiamato al telefono l'autore del pezzo goffamente agiografico: «Quagliò, gli disse con la sua roca voce padronale, se sono diventato 'u comandante lo debbo solo in piccolissima parte alla mia ostinazione; tutto il resto,guagliò, è Igor Man CONTINUA A PAG. 4 QUINTA COLONNA

Persone citate: Achille Lauro, Padula

Luoghi citati: Napoli