Musulmani costretti a cantare inni nemici

Musulmani costretti a cantare inni nemici LA GUERRA IN TV Musulmani costretti a cantare inni nemici PALE. Prigionieri di guerra e immagini televisive: ancora una volta, soldati nemici catturati e terrorizzati sono stati usati come strumento di propaganda politica e di pressione psicologica sul nemico. La scena è un campo di detenzione nei pressi di Bihac, l'enclave musulmana della Bosnia Nord-Occidentale. I protagonisti sono alcuni prigionieri di guerra, impauriti e malmessi, catturati dalle forze di Karadzic: sono in fila e cantano davanti agli obiettivi di una «troupe» della televisione di Banja Luka, una delle roccaforti dei serbi di Bosnia. Intonano una sorta di nenia che recita: «La Bosnia appartiene alla Serbia, la Bosnia appartiene alla Serbia». E' l'ultima umiliazione escogitata dai miliziani serbo-bosniaci, una sorta di tortura a base di sberleffi messa in scena per uno special tv. «La Bosnia è serba così come Mosca è russa», cantano ancora i prigionieri. Quindi un giovane con il volto terrorizzato viene preso e, tra le risate dei soldati, gli viene calcato in testa un «fez». «Ecco qua il turco con il suo cappelletto», dicono di lui con disprezzo. Per i serbi «turco» è uno dei peggiori insulti. Infine, un ufficiale di Banja Luka annuncia triofante: «Siamo ormai nei sobborghi di Bihac, stiamo facendo a loro quello che loro hanno fatto a noi, hanno bruciato le nostre case e noi faremo altrettanto». |Ansa-Reuter]

Persone citate: Karadzic

Luoghi citati: Bosnia, Mosca, Serbia